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Quesito
Reverendo Padre Angelo,
spero di non essere troppo indiscreto nel porgerle due domande… spero che Lei non voglia giudicare i due argomenti, specie il secondo: inappropriati. E grazie x la sua risposta.
1) In cielo abbiamo il Risorto Gesù Cristo e l’Assunta Maria Vergine Sua Madre… O. K. in anima e corpo O.K. ergo un maschio e una femmina: il Nuovo Adamo e la Nuova Eva !
Da ciò sono condotto a cogitare che nella Vita Eterna tutto il genere umano, l’umanità redenta sarà come i due “prototipi”, ossia divisa in maschio e femmina; o l’uno o l’altro. O.K.
Non ci sarà l’eros poiché non varrà più il biblico “Crescete e moltiplicatevi”. O.K. sì, ma l’identificazione sessuale: maschio/femmina, penso che debba sussistere… non può essere uguale il sesso maschio dal sesso femmina, malgrado che il fine utilitario della riproduzione sia ormai cessato.
Pertanto nel Vangelo, alla domanda dei Sadducei (la moglie senza prole di ben sette mariti senza successione) Gesù risponde: “siete in torto; lì tutti saranno come angeli, non si prende moglie/marito”… ossia “come angeli”= senza distinzione sessuale.
D’altra parte S. Paolo dice che là non ci sarà né uomo né donna.
Ecco da questi due asserti Parola di Dio, mi vengo a trovare spiazzato nelle mie congetture.
Per piacere – con comodo – mi può indicare come un cristiano dovrebbe considerare le cose della Vita Eterna, in particolare la distinzione sessuale in ogni risorto?
2) quest’altra domanda è più sfaccettata… si tratta di disquisire attorno agli atti erotici-sessuali… un insieme di domande.
2A) la masturbazione: per me è peccato. Un peccato di quale peso/entità? ho sentito dire che addirittura da qualche parte veniva impartita la regola della confessione quindicinale o anche mensile: e veniva disposto che le masturbazioni intercorse nel frattempo venissero accusate poi, cumulativamente.
Al dunque dopo un avvenimento di autoerotismo ci si confessa prima della Messa/Comunione?
2B) Molte coppie – giovani soprattutto – convivono o compiono sesso occasionale… poi la domenica vanno a Messa…. ci pensano a confessare quanto avvenuto prima di ricevere la Santa Comunione? Il fatto è che tanti non sentono nella loro coscienza che l’atto commesso sia peccato o perlomeno non mortale ma peccato minore… non hanno ucciso, si vogliono bene, si scusano.
Davanti a questi casi cosa si ha da rispondere?
2C) L’omosessualità… qui si entra in un ginepraio. Per molti, se c’è affetto, il rapporto sessuale è alla stregua di quello etero-sessuale, anzi forse pure se si fa tanto per farlo come per “sport”!
Io credo che ci siano dovute distinzioni, pertanto è anche vero che gli omosessuali, oggi sempre più, vengono accettati nella società… si dice: anche nel regno animale l’omosessualità esiste… se c’è nella creazione ed ivi è diffusa… non soltanto nel genere umano… ciò vorrebbe dire che per Dio c’è consenso… (non si arriva a dire che nell’intenzione del Creatore c’è [stata] la volontà dell’esistenza di coppie omosessuali, ma si dice che Egli lascerebbe correre… ] … per me è un po’ strano… però va anche considerato e ci si dovrebbe domandare: chi cede ad atti omosessuali quanta colpevolezza ha ? è più colpevole di chi cede all’eros eterosessuale… e in che misura è più colpevole ? … e se un amplesso etero – oggi, per lo più viene sminuito definendolo “veniale” – come deve-si etichettare un amplesso omosessuale.
Davanti a questi casi, ed altri simili ancora, di omosessualità, un confessore cosa ha da rispondere?
Reverendo Padre Angelo, spero di non aver approfittato troppo della sua pazienza… se – con comodo – mi vorrà dare una qualche risposta, malgrado (e capisco bene) che l’argomento non sia univoco e che le risposte possono essere plurime, comunque qualsiasi cosa lei mi vorrà dire, sarà ben-accetta.
Buona e santa giornata,
in Domino,
Risposta del sacerdote
Carissimo,
solo oggi arrivo alla tua mail e ti domando scusa per il forte ritardo.
Rispondo a tutti i tuoi quesiti uno dietro l’altro.
1. In Paradiso ognuno rimarrà con la propria sessualità individuale.
Su questo non vi è alcun dubbio.
2. L’espressione “ormai non c’è più uomo né donna” è di San Paolo, il quale afferma testualmente: “Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,27-28).
San Paolo non dice che di là non ci sarà più maschio né femmina, ma di qua.
Egli vuole ricordare che diventando figli di Dio acquisiamo tutti una dignità che va al di sopra di tutte le differenze umane: schiavi, liberi, uomini, donne.
Per cui, alla tua prima domanda, la risposta è già data.
2. La masturbazione secondo il magistero della Chiesa è peccato grave.
Con questo peccato si offende gravemente Cristo perché si usa del “suo corpo” per motivi libidinosi: “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? … Qualsiasi peccato l’uomo commetta è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia, pecca contro il proprio corpo.
O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Cor 6,15.18-20).
Che si tratti di un peccato grave appare chiaramente anche da quanto dice San Paolo: “Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quell’avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono” (Col 3,5-6).
San Paolo dice: “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10).
Dove la Conferenza episcopale italiana ha tradotto con depravati nel testo latino si trova molles con chiaro riferimento alla mollities, al vizio solitario.
Impurità e impudicizia sono sinonimi di autoerotismo.
Se da qualche parte insegnano diversamente, ne dovranno rispondere davanti a Dio il quale ha detto per bocca di Paolo: “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato.
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che ci dona il suo santo Spirito” (1 Ts 4,3-8).
3. Sul fare ugualmente la Santa Comunione pur essendo in peccato grave Giovanni Paolo II in Ecclesia de Eucharistia ha detto che “vige e vincerà sempre nella Chiesa la norma con cui il concilio di Trento ha concretizzato la severa affermazione dell’Apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell’eucaristia, si deve permettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio del peccato mortale” (n. 36).
4. Se molte coppie di giovani, come tu dici, fanno la Santa Comunione senza essersi confessati perché ritengono veniali le relazioni sessuali fuori del matrimonio vanno corretti.
La coscienza non è infallibile. Si può sbagliare.
Inoltre va ricordato che in alcuni casi la coscienza può essere oscurata da una cattiva condotta per cui si rimane vittime dei propri atti.
San Paolo non scusa coloro che si vantano di azioni di cui mentre dovrebbero vergognarsi, ma in quel medesimo versetto dice che “la loro sorte finale sarà la perdizione” (Fil 3,19).
5. Inoltre va anche detto che l’omosessualità non è come l’eterosessualità. Questa è un’inclinazione naturale, l’altra non lo è (cfr Rm 1,26).
Se l’inclinazione non è ancora peccato, ma semplicemente è un disordine, gli atti omosessuali alla pari di quelli eterosessuali compiuti fuori del matrimonio non sono secondo Dio.
Anzi i primi, secondo la Sacra Scrittura, “sono contro natura” (Rm 1,26).
Questa valutazione, evidentemente, è fatta sul profilo oggettivo degli atti.
Sul versante soggettivo la valutazione deve essere cauta tenendo presente anche per questa materia l’indicazione autorevole della Congregazione del clero nel caso Washington: “Le particolari circostanze che accompagnano un atto umano oggettivamente cattivo, mentre non possono trasformarlo in un atto oggettivamente virtuoso, possono renderlo incolpevole o meno colpevole o soggettivamente giustificabile” (26.4.1971).
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo