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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
vorrei sapere cosa è conveniente fare nel tempo che intercorre tra l’aver commesso un peccato grave e il Sacramento della Riconciliazione, soprattutto se questo tempo dura più di un giorno.
La ringrazio in anticipo della sua risposta che spero di ricevere presto.
La saluto e la incoraggio per il suo ministero.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. nel tempo che intercorre tra il compimento di un peccato grave e la confessione sacramentale è necessario pentirsi.
Il vero pentimento, se è animato soprattutto dal motivo di aver offeso Dio e di aver causato di nuovo la morte della presenza di Cristo nella nostra anima, avviene sotto l’azione della grazia di Dio che vuole subito raggiungerci per riportarci alla piena comunione con Lui e ci riporta in grazia ancor prima della celebrazione del sacramento.

2. Pertanto chi ha commesso un peccato grave o mortale deve riconciliarsi al più presto con Dio tramite un atto di contrizione o dolore perfetto, che include almeno implicitamente il proposito di accedere in seguito al Sacramento.
Questa necessità è richiesta per molte ragioni.
Eccole:

3. Perché la permanenza volontaria nel peccato mortale, soprattutto se molto lunga, manifesta un certo disprezzo per Dio, poiché si stima di poco conto vivere amicalmente con lui. E questo, di suo, è già un gravissimo peccato. Dice S. Paolo: “O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere” (Rm 2,4-6).
Si legge in Sir 5,4.7-8: “Non dire: ho peccato e che cosa mi è successo? Perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: la sua misericordia è grande, mi perdonerà i molti peccati, perché presso di lui ci sarà misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato”.

4. Per il gravissimo pericolo di perdersi eternamente con una morte improvvisa.
La S. Scrittura mette ripetutamente in guardia da questa possibilità quando esorta: “Non aspettare a convertirti al Signore, e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato” (Sir 5,8-9); “Vegliate dunque perché non sapete né il giorno né l’ora” (Mt 25,13); “Anche voi tenetevi pronti perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate” (Lc 12,40).

5. Perché tutte le opere buone compiute senza la grazia di Dio sono inutili per la vita eterna, non possedendo alcun merito soprannaturale.
Rimangono buone, ma sono morte sotto il profilo del merito.
Gesù ha detto chiaramente: “Chi non raccoglie con me, disperde” (Mt 12,30).

6. Perché è quasi impossibile rimanere qualche tempo in peccato mortale senza cadere in nuovi peccati, che offendono Dio e peggiorano la già deplorevole situazione del peccatore.
Dice San Gregorio Magno: “Il peccato non riparato subito con la penitenza, col suo peso trascina ad altri peccati” (In Ezechielis homilia, 11).

7. Per tutti questi motivi è convenientissimo che ci si rialzi dal peccato e ci si penta il più presto possibile.
Questo pentimento poi risulta necessario se il peccatore viene a trovarsi in punto di morte, in pericolo prossimo di perdere permanentemente l’uso di ragione, nella necessità di ricevere o amministrare un sacramento dei vivi, quando si avverte chiaramente che è impossibile evitare il peccato senza essersi pentiti del peccato precedente.

8. Questo non significa che si possa fare lo stesso la Santa Comunione. Vi sono ancora tante cose da fare perché la riconciliazione sia vera e piena.
Più o meno come avviene per chi ha causato un grave incidente stradale. Non è sufficiente che chieda scusa ai danneggiati. Questo è solo la premessa. Sono necessarie ancora molte altre cose, tra cui il pagamento dei danni.

Ti ringrazio per il quesito che mi ha dato la possibilità di ribadire verità molto importanti per la vita cristiana e per la nostra salvezza eterna.
Ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo