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Quesito
Caro Padre Angelo,
seguo con grande passione la Sua rubrica e, non a caso, spesso ho approfittato della Sua speciale vocazione di apostolato per dirimere alcuni miei dubbi di fede.
La questione che mi perplime ultimamente è questa: perché ci sono persone che, in tutto il loro libero arbitrio, rifiutano Dio e vanno all’Inferno? So che questo avviene perché Dio ama la nostra libertà più di ogni altra cosa (mi corregga se sbaglio o sono impreciso), ma come si può conciliare questo con il fatto che, essendo il Paradiso la realizzazione di tutti i desideri umani, ci sono persone che vorrei che fossero con me in Paradiso dopo la loro morte (malgrado tutti i loro peccati mortali o la loro inimicizia nei miei confronti,…), ma magari non sono lì per il loro rifiuto di Dio? Non sarebbe un mio desiderio, buono e giusto, non esaudito? In fondo, chi non vorrebbe essere amico di tutti e vedere in ogni persona tutto il bene che in lei può compiersi?
La ringrazio e La ricordo nelle mie preghiere.
Gabriele
Risposta del sacerdote
Caro Gabriele,
1. se partiamo dalla tua definizione di Paradiso (“il Paradiso è la realizzazione di tutti i desideri umani”) verrebbe da concludere che se di là non riavremo la compagnia degli amici quello per noi non sarà Paradiso.
Ma il Paradiso non è semplicemente “la realizzazione di tutti i desideri umani”.
Il paradiso consiste invece nella nostra perfetta unione con Dio.
2. Tra l’altro, Dio desidera più di noi la compagnia degli uomini.
Non già perché gli manchi qualche cosa ma perché Egli vuole colmare il cuore di ogni uomo con se stesso, sorgente e fine di ogni bene.
Ma se qualche uomo non vuole stare con Dio e non accetta la sua amicizia, la perfezione di Dio che è infinita non viene diminuita.
3. Orbene, queste due premesse ci aiutano a risolvere il tuo quesito.
La vita eterna consiste essenzialmente nel possesso di Dio.
Questo possesso si attua attraverso la visione beatifica.
È la cosiddetta beatitudine essenziale.
4. La comunione con gli amici, che in Paradiso ci sarà, costituirà la porzione di beatitudine accidentale, come la chiamano i teologi.
Certo il Signore vuole colmare il nostro desiderio anche attraverso la compagnia degli amici.
Ma se qualcuno dei nostri amici non vorrà stare con noi, come succede per i dannati, la nostra beatitudine non sarà in nessun modo diminuita.
5. Infatti fin che siamo di qua la compagnia degli amici è ambita perché abbiamo tante cose materiali e spirituali da scambiarci e così ci aiutiamo gli uni gli altri.
Ma di là coloro che sono all’inferno non vogliono ciò che noi vorremmo loro comunicare né hanno qualche cosa da comunicare.
Sono privi di ogni bene e in possesso di ogni male.
Dal momento in cui vanno all’inferno si direbbe che cessano di essere nostri amici e diventano nostri nemici, sebbene non possano nuocerci in nessuna maniera.
6. Inoltre mentre i veri amici godranno in Paradiso godranno della “più piacevole di tutte le compagnie, perché, insieme con tutti i beati, si godrà ogni bene possibile. Ognuno amerà l’altro come se stesso e perciò godrà del bene altrui come se fosse un proprio bene personale” (San Tommaso, Esposizione del Credo), che cosa si potrebbe comunicare con i dannati?
Né vogliono la nostra beatitudine né hanno qualche cosa offrirci.
Tra noi e loro ci sarà un abisso, come viene detto nella parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16,26).
Purtroppo non vorranno ostinatamente la nostra amicizia. Anche questo costituirà una porzione del loro inferno.
7. Vengo ora alle altre domande.
Scrivi: “perché Dio ama la nostra libertà più di ogni altra cosa (mi corregga se sbaglio o sono impreciso)”.
Sì, ti correggo. Dio, più che amare più di ogni altra cosa la nostra libertà, la rispetta.
8. “ma magari non sono lì per il loro rifiuto di Dio?”
Possono averlo rifiutato anche indirettamente come emerge da Mt 25,45-46: “Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me».
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”.
9. “Non sarebbe un mio desiderio, buono e giusto, non esaudito? In fondo, chi non vorrebbe essere amico di tutti e vedere in ogni persona tutto il bene che in lei può compiersi?”.
Sì, è vero, ma sono loro che non vogliono più stare con te.
Anzi sono ostinatamente pieni di odio per Dio e per te.
10. Possiamo dire che quel desiderio non sarà realizzato.
Non già perché Dio ce lo voglia negare, ma perché la persona interessata non lo vuole.
E questo perché da amica è diventata nemica.
Ma quelli che saranno veramente nostri amici Dio ce li conserverà per sempre.
E la comunione con loro supererà infinitamente quanto possiamo desiderare e immaginare.
Con l’augurio di portarteli tutti dietro per l’eternità, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo