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Quesito
Caro Padre Angelo,
ho 65 anni e, come ben dice Berlicche in una delle sue fantastiche lettere, anche la mia vita è stata un po’ "ondulatoria" e tuttavia fino a poco fa mai ho avuto dubbi di fede (del resto mille difficoltà non fanno un dubbio diceva Newman).
Per questo le chiedo: in cosa e fino a dove è di fede condividere la mens del Papa? Mi riferisco, giusto per fare un esempio, a come ha "riletto" Fatima nei discorsi per il Centenario e a tanti altri interventi.
Tanto per capirci, non mi iscrivo certo alla conventicola dei sedevacantisti et similia e tuttavia avverto che il peso e la confusione in me crescono come non mai.
Alcuni amici mi dicono che basta non ascoltare e seguire, ma io credo che abbia ragione GKC (Gilbert Keith Chesterton, n.d.r.): quando si entra in chiesa ci si leva il cappello non il cervello, cioè detto alla GPII (Giovanni Paolo II, n.d.r.) fides et ratio camminano, volano insieme.
Grazie se riterrà di ascoltare e magari troverà il tempo per una risposta o anche solo per indicarmi dove trovare una risposta fondata.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Fatima è una rivelazione privata e pertanto non impegna la fede dei credenti, sebbene sia temerario negarne l’autenticità soprattutto dopo che la Chiesa ha istituto anche la memoria liturgica dell’apparizione.
Certamente Papa Francesco non ha voluto impegnare la fede dei credenti nella sua rilettura di Fatima.
Papa Francesco ha fatto un’omelia che ha voluto toccare un aspetto – che indubbiamente è vero – del messaggio di Fatima.
Nella sua omelia non pretendeva di tutto né intendeva cambiare quello che i suoi predecessori avevano detto lì quando si erano recati come pellegrini.
Pertanto la sua omelia rientra nel suo magistero ordinario, al quale va prestato l’ossequio e cioè il rispetto dell’intelletto e della volontà.
2. Nell’omelia fatta nel centenario dell’Apparizione ha detto queste precise parole:
“Abbiamo una Madre! Una “Signora tanto bella”, commentavano tra di loro i veggenti di Fatima sulla strada di casa, in quel benedetto giorno 13 maggio di cento anni fa. E, alla sera, Giacinta non riuscì a trattenersi e svelò il segreto alla mamma: “Oggi ho visto la Madonna”. Essi avevano visto la Madre del cielo. Nella scia che seguivano i loro occhi, si sono protesi gli occhi di molti, ma… questi non l’hanno vista. La Vergine Madre non è venuta qui perché noi la vedessimo: per questo avremo tutta l’eternità, beninteso se andremo in Cielo.
Ma Ella, presagendo e avvertendoci sul rischio dell’inferno a cui conduce una vita – spesso proposta e imposta – senza Dio e che profana Dio nelle sue creature, è venuta a ricordarci la Luce di Dio che dimora in noi e ci copre, perché, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura, il «figlio fu rapito verso Dio» (Ap 12,5). E, secondo le parole di Lucia, i tre privilegiati si trovavano dentro la Luce di Dio che irradiava dalla Madonna. Ella li avvolgeva nel manto di Luce che Dio Le aveva dato. Secondo il credere e il sentire di molti pellegrini, se non proprio di tutti, Fatima è soprattutto questo manto di Luce che ci copre, qui come in qualsiasi altro luogo della Terra quando ci rifugiamo sotto la protezione della Vergine Madre per chiederLe, come insegna la Salve Regina, “mostraci Gesù”.
Carissimi pellegrini, abbiamo una Madre, abbiamo una Madre! Aggrappati a Lei come dei figli, viviamo della speranza che poggia su Gesù, perché, come abbiamo ascoltato nella seconda Lettura, «quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo» (Rm 5,17)”.
3. Il Papa sembra aver voluto riportare il sentire di molti nei confronti di un aspetto del messaggio di Fatima quando ha detto: “Secondo il credere e il sentire di molti pellegrini, se non proprio di tutti, Fatima è soprattutto questo manto di Luce che ci copre”.
4. Probabilmente l’aspettativa di non pochi era in tutt’altra direzione.
Si aspettavano forse che il Papa richiamasse la necessità dei sacrifici per la conversione dei peccatori, l’invito alla preghiera quotidiana del Rosario, il pericolo dell’inferno, i pericoli per la pace nel mondo se non si prega.
Anche se non ha toccato espressamente questi temi non significa che quanto ha detto non sia vero.
Nella sua breve omelia sembra aver voluto dire questo: prima ancora di entrare nei contenuti delle apparizioni, è significativa la presenza della Madonna.
Sicché pieno di speranza ha concluso dicendo: “Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.
5. Pertanto, sì, è vero quanto ha detto Chesterton.
Ma è altrettanto vero che il Vicario di Cristo a Fatima a voluto ricordare la cosa più importante, quella che conduce a Dio, come ha condotto Giacinta e Francesco: lasciarci avvolgere dalla luce di Maria.
Perché è la luce che ci porta a Dio.
6. In questa luce il Papa ha richiamato anche tutti i contenuti delle varie apparizioni:
“Come esempi, abbiamo davanti agli occhi San Francesco Marto e Santa Giacinta, che la Vergine Maria ha introdotto nel mare immenso della Luce di Dio portandoli ad adorarLo.
Da ciò veniva loro la forza per superare le contrarietà e le sofferenze.
La presenza divina divenne costante nella loro vita, come chiaramente si manifesta nell’insistente preghiera per i peccatori e nel desiderio permanente di restare presso “Gesù Nascosto” nel Tabernacolo”..
L’insistente preghiera per i peccatori è stato il carisma di Giacinta, mentre il desiderio permanente di restare presso “Gesù Nascosto” nel Tabernacolo è stato il carisma di Francesco.
7. È un invito a fare altrettanto.
Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di riportare questi passaggi importanti di Papa Francesco che forse sono stati dimenticati troppo in fretta.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo