Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo
sono un medico ospedaliero, dirigo un reparto di diagnosi in un centro oncologico all’estero.
Vorrei il suo parere in una questione importante: mi riferisco alle mutazioni genetiche che aumentano di molto la possibilità di sviluppare un tumore maligno, tipo le mutazioni del gene BRCA (quella da cui è affetta l’attrice Angelina Jolie, tanto per intenderci).
In estrema sintesi, i soggetti con questa mutazione hanno una possibilità molto alta di sviluppare un tumore altamente aggressivo, e viene da molti medici proposta la amputazione preventiva degli organi a rischio.
A mio avviso, questa proposta e’ molto ragionevole. A quante giovani mamme ho dovuto firmare referti che suonavano come condanne a morte irreversibili! Ovviamente non è una strada obbligatoria, e il diritto del paziente a decidere sull’opportunità dell’intervento dovrebbe essere tutelato in questi casi con delicatezza e scrupolo particolari.
Cionondimeno, mi stupisco della difficoltà a cogliere la natura del problema da parte di diversi acuti e perspicaci commentatori cattolici.
Una volta accertato il legame fra gene e possibilità di sviluppare il tumore (ed è accertato), credo che l’amputazione preventiva sia una scelta molto ragionevole – e nel caso della presenza di figli piccoli, direi anche più che ragionevole. Per esempio, fino ad alcuni anni fa, a numerosissimi pazienti con tumore alla prostata veniva effettuata l’asportazione bilaterale dei testicoli (castrazione chirurgica preventiva), senza che nessuno sollevasse dubbi per l’asportazione di un organo sano.
È naturalmente vero che diffondere gli esami genetici a tappeto porterebbe probabilmente ad una eugenetica preventiva. È vero che questi dati potrebbero cadere in mano alle assicurazioni, e quindi automaticamente discriminare una classe di cittadini (soprattutto negli USA). Ma sono tutte altre questioni, che vanno trattate e risolte in altre sedi, prima di tutto parlamentari.
Quando io ho davanti la paziente X portatrice di BRCA, cosa dovrei proporle? Ti tenersi le mammelle per non favorire le lobby eugenetiche, perché è meglio che muoia una sola piuttosto che perisca il popolo intero? Operiamo solo se la paziente promette di non fare la selezione degli embrioni? Mettiamo fuorilegge il test genetico? O magari non sarebbero da mettere fuorilegge le lobby eugenetiche e la selezione degli embrioni?
Allora forse parlando di BRCA bisognerebbe puntualizzare meglio il problema, e dire che la Jolie in questo frangente ha fatto benissimo, anche se magari e’ criticabile per mille altri motivi.
La ringrazio e la saluto in Cristo,
Andrea
Risposta del sacerdote
Caro Andrea,
1. anche a me pare ragionevole l’asportazione preventiva di un organo sano per evitare che possa nuocere all’intero organismo a motivo di un’alta probabilità di grave infezione o malattia.
2. Certo, deve rimanere salvo il principio dell’indisponibilità del nostro corpo.
Non ne siamo proprietari e non possiamo farne quello che vogliamo.
Ma nella linea dell’usufrutto – dal momento che Dio ha voluto che fossimo provvidenza a noi stessi – come è lecito asportare un organo malato per il bene del tutto, così è lecita anche la prevenzione.
3. Del resto non si obietta nulla nei confronti dell’espianto di un organo sano da una persona viva che lo possiede in maniera doppia qualora il trapianto sia eticamente lecito e il ricevente abbia ambedue gli organi del tutto compromessi.
4. Vi si ricorre in nome del principio terapeutico secondo cui per salvare il tutto se ne sacrifica una parte.
Nel caso della donazione di un organo sano doppio, il principio di totalità viene inteso in senso più ampio, che può identificarsi anche col principio di carità: “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
5. Mi pare che quanto il Catechismo della Chiesa Cattolica dice a proposito della donazione di organi si possa applicare anche ad una asportazione preventiva.
Ecco che cosa dice il CCC: “Il trapianto di organi è conforme alla legge morale e può essere meritorio se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario” (CCC 2296).
Evidentemente si tratta dell’espianto di organi sani.
5. Nel caso che mi hai proposto il destinatario è il soggetto stesso.
Ebbene, proprio per salvargli la vita si sacrifica un organo sano che non gli è indispensabile.
Ugualmente questo intervento non può essere minimamente comparabile con le alterazioni o manipolazioni volontarie e arbitrarie dell’organismo.
Si è all’interno di una finalità terapeutica che richiede una doverosa prevenzione.
6. È vero che se ne può abusare.
Ma anche qui vale quanto afferma un antico detto: “abusus non tollit usum”.
Il fatto che se ne possa abusare non impedisce che se ne possa usare.
Questo è il mio parere, salvo meliori iudicio.
Anch’io ti saluto in Cristo.
E accompagno questo saluto con la preghiera e la benedizione per te e per il servizio che rendi a tante persone.
Padre Angelo