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Quesito

Caro padre,
sono un ragazzo di 35 anni. Pratico la Chiesa dagli anni dell’università e, tranne qualche intoppo, tipo ora, che faccio il lavapiatti e quindi dispongo di poco tempo per andare a Messa, la mia condotta è sempre stata abbastanza osservante. Anche se, lei lo sa meglio di me, quello che conta è il cuore. Da qualche tempo ho scoperto di possedere dono della radiestesia. E’ peccato praticarla sia chiaro senza coinvolgere nessuno, cercando di mantenersi umile e per piccoli esperimenti?
Le porgo cordiali saluti
Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
la radioestesia è un’attività affine alla rabdomanzia. Tutte e due hanno come oggetto la conoscenza di cose nascoste: la radioestesia con l’uso del pendolo, la rabdomanzia con l’uso di una verga o bastone).
Secondo P. Palazzini (insigne moralista e poi Cardinale) si tratta di pratiche in cui “l’operatore riuscirebbe a mettersi in contatto mentale con l’oggetto dell’indagine, cioè con qualunque entità, occulta ai sensi empirici dell’uomo, o, meglio, al normale meccanismo della nostra conoscenza (si tratta di acqua, petrolio, metalli, ecc., nascosti nel sottosuolo; utilità e dosature di cibi, medicinali, concimi; diagnosi e terapia delle malattie; lettura di plichi chiusi; correzione degli errori; ritrovamento delle cose smarrite; determinazione degli eventi futuri, anche liberi; accertamento della paternità, del sesso del feto, della vita e della morte e del luogo d’abitazione delle persone, del pensiero e degli interni sentimenti altrui, degli autori di opere d’arte, dei responsabili dei crimini, ecc.).
Ma, come per i fenomeni metapsichici, anche qui, soprattutto relativamente alle manifestazioni più complesse ed elevate, manca finora la certezza scientifica” (P. PALAZZINI, Vita e virtù cristiane, p. 103).
Si tratta di mezzi leciti se vengono impiegati per scoprire minerali o cose del genere, o anche per diagnosticare malattie.
Non sono leciti per carpire i segreti dei cuori, e per un doppio motivo:
– primo, perché ognuno ha diritto alla propria segretezza;
– secondo, perché la tecnica è ingannevole in quanto il pendolo o il bastone facilmente viene mosso in maniera inconsapevole dalla propria psiche.
Va detto che l’uso di tali strumenti può diventare fonte di stupide paure e di inganno quando si vuole soppesare ogni decisione in base alla loro reazione.
Ai chierici e ai religiosi, con decreto del S. Ufficio (26.3.1942) è proibita tale attività relativa a circostanze personali (salute, doti intellettuali e morali, vita e morte, luogo di abitazione..) e alla divinazione di eventi (Acta Apostolicae Sedis, 34 (1942) 148).

Tu mi dici che ne fai uso per piccoli sperimenti e che cerchi di tenerti umile.
Nella mia esperienza sacerdotale ho conosciuto persone che sono diventate maniache per la loro dipendenza dall’uso del pendolo. E sono diventate insopportabili anche ai loro stessi familiari, mettendo divisione e sfascio nella famiglia.
Il consiglio che ti do è di procedere con molta cautela. Non vorrei che anche tu ne diventassi dipendente.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo

P.S.
Nella tua e-mail accenni anche che attualmente hai poco tempo per andare a Messa.
Ti vorrei dire che è troppo importante la Messa domenicale per la vita di un cristiano. È vero che ne hai il desiderio, ma intanto ti manca.
È come se tu mi dicessi che non hai tempo di mangiare, e però ne hai vivo il desiderio. L’effetto inesorabile è il deperimento e poi la morte, anche se non vi è colpa personale.
La stessa cosa va detta anche per la Messa domenicale.
Cerca di far di tutto per parteciparvi e nella maniera più devota possibile: in grazia di Dio, con raccoglimento e con la Santa Comunione.
Giovanni Paolo II diceva di non aver paura di dare il proprio tempo a Cristo, perché lo restituisce sempre e carico di doni!