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Quesito
Gentile Padre Angelo.
Sono una persona che ama spesso fare ragionamenti sulla teologia o sulle cose di Chiesa in genere, di conseguenza mi vengono (o mi faccio) anche delle domande a cui cerco di rispondere forse senza riflettere in maniera adeguata perché è impossibile ricordare tutti i pronunciamenti su un qualsiasi tema.
Ho riletto bene le definizioni di dubbio volontario e involontario secondo il Catechismo e mi sembra di capire che la materia grave in tal senso sia negare o dubitare ciò che ci viene insegnato. Sul piano pratico domande come: “Come fa la mia anima a provare sentimenti anche fuori dal corpo?” o domande stavolta involontarie sul “come” della transustanzazione proprio mentre ci si comunica costituiscono peccato?
Una volta detto questo, fin dove si estende il limite di ciò che non si deve discutere?
Ad es. È peccato auspicarsi alcuni cambiamenti delle regole per i laici consacrati?
Leggendo uno scritto di S. Filippo Neri in cui sostiene che il diavolo tenti maggiormente dopo pranzo, risultandomi strana questa affermazione, ho pensato che possa avergli attribuito le tentazioni della carne che ci vengono magari a quell’ora. Ho valutato il pensiero e non mi sembrava di peccare.
Ringraziando per la disponibilità concessami, le porgo distinti saluti.
Un lettore
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i dubbi, anche volontari, se sono finalizzati all’indagine, non costituiscono alcun peccato.
Il dubbio metodologico è previo e necessario a qualsiasi indagine, anche teologica.
Diverso invece è il dubbio che vuole mettere in discussione ciò che è sancito dal Vangelo e dalla dottrina della Chiesa, come se ci avessero imbrogliati.
2. Non è peccato auspicare alcuni cambiamenti delle regole per i laici consacrati.
Una cosa è obbedire alla legge, finché c’è, e un’altra è domandarsi se non ci possano essere delle leggi migliori.
Se non vi fosse questo desiderio, saremmo nell’immobilismo assoluto.
3. La tua valutazione sull’affermazione di San Filippo Neri non è peccaminosa, perché è accompagnata da rispetto e da desiderio sincero della verità.
Tu hai portato una motivazione.
San Filippo Neri pensava invece al demonio meridiano di cui si parla nel Salmo 91,6. La traduzione attuale parla di “sterminio che devasta a mezzogiorno”.
Sinceramente bisogna dire che la traduzione attuale non fa comprendere meglio le cose. Il demonio meridiano invece aveva attirato l’attenzione di molti maestri di spirito.
Questo demonio ha a che fare con le tentazioni che si possono provare quando il nostro corpo e la nostra mente sono indebolite a motivo dell’esaurimento di energie e anche con lo spossamento che si prova subito dopo pranzo, quando si sente l’esigenza di riposare per favorire la digestione.
In conclusione: in nessuno dei casi che mi hai proposto mi pare che vi siano dei peccati.
Ti prometto un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo