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Quesito

p. Angelo, buongiorno,
vorrei (se non La disturbo) porLe un altro quesito:
tralasciando la questione del numero degli abitanti dell’inferno e tralasciando la questione delle pene infernali (pena del senso o condizione dell’animo?), c’è un problema, ad esse connesso, che non mi è chiaro: le Scritture ci dicono che anche i demoni sono seriamente puniti nell’inferno, ora, io mi domando, perchè l’iconografia dantesca ed alcune NDE (esperienze pre morte) ci descrivono una situazione in cui i demoni, non solo non soffrono, ma sadicamente si divertono?
Loro che hanno peccato, forse più gravemente degli uomini, non sono puniti, ma quasi premiati?!
Sperando in una Sua cortese risposta, colgo l’occasione per salutarLa molto cordialmente.
Giovanni


Risposta del sacerdote

Caro Giovanni,
1. i demoni sono cattivi non per la loro natura (sono angeli per natura), ma per la loro volontà (San Tommaso, Somma teologica, I, 63, 4).
La loro volontà è perversa.
Non c’è da meravigliarsi che inducano gli uomini al male e poi godano della loro rovina.
E tuttavia anche questo loro perverso godimento non li fa star bene ma è motivo di ulteriore tormento.

2. San Tommaso dice che i demoni godono massimamente del peccato di lussuria per la difficoltà di uscirne fuori (Somma teologica, I-II, 73, 5, ad 2).
La sua affermazione è sulla linea di quanto già diceva Sant’Agostino il quale affermava che “il demonio gode specialmente dei peccati di lussuria e di idolatria” (Super Leviticum).

3. Dice anche che “i demoni anelano massimamente a questo: che venga loro dato un culto divino” (Somma teologica, I-II, 85, 2, ad 3).
Ma è proprio per questi loro perversi desideri che vengono ancor più tormentati.

4. S. Agostino dice che “il diavolo ha potere su quelli che disprezzano i precetti di Dio, e si rallegra di questo suo disgraziato potere” (Contra Manichaeos).
San Tommaso precisa che “il timore, la gioia, il dolore ed altre simili cose, in quanto passioni non possono trovarsi nel demonio: infatti come tali appartengono propriamente all’appetito sensitivo, che è una facoltà che ha sede in un organo corporeo”.
Non si tratta pertanto di soddisfazioni sensibili come quelle del sarcasmo o cose del genere, ma di aspetti diversi della loro volontà  nella quale “ci possono essere gioia e dolore sotto aspetti diversi perché si rallegrano per una cosa e se ne dolgono per un’altra (cfr. Somma teologica, I, 64, 3, ad 1).
Si rallegrano del peccato, ma soffrono per la loro perversa volontà e sotto un certo aspetto il loro tormento si accresce perché istigano gli uomini al peccato.
Quella loro parvente soddisfazione è dunque causa di ulteriore dolore.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo