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Salve padre Angelo,
Io sono, Pierfranco S., sono stato suo studente, ho bisogno di due sue precisazione sulla convivenza e Sacramenti.
L’argomento è molto trattato, anche nel suo sito, ma alle mie due questione non sono riuscito a trovare risposte esaurienti.
Io, ormai da sette anni, sono catechista per la preparazione degli adulti per la ricezione della Cresima. Sempre più spesso mi trovo a dover preparare persone che sono in situazioni, per la Chiesa, irregolari. Tipicamente sono ragazzi conviventi che desiderano sposarsi in chiesa e chiedono di poter ricevere il Sacramento della Cresima, perché sanno che per sposarsi in chiesa devono essere anche Cresimati. Sempre, in accordo con il mio parroco, gli dico che potranno ricevere il Sacramento della Cresima, come accostarsi alla S. Comunione, solo dopo il Matrimonio e credo che questa sia una risposta ortodossa.
Ora però ho due domande.
1) Non capisco perché esistendo il Battesimo di desiderio non esiste il Matrimonio di desiderio. Se si potesse applicare il Matrimonio di desiderio si potrebbe anche accettare di offrire la Cresima anche a coppie conviventi che magari hanno ormai deciso di ricevere il matrimonio Sacramentale, fissandone la data e iniziandone i preparativi. Il vantaggio in questo caso sarebbe enorme, avendo la possibilità di ritornare alla comunione con Dio molto prima.
2) Visto che ormai sembra pacifico in dottrina che non è la convivenza il problema del rifiuto all’accesso dei sacramenti, ma i rapporti sessuali che ne derivano, al punto che anche l’allora prefetto Card. Ratzinger ha detto che in determinate circostanze se i due conviventi si comportino come fratello e sorella possono accedere ai Sacramenti, la mia seconda domanda è: che differenza c’è tra due fidanzati e due conviventi, visto che oggi si sa benissimo che i rapporti sessuali sono forse anche maggiori e tra i fidanzati che tra i conviventi. Nel fidanzamento di oggi è implicito l’uso dell’atto sessuale, altrimenti non si è fidanzati, ma solo amici. Se mi risponde che sono uguali allora anche i fidanzati non dovrebbero accedere ai Sacramenti. Io personalmente non riesco a vedere differenze tra fidanzati e conviventi, sotto l’aspetto degli atti sessuali, ma sono solo i conviventi che non possono ricevere i Sacramenti anche se avessero fissato la data del matrimonio, mentre i fidanzati, che sappia io, non hanno problemi per l’accesso ai Sacramenti, naturalmente dopo obbligatorio passaggio al Sacramento della Riconciliazione.
Mi scuso per il tempo che le faccio perdere e certo di una sua risposta.
La ringrazio e ringrazio soprattutto Dio mi ha dato la possibilità di incontrarla.
Cordialmente
Pierfranco S.
Risposta del sacerdote
Caro Pierfranco,
sono contento di sentirti e anche di dirti che non mi fai perdere tempo perché le domande che poni aiutano ad approfondire problemi che stanno accendendo gli animi anche in vista del prossimo Sinodo dei vescovi.
1. Dico subito che come esiste il Battesimo di desiderio per i catecumeni, così possiamo dire che c’è un matrimonio di desiderio.
Ma i catecumeni, per quanto desiderosi di Battesimo, non hanno ancora ricevuto il sacramento del Battesimo.
Possiamo dire che la grazia del Battesimo già li abbracci e li aiuti a vivere da cristiani.
Tuttavia per quanto forte sia il loro desiderio di essere battezzati, non possono ancora ricevere l’Eucaristia, non possono ricevere la Cresima, non possono celebrare la confessione, ecc…
Senza dire che hanno ancora la possibilità di non farsi battezzare.
2. Possiamo dire la stessa cosa dei fidanzati. La grazia del matrimonio comincia ad avvolgerli, a disporli a vivere con le virtù tipiche degli sposi cristiani, in particolare con quella della purezza.
Ma non sono ancora sposi cristiani, perché il matrimonio non è stato celebrato. E anch’essi sono liberi di non fare il passo della celebrazione del matrimonio.
3. Questo vale anche per la confessione. La contrizione perfetta anticipa la Grazia del sacramento e dispone a celebrarlo bene.
È giusto pentirsi subito dei propri peccati. Ma questo pentimento non sostituisce la Confessione né conferisce la possibilità di fare la Santa Comunione senza essere confessati qualora ci si trovasse privi della grazia.
4. La stessa cosa avviene anche per i seminaristi che si preparano a ricevere l’Ordine sacro.
La grazia del sacramento comincia ad avvolgersi già dal tempo del seminario perché acquisiscano le virtù tipiche del buon pastore, del sacerdote.
Ma questa grazia non li rende preti, sacerdoti, capaci di poter celebrare la Santa Messa, di assolvere. E questo proprio perché pur avvolti dalla grazia del sacramento non hanno ancora ricevuto il sacramento.
5. Pertanto è fuori posto parlare di liceità di rapporti prematrimoniali tra due fidanzati cristiani, tanto più che questi eventuali rapporti sarebbero per forza contraccettivi, e quindi intrinsecamente falsati perché non ci si dona in totalità.
Se fossero leciti i rapporti prematrimoniali dovremmo giungere a questa conclusione: che sarebbe lecita la contraccezione prima del matrimonio tra due hanno intenzione di sposarsi, mentre sarebbe illecita tra due persone sposate.
Ora la contraccezione è una falsificazione dell’interiore verità del gesto dell’intimità sessuale. Lo è per gli sposi e lo è per qualsiasi altra persona, come ha detto San Giovanni Paolo II.
6. Mi dici che “nel fidanzamento di oggi è implicito l’uso dell’atto sessuale, altrimenti non si è fidanzati, ma solo amici…”.
Non tutti fanno così, grazie a Dio.
In ogni caso va detto che non sono i rapporti sessuali che trasformano due persone da amiche in fidanzati. Altrimenti se uno vive il fidanzamento in castità, come vuole il Signore, dovremmo dire che non è ancora fidanzato…
Il fidanzamento non si basa sull’atto sessuale, che prima del matrimonio è privo della sua verità, ma sull’intesa spirituale e psicologica dei due e soprattutto sulla volontà di tendere al matrimonio, di dedicarsi totalmente l’uno all’altro.
7. Fai notare anche che i fidanzati che hanno rapporti sessuali non dovrebbero essere assolti alla pari dei conviventi che vivono more uxorio (da sposati).
Ebbene, condizione imprescindibile per essere assolti è il pentimento. Se uno non è pentito, anche se il sacerdote gli dà l’assoluzione, quell’assoluzione non lo raggiunge, perché il soggetto (mancando di pentimento) non è disposto ad essere riconciliato con Dio.
Inoltre per il vero pentimento si richiede anche il proposito di non offendere di nuovo il Signore.
Ora di per sé nel fidanzamento non ci si trova nell’occasione prossima di offendere il Signore, ma nella convivenza sì.
Pertanto i fidanzati non sono equiparabili ai conviventi, anche se cadono nelle medesime colpe.
Senza dire che i conviventi, per il loro modo di vivere da marito e moglie senza esserlo, offendono palesemente e cioè pubblicamente la legge del Signore.
Taluni fidanzati cristiani offendono il Signore, purtroppo. Ma non c’è l’offesa pubblica, che ha il valore di scherno pubblico della legge del Signore.
8. In riferimento alla celebrazione della cresima: se due conviventi vivono in castità, potrebbero in teoria ricevere la Cresima prima del matrimonio. Rimane però l’offesa pubblica alla legge del Signore.
Ne verrebbe fuori anche un altro problema che sarebbe motivo di confusione da parte della gente: due conviventi possono ricevere la Cresima, anche se convivono, perché vivono in castità; e altri due conviventi non possono riceverla perché non vivono in castità.
Ma queste cose chi le può sapere oppure chi ci può credere se non il solo confessore?
Pertanto se vogliono ricevere la Cresima la cosa più normale sarebbe che cessino di essere conviventi (sarebbe la cosa più logica) oppure, che dietro dispensa, la ricevano dopo il matrimonio.
Ti ringrazio del quesito, sono contento anch’io di averti incontrato, ti ricordo al Signore soprattutto in particolare per l’incarico che ti è stato affidato e ti benedico.
Padre Angelo