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Quesito

Gentile Padre Angelo Bellon,
leggo sempre con interesse i suoi interventi, e le faccio i complimenti: al giorno d’oggi non è facile poter contare su pareri così affidabili ed approfonditi.
Avrei un quesito a riguardo della cosiddetta “pillola del giorno dopo” chiamata anche “contraccettivo d’emergenza”. Ho sentito molte versioni a riguardo, spesso in contrasto tra loro, quindi cercavo un chiarimento, perché mi pare ci sia confusione.
Alcuni studiosi (fra cui la Pontificia Accademia per la vita, nel 2000) affermano che la pillola del giorno dopo ha affetto antinidatorio, quindi con una conseguenza “abortiva” sull’ovulo già fecondato. Tuttavia la maggioranza degli studiosi e dei comitati di ricerca (fra cui anche una parte cattolica) sono concordi nell’affermare che l’effetto è solo contraccettivo (bloccando l’ovulazione prima della fecondazione), come sembrerebbero confermare anche gli studi più recenti.
Come ci si pone in questo argomento da cattolici?
Alcuni esponenti cattolici paventano anche la possibilità di scomunica nei confronti di chi usa la pillola del giorno dopo, appunto riferendosi alla sua presunta azione abortiva (mi vengono in mente ad esempio alcune dichiarazioni di vescovi brasiliani tempo fa). Ma siamo sicuri che in questo caso non ci si confonda con la pillola abortiva Ru-486, che chiaramente è tutt’altra cosa, trattandosi di aborto chimico vero e proprio? La pillola del giorno dopo viene generalmente considerata solo contraccettiva, ma anche se essa avesse pure la possibilità di effetti abortivi, siccome questi ultimi non sono certi (sia per il fatto che non si sa se c’è stata effettivamente la fecondazione o no, sia per la possibilità dell’azione contraccettiva), si può parlare comunque di scomunica per aborto per chi la usa? Tale norma canonica non va forse interpretata in senso stretto, cioè applicata solo avendo la certezza dell’aborto, e non applicata con la semplice intenzione o possibilità di aborto?
Queste sono le mie considerazioni che ho tratto leggendo alcuni testi, ma non essendo esperto ho paura di sbagliarmi, quindi la ringrazierei se potesse chiarirmi le idee confermando o confutando tutto questo, grazie alla sua grande esperienza.
La ringrazio tantissimo e le auguro una buona domenica.
Arrivederci!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
le domande che mi poni sono due.
La prima: se la pillola del giorno dopo sia solo contraccettiva oppure sia anche abortiva.
La seconda: se chi la assume, incorra nella scomunica prevista per l’aborto.

1. Circa il primo punto la pillola del giorno dopo svolge una triplice funzione:
– impedisce agli spermatozoi di raggiungere l’ovulo, nel caso che non l’abbiano ancora fecondato;
– blocca l’ovulazione se questa non fosse ancora avvenuta;
– sfalda la parete uterina impedendo l’impianto dell’embrione.
Su questi tre processi ti rimando ad una nota che puoi trovare la termine di questa risposta.

2. Dalla terza finalità che ha pillola del giorno dopo si deduce che ha anche una finalità abortiva.
Ci si domanda: perché ci si ostina a dire che è contraccettiva?
Perché per aborto s’intende l’interruzione della gravidanza.
Ma quando inizia la gravidanza?
Per alcuni inizia con l’attecchimento dell’embrione nell’utero, e questo avviene tra il 5° e il 9° giorno dal concepimento.
Per altri invece inizia con il concepimento, e cioè con la penetrazione dello spermatozoo nell’ovulo.
Gli equivoci nascono di qui. Ma bisogna dire che, se anche si fa iniziare la gravidanza con l’attecchimento dell’embrione nell’utero, lui è vivo da almeno cinque giorni.
E ogni azione che cerchi di eliminarlo è abortiva.
Va cambiata dunque la definizione di aborto e va detto che esso consiste nell’espulsione dell’ovulo fecondato, dell’embrione o del feto non capace di vita extrauterina.

3. Circa la scomunica il Codice di diritto canonico è chiaro e non lascia spazio a dubbi. Dice infatti: “Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae” (can 1398).
Si parla pertanto di aborto voluto, procurato, non di aborto spontaneo o indiretto.
Inoltre si dice che la scomunica colpisce quando si ottiene l’effetto. Se dunque l’aborto è solo tentato, ma non consegue l’effetto, non si viene colpiti dalla scomunica.
Per latae sententiae s’intende che la scomunica colpisce immediatamente.
Nel caso della pillola del giorno dopo nessuno sa se si è realizzato un aborto. L’azione è abortiva, ma non si sa se ne abbia conseguito l’effetto. E pertanto, per quanto la sua assunzione sia un peccato particolarmente grave, tuttavia non è accompagnata da scomunica.

Ti saluto, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

Nota:
ti trascrivo quanto si legge in uno studio curato da V. Baldini e G.M. Carbone, pubblicato dalle edizioni studio domenicano di Bologna e che ha per titolo “Pillole che uccidono” (pp. 46-50).

“1. IL MECCANISMO DI AZIONE
Abbiamo già visto precedentemente che il concepimento naturale dell’essere umano avviene nel grembo materno a livello tubarico, e che l’embrione generato, senza impedimenti, migra verso l’utero dove si annida al quinto-nono giorno dal concepimento, per proseguire la sua crescita. Il levonorgestrel (pillola del giorno dopo) agisce principalmente a livello della tuba e dell’endometrio mimando l’azione del progesterone, e in misura minore agisce anche sui meccanismi dell’ovulazione e sulla cervice uterina.

1. 1. A livello della mucosa della cervice
Per quanto riguarda l’azione a livello della mucosa della cervice uterina, il levonorgestrel induce la produzione di un muco viscoso e poco permeabile agli spermatozoi.

1. 2. Sui meccanismi dell’ovulazione
Ipotizziamo, quindi, che sia avvenuto un rapporto non contraccettato e che gli spermatozoi risalgano fino all’ampolla tubarica e uno di essi fecondi l’ovocita.
L’ascesa degli spermatozoi viene favorita in primo luogo dalla spinta delle contrazioni della muscolatura liscia uterina generate dal coito femminile e in secondo luogo dalle correnti provocate dal battito delle cellule ciliate delle pareti tubariche.
Già circa novanta secondi dopo il rapporto viene riscontrata la presenza degli spermatozoi a livello della cervice uterina e nelle tube dopo circa cinque minuti. Il loro spostamento avviene a una velocità di circa due-tre mm al minuto, per un percorso totale di cento-centocinquanta mm.
Dopo un’ora circa gli spermatozoi si trovano già nell’ampolla della tuba di Falloppio, dove in genere si trova l’ovocita espulso dall’ovaio: così avviene il concepimento.
La sopravvivenza degli spermatozoi nelle tube può arrivare anche fino a novantasei ore (quattro giorni), mentre quella dell’ovocita non supera le ventiquattro ore. Quindi l’unico modo per impedire questo incontro rimane quello di arrestare bruscamente l’ovulazione.
Ipotizziamo dunque due casi diversi.
Primo caso: l’ovocita è già stato espulso dall’ovaio prima del rapporto o il giorno stesso. In questo caso sarebbe troppo tardi per intervenire con un’azione di blocco ovulatorio, tanto meno impedendo a livello della cervice la risalita degli spermatozoi con un potente progestinico di emergenza, dato che la loro velocità consente di raggiungere in tempi brevi la sede della fecondazione.
Secondo caso: l’ovocita deve ancora essere espulso dall’ovaio. Allora, sarebbe necessario bloccare l’ovulazione entro le settantadue ore successive al rapporto, durante le quali gli spermatozoi potranno sopravvivere nelle tube di Falloppio.
Ma, in queste condizioni di «emergenza» la «pillola del giorno dopo» è in grado di arrestare l’ovulazione?
Risulta evidente che il levonorgestrel (LNG) della «pillola del giorno dopo», se è assunto tra il nono e il quindicesimo giorno del ciclo ovarico, è in grado di bloccare l’ovulazione con il 17,7% di probabilità, mentre se è assunto tra 1’11° e il 19° giorno è in grado al massimo di bloccarla nel 23,5% dei casi.
Questi dati smentiscono le proprietà antiovulatorie di emergenza della «pillola del giorno dopo». Perciò, classificarla come contraccettivo è scientificamente scorretto.

1. 3. A livello delle tube e dell’endometrio
La «pillola del giorno dopo», quindi, non è in grado di impedire l’incontro dei gameti maschili con quello femminile, e quindi non previene il concepimento. Consideriamo adesso gli altri effetti di questo prodotto nell’ipotesi in cui sia avvenuta la fecondazione e quindi l’embrione umano stia migrando nella tuba di Falloppio diretto verso l’endometrio uterino per annidarvisi.
Il levonorgestrel, se è assunto in dosi massicce entro le settantadue ore successive al rapporto, agisce sulle tube di Falloppio: rallenta la motilità delle cellule epiteliari e così impedisce all’embrione di poter raggiungere l’endometrio uterino.
Il levonorgestrel agirà anche sull’endometrio uterino inducendo ipoplasia ghiandolare: la moltiplicazione cellulare si riduce, l’endometrio assume un aspetto edematoso, le arteriole si rarefanno e si verifica la decidualizzazione abortiva, cioè la trasformazione secretoria e incompleta dell’endometrio.
Tutte queste condizioni sono ostili all’annidamento dell’embrione e alla prosecuzione della gravidanza.
Dunque possiamo affermare con certezza che nel caso di un rapporto non contraccettato e fecondo, scopo della «pillola del giorno dopo» è quello di eliminare il concepito”.