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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
una domanda molto “veloce” ma abbastanza complicata…ovvero…è stato detto che l’elemosina non sempre rappresenta dovere grave…ovvero se vediamo dei “normali” mendicanti possiamo dare ad uno e all’altro dire di no..e lo stesso se ad esempio conosciamo che esiste una necessità grave ma non sappiamo dove realmente vanno a finire i nostri soldi e non vediamo “vicina” direttamente la necessità estrema.
Ora, Gesù nel suo famoso passo dice “venite benedetti….avevo fame e..sete…,etc”. Di che tipo di “carità” parla Gesù? Non penso sia qualcosa di strettamente legato al dare da mangiare…alla “monetina” in elemosina al mendicante. Penso invece sia proprio un atteggiamento di vita basato sulla carità, sull’amore, che anche se non sempre porta a “dare” qualcosa di materiale (alla stregua di un’imposta per la salvezza…), provoca un cambiamento interiore, una compassione, un pensare “spero che tu possa stare bene”, etc.
D’altra parte, anche se sappiamo che vi sono degli affamati e gente che ha fame e sete nel mondo, non possiamo materialmente aiutarli tutti, però possiamo aiutare “bene” quelli che vediamo tutti i giorni, che ci sono vicini, e nello stesso tempo “amare” (con il cuore e non con il portafogli) quelli lontani.
Mi illumini.
La ringrazio come sempre del suo aiuto
Un caro saluto ed una preghiera
Pierluigi


Risposta del sacerdote

Caro Pierluigi,
1. in teologia morale si distingue tra i precetti morali negativi, ossia quelli che proibiscono un male, e i precetti morali positivi, quelli che comandano di fare un’azione buona.
I precetti morali negativi obbligano sempre e in ogni caso. Pertanto non ammettono eccezioni. Tali sono ad esempio quelli che proibiscono di bestemmiare o di commettere atti impuri.
I precetti morali positivi obbligano sempre, ma non in ogni caso.

2. Quello dell’elemosina è un comando positivo e pertanto obbliga come disposizione del cuore ma non in ogni momento.
Allora quello che tu hai scritto: Penso invece sia proprio un atteggiamento di vita basato sulla carità, sull’amore, che anche se non sempre porta a “dare” qualcosa di materiale è vero.

3. Sui vari mendicanti che troviamo per strada bisogna fare un discernimento.
San Paolo dice in maniera perentoria: “chi non lavora, neppure mangi” (2 Ts 3,10).
Se quelli che domandano sono drogati e ubriaconi bisogna pur fare un pò di discernimento.
L’elemosina data a loro potrebbe diventare una cooperazione ai loro vizi e quindi un male.
A volte invece si tratta di gente disadattata. Dar loro l’elemosina di quando in quando non è sbagliato, anche perché si può essere certi che non ne usano male.

4. Tuttavia non dobbiamo lasciare che l’elemosina sia solo un atteggiamento interiore che di fatto non si concretizza mai nel dare a chi si trova in necessità e renderlo partecipe dei nostri beni.
Penso che sia giusto contribuire periodicamente alle necessità spirituali (ad esempio sostenere stampa ed emittenti cattoliche) e materiali del prossimo (adozioni a distanza, offerte alla caritas, per le opere parrocchiali, missioni…).
Queste offerte possono essere date mettendoci varie intenzioni: in espiazione dei peccati nostri e dei peccati di tutti, per la conversione dei peccatori, per ottenere qualche grazia da parte del Signore…

Ti ringrazio della preghiera che volentieri ricambio, ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo