Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Salve Padre,
mi chiamo Edoardo ho 40 anni e scrivo dalla provincia di Parma.
Qui in provincia abbiamo il santuario Mariano di Fontanellato gestito dai Domenicani.
Io ho la mia guida spirituale lì.
Innanzitutto sono molto contento di contattarla, perché leggo le sue risposte e mi piacciono molto.
Infatti tutte le domande risolte dalla mia guida,  sopratutto perché sono in linea con quanto insegna la Chiesa, mi hanno fatto amare molto il vostro ordine.
Arrivo alla domanda.
Le faccio un esempio per spiegarmi meglio: Io prego un Rosario al giorno per una persona. E prego un rosario al giorno per altre 50 persone.( è solo un esempio).
Io penso, ma mi piacerebbe tanto sbagliarmi, che la persona che riceve la preghiera del Rosario tutta per sè, riceva più benefici delle altre 50 persone che il Rosario se lo devono dividere.
Ecco ha capito la mia domanda.
Io prego per la salvezza delle anime, per la pace nel mondo, per le anime del purgatorio, per i pastori, i nemici, gli amici, i colleghi, le vocazioni, i politici, i cristiani perseguitati ecc… un Rosario, una coroncina della Divina Miserisordia e un ( circa) capitolo di Vangelo al giorno.
Pregare di più la mia guida spirituale mi ha sconsigliato, perché poi mi stancherei, "scoppierei" e non sarei perseverante nel pregare tutti i giorni…(infatti mi è già successo varie volte).
Ma allora la mia preghiera diventa quasi inesistente per queste persone se come penso io se la devono dividere tutti…
Grazie in anticipo per la risposta e tanti auguri di una buona Pasqua in Cristo Risorto.


Risposta del sacerdote

Caro Edoardo,
1. intanto mi compiaccio della tua conoscenza diretta dei domenicani e in  particolare di quelli che gestiscono il Santuario della Madonna del S. Rosario di Fontanellato.
Venendo adesso a quanto mi hai scritto mi pare di trovarvi due domande.
La prima: se si possano accumulare diverse intenzioni nelle nostre preghiere o se convenga pregare distintamente per ogni intenzione.
La seconda è relativa alla durata della preghiera.

2. Circa il primo punto non possiamo trovare risposta più precisa che nel comportamento e nell’insegnamento di Nostro Signore.
Ebbene Nostro Signore ci ha insegnato a pregare con la preghiera del Padre nostro che senza dubbio e per diversi motivi è una preghiera perfetta.
“È veramente la sintesi di tutto il Vangelo”, dice Tertulliano (De oratione, 1). “Dopo che il Signore ci ha trasmesso questa formula di preghiera, aggiunge: ‘Chiedete e vi sarà dato’ (Lc 11,9). Ognuno può, dunque, innalzare al cielo preghiere diverse secondo i suoi propri bisogni, però incominciando sempre con la preghiera del Signore, la quale resta la preghiera fondamentale” (Ib., 10).
S. Agostino dice: “Se passi in rassegna tutte le parole delle preghiere contenute nella Sacra Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci da Gesù” (Epistulae, 130, 12, 22).
Per S. Tommaso “la preghiera del Pater è perfettissima… perché non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell’ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti” (Somma Teologica, II-II, 83, 9).
Nella preghiera del Padre Nostro è racchiusa dunque ogni altra preghiera.

3. Tuttavia Nostro Signore ha pregato anche per delle cause particolari, che certamente rientrano nelle petizioni generali del Pater. Ma ha voluto insistere su determinate richieste.
Ad esempio ha pregato specificamente per la fede di Pietro (e dei suoi successori): “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli (Lc 22,31-32).
Forse questa richiesta può rientrare nel “Dacci oggi il nostro pane soprasostanziale (quotidiano)”.
Gesù ha voluto formularla specificamente.
E con questo, come in altri casi, ci ha insegnato a pregare anche per determinate cause in particolare e non solo in generale.

4. È vero che quando noi preghiamo, soprattutto col Pater, tutto quello che chiediamo per noi stessi nello stesso tempo lo chiediamo per tutti, compresi i nostri nemici e quelli che non credono in Cristo.
San Tommaso riporta qui l’insegnamento di san Cipriano il quale diceva: “Non diciamo Padre mio, ma ‘Padre nostro’; non ‘dammi’, ma ‘dacci’, proprio perché il Maestro dell’unione dei cuori non ha voluto che si facesse la preghiera in forma privata, cioè pregando ognuno soltanto per se stesso. Volle infatti che ciascuno pregasse per tutti, così come lui stesso portò nella sua unica persona il peso di tutti” (De oratione domenica).
E tuttavia la preghiera per una determinata causa o persona ha questo di particolare: che accende meglio in noi il fervore e la carità.
Infatti  le necessità nostre o dei nostri cari ci toccano in maniera diretta e la nostra preghiera per questo diventa più fervorosa.
Ora “la preghiera ha la capacità di meritare in quanto procede dalla radice della carità” (Somma teologica, II-II, 83, 15).
Pertanto è giusto pregare per una causa in particolare e non semplicemente per tutte le cause in genere.
Del resto il Vangelo ci insegna che tante persone si rivolgevano al Signore per cause ben precise e non solo generiche.

5. Tuttavia a queste intenzioni precise – mentre preghiamo, e quasi cammin facendo – possiamo aggiungere anche quelle generiche.
Quando si recita il Santo Rosario per una determinata persona non è difficile passare dalla richiesta per quella determinata persona a tutte quelle che si trovano in simili situazioni.

6. È vero quello che ti ha detto la tua guida spirituale: che ad un certo punto le preghiere non possono essere accresciute altrimenti è facile che vengano buttate giù quasi solo per adempiere ad un dovere assunto ma con poco o nessun fervore.
Certo giova di più un Rosario detto bene, contemplato nei suoi misteri nell’arco di 12-15 minuti che tre Rosari detto nello stesso tempo ma in maniera distratta e precipitosa.

7. Anche su questo punto San Tommaso è prezioso nel suo insegnamento: “Perciò la preghiera è bene che duri quanto serve ad accendere il fervore dell’interno desiderio. Quando invece sorpassa questa misura, così da provocare necessariamente disgusto, non si deve prolungare di più” (Somma teologica, II-II, 83, 15).
Una volta acceso, questo fervore va conservarlo nell’animo, con il cuore sempre rivolto al Signore.
A questo punto la preghiera ha raggiunto il suo scopo.

8. Aggiunge San Tommaso: “E questo, come si deve tener presente per la preghiera individuale, così va tenuto presente per la preghiera pubblica rispetto alla devozione del popolo” (Ib.).
La prolissità infatti stempera la devozione” (Esposizione del Pater).

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo