Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo Emanuele. Proprio ieri, purtroppo, mia moglie ha avuto un aborto spontaneo quando il feto aveva ancora sei settimane. Questo brutto evento, oltre a portarci profondo dispiacere, mi ha fatto riflettere su un particolare della nostra vita di cristiani.
Ognuno di noi possiede un’anima, e una volta lasciata la vita corporale, vivrà per l’eternità nella luce di Dio.
Ma il mio quesito è questo: quando il nostro corpo riceve un’anima? Al momento del concepimento? E quindi, il feto che abbiamo perso aveva già un’anima?
Ti ringrazio anticipatamente per la risposta che mi darai.
Emanuele


Risposta del sacerdote

Caro Emanuele,
1. sono particolarmente vicino a te e a tua moglie per la perdita del bambino che attendevate con tanto amore.
Questa sera, nella celebrazione della Messa, unirò il vostro dolore a quello di Cristo perché possa essere utile per la conversione di molti.

2. Il bambino che avete perso ha vissuto sei settimane.
Ha vissuto. Questo significa che aveva l’anima, perché l’anima è ciò che dà la vita ad un corpo.
Quando questo corpo è umano, riceve il principio della vita (vale a dire l’anima) direttamente da Dio nel momento stesso del concepimento.

3. Papa Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra ha affermato 1961: “La vita umana è sacra; fin dal suo affiorare impegna direttamente l’azione creatrice di Dio. Violando le sue leggi si offende la sua divina Maestà, si degrada se stessi e l’umanità e si svigorisce altresì la stessa comunità di cui si è membri” (181).
Certamente la vita umana affiora nel momento stesso del concepimento, quando lo spermatozoo penetra nell’ovulo.

4. Il vostro bambino era una persona con la stessa dignità di tutte le altre.
Senti che cosa ha detto Papa Benedetto XVI: “l’amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre e il bambino o il giovane o l’uomo maturo o l’anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza (Gn 1,26). Non fa differenza perché in tutti ravvisa il volto del suo Figlio Unigenito, in cui ‘‘ci ha scelti prima della creazione del mondo,… predestinandoci a essere suoi figli adottivi… secondo il beneplacito della sua volontà’ (Ef 1,4-6)” (27.2.2006).

5. Pensate dunque al vostro bambino, la cui anima immortale è salita davanti a Dio.
Di lì vi vede, vi ama, vi segue e vi attende.
Lui non ha bisogno di preghiere, perché è perfettamente innocente.
Ma voi potete appellarvi a lui, al suo aiuto e alla sua intercessione.

Vi rinnovo la mia vicinanza, vi assicuro la mia preghiera e vi benedico.
Padre Angelo