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Quesito

Caro Padre Angelo,
a conclusione della mia ultima confessione, ho ricevuto dal sacerdote presso il quale mi confesso abitualmente la recita del Magnificat come penitenza.
Al momento, ben lieta del Sacramento e dell’assoluzione, mi sono messa alla ricerca della preghiera per recitarla. Solo successivamente, meditando sul bellissimo testo, mi sono domandata con quale criterio venga assegnata la penitenza, poiché mi sembra che dovrebbe essere una preghiera di pentimento, di riparazione, insomma almeno una “piccola sofferenza” per espiare almeno in parte l’offesa recata al Signore. Il Magnificat è per me una grande esplosione di lode, di adorazione e di gioia.
Grazie per la Sua risposta.
Il Signore La benedica sempre.
Giulia


Risposta del sacerdote

Cara Giulia,
il sacerdote nel dare la penitenza segue il criterio dell’utilità del penitente.
Quello che tu dici è vero.
Ma è anche vero che quando il Signore ha guarito il paralitico dicendogli: “Ti sono rimessi i tuoi peccati” la gente è esplosa in un coro di meraviglia e di lode.
Luca scrive: “Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose»” (Lc 5,26).
Matteo: “A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini” (Mt 9,8).
E Marco: “Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!»” (Mc 2,12).
Pertanto il tuo sacerdote non si è sbagliato. È rimasto nella linea del Vangelo.

Ti ringrazio, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo