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Gentile padre Angelo,
grazie per le precedenti risposte!
Ho ancora qualche dubbio ma ho paura di esprimermi male e di essere frainteso perchè non voglio essere polemico o contraddire la Chiesa.
Voglio riferirmi alle preghiere ai Santi e a Maria.
I protestanti dicono (riassumo malamente) che non si devono pregare intermediari ma Dio direttamente e che di questa pratica cattolica non c’è evidenza nella Scrittura.
Questo non lo condivido e concordo con quello che ha scritto in passato circa la fondatezza biblica. Ho letto le risposte e le trovo esaustive.
Quello che non capisco bene, invece, è la scelta (legittima) di pregare i santi anziché Dio. Cioè: se ho dieci minuti di tempo, se voglio una grazia particolare, ecc, perché dovrei rivolgermi ai santi anziché direttamente a Dio? Non sarebbe meglio rivolgersi a Lui direttamente? Non la metto sul piano dei protestanti, io so che è legittimo ed utile pregare i Santi, ma mi chiedo se non sia “preferibile” chiedere direttamente a Dio.
Perché dovrebbe essere “meglio” (termine sbagliato) rivolgerci a un Santo e “chiedere di chiedere” a Dio qualcosa anziché inginocchiarsi direttamente davanti al tabernacolo che contiene Gesù in carne e rivolgersi a lui?
Le scritture non vietano certo la preghiera ai Santi, ma quando hanno chiesto a Gesù come si deve pregare, Lui ha insegnato il Padre Nostro: non dovrebbe essere questa la preghiera prediletta? Detto banalmente, da cosa posso capire che Dio gradisca un’Ave Maria quanto un Padre Nostro?
Scusi, non voglio essere polemico, è solo per capire.
Infatti, se rifletto sul rosario, so e sento che è una preghiera “cristocentrica” perché riflette sulla vita di Gesù. Mi chiedo comunque perché si recitino 50 Ave Maria e non 50 Padre Nostro.
Sia chiaro, adoro la preghiera mariana, e non smetterò mai di recitarla!!! Non so bene perché, ma “sento” che è giusta e gradita, solo che non capisco le ragioni teoriche che spiegano perché si debba preferire una preghiera all’altra.
Come dire: non che non vada bene, ma perché l’una e non l’altra?
Un po’ come dire: quale preghiera è più gradita a Dio? -E io la dirò-
Saluti
D.
PS Io comunque prego sempre Maria e, anche se ci possono essere questi dubbi teorici, “sento” che è la cosa giusta!
Caro D.,
1. hai ricordato giustamente che sotto il profilo biblico Dio stesso chiede di rivolgersi a Lui attraverso i giusti, e cioè i Santi.
Ne troviamo una conferma lampante nel libro di Giobbe.
Qui leggiamo che Dio dice ai tre amici di Giobbe: “Andate dal mio servo Giobbe…, il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza” (Gb 42,8).
La Bibbia di Gerusalemme annota: “Giobbe figura come intercessore a somiglianza di Abramo (Gn 18-22-32; 20,7), Mosè (Es 32,11), Samuele (1 Sam 7,5, 12,19), Amos (Am 7,2-6), Geremia (Ger 11,14; 37,3; 2 Mac 15,14). La sua prova sembra una ragione dell’efficacia della sua preghiera”.
2. Dunque l’intercessione dei Santi è particolarmente preziosa davanti a Dio ed è giusto che gli uomini – considerando i propri meriti, anzi i propri demeriti – si appellino a Dio per l’intercessione dei loro amici migliori, che sono a Dio particolarmente graditi, i santi.
Sicché ciò che la nostra preghiera non può ottenere, lo può ottenere tramite i meriti dei Santi.
È dunque una questione di umiltà e di indegnità.
3. Torniamo sulla richiesta fatta da Dio ai tre amici di Giobbe: Dio chiede di appellarsi alla preghiera di un giusto.
Da tale richiesta si può notare come Dio abbia dato grande dignità a Giobbe costituendolo intercessore e sacerdote nell’espiazione della colpa commessa dai tre amici.
Questi sono costretti ad andare da Lui per ottenere misericordia in virtù delle sue preghiere.
4. Si legge poi che “Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà andarono e fecero come aveva detto loro il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe” (Gb 42,9).
La traduzione dei LXX dice: “E il Signore rimise loro il peccato a motivo di Giobbe”.
Così per mezzo dell’obbedienza e dell’umiltà diventarono degni di vedere esaudita la preghiera fatta per loro da un giusto.
5. Abbiamo qui un testo classico per dimostrare il dogma cattolico dell’intercessione dei Santi.
Dio stesso infatti costituisce Giobbe intercessore per gli amici e dichiara efficace la sua intercessione, come quella degli altri giusti menzionati nella Bibbia di Gerusalemme.
La conseguenza è chiara: se la preghiera degli amici di Dio su questa terra è efficace, perché non dovrebbe più esserlo dal momento che questi amici di Dio sono ormai eternamente presso di Lui?
6. Inoltre questo non deroga per nulla alla mediazione di Gesù Cristo, unico mediatore nostro, il quale ha voluto premiare i suoi amici conferendo ad essi una partecipazione del suo potere.
Egli stesso ha detto: “Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono” (Ap 3,21).
7. Infine a proposito del Rosario opportunamente si recitano dieci Ave Maria dopo il Padre nostro, che rimane la preghiera più gradita a Dio perché insegnataci da Dio stesso.
Quelle Ave Maria servono a impetrare dalla Madonna la grazia di potere contemplare gli eventi della vita di Gesù con gli stessi sentimenti del suo cuore immacolato.
Da noi stessi, così bassi e incapaci, che cosa potremmo fare?
Inoltre quelle Ave Maria ci permettono di ringraziare per quegli eventi col grazie più bello uscito da una creatura umana. Ed è quello di Maria.
Infine ci spingono a domandare grazie con la preghiera più umile, più santa e più gradita a Dio tra tutte le creature umane qual è quella di Maria.
8. Tu già lo fai, perché ne senti la necessità.
Hai fatto la domanda perché ne volevi la spiegazione razionale e motivata dalla Sacra Scrittura.
Ed è quella che ti ho presentato.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo