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Con il Cristianesimo si manifestò dall’Europa il fenomeno della tratta dei negri che è la negazione del Cristianesimo.
A quei tempi, gli schiavi che lavorano in aziende simili a quelle della Villa en Chorrillos, con 1500 schiavi, erano permanentemente costretti dalla frusta.
Molti commettevano atrocità marcando la pelle dei negri, come si attua ora negli allevamenti di cavalli e buoi.
Quando venne dalla Spagna la proibizione di marcare i negri, Martino aveva circa 38 anni e ciò significa che egli ha conosciuto i negri schiavi nel peggior momento della loro storia.
Si racconta che, ancora bambino, piagnucolante e indispettito sia corso nelle braccia della madre e le abbia detto: “Mamma, dei bambini mi hanno scacciato dal gioco perchè dicono che sono negro”.
Ana Velascuez gli disse: “Non piangere, piccolo. Non ti deve importare il colore della pelle. A Dio interessa solo il colore della tua anima”.
E il negro Martino mantenne sempre pura e bianca la sua anima fino al momento supremo.
Invano Frate Martino, la notte fredda sfiora il tuo viso con la sua ombra oscura; più bianca della neve è la tua anima, più chiara del sole di mezzogiorno.
Martino si rassegnò alla sua sorte, ma comprese ben presto quale terribile disgrazia pesava sulla sua razza.
Essendo figlio di una negra provò una grande stima per la gente di colore, prestando loro particolari cure ed affetto e lavorando incessantemente per far comprendere a questa gente gli splendori del Cristianesimo.
Una volta incontrò un negro che, avendo una piaga infetta, era sul punto di svenire. Mise le labbra sopra la piaga, la pulì, la bendò e benedisse il malato, dicendogli: “Non piangere, fratello, per il nostro colore…, il mondo passa.., la vita è breve.., un poco di odio, un poco di amore.., e tutto è gloria del cielo”.
Dopo 4 giorni di questa cura, il negro era guarito e sereno e lavorava con i suoi compagni.
Verso sera andava per i campi alla ricerca dei suoi fratelli di sangue. Svolgeva il compito di infermiere e di padre.
Bendava le loro piaghe, distribuiva rimedi, curava le ferite di grandi e piccini.
Si piegava rispettoso sul dolore di quelle anime che cercavano conforto e compassione.
Tutti avevano confidenza in lui.
Bastava una parola o un’attenzione delle sue mani per diminuire le pene, asciugare le lacrime, rendere meno dure le ore amare della vita.