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Quesito

Salve Padre Angelo,
per caso mi sono trovato in mezzo a una discussione con degli atei e mi è capitato di parlare di miracoli ed esorcismi e sapere il loro punto di vista. Bene essi sostengono anzitutto che molti esorcismi siano da imputare a casi di isteria e di psicologia, sugli altri miracoli parlano di suggestione, mentre su quello che ancora non trovano risposte dicono che la scienza è in progresso e si arriverà a dimostrare anche quello.
Quello che però più mi ha colpito è stata una riflessione: molti miracoli sono avvenuti in tantissime altre religioni, prima fra tutte l’induismo dove si attribuisce il tutto alla divinità ganesha.
Volevo chiederle qual è la presa di posizione della chiesa su questi avvenimenti e come si spiegano queste cose? Come mai molti miracoli avvengono anche nelle altre religioni? Quando ho parlato di esorcismi (in cui alcuni posseduti avrebbero la facoltà di levitare, di parlare lingue sconosciute, di sputare chiodi) essi mi hanno parlato di fachiri.
Il Cristianesimo ha una nota che la contraddistingue in materia di miracoli? Oppure questi fatti sono assimilabili a tutti quei casi di altre religioni?
Credo più nell’autenticità dei miracoli della nostra religione… ma ancora sono sconcertato e sono rimasto spiazzato dalla riflessione che mi hanno fatto sui miracoli di altre religioni…
La saluto e la benedico nel mio piccolo.
Aspetto una sua risposta


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. i giudei stessi di fronte a Gesù, non volendo ammetterne la divinità, affermavano che faceva miracoli con la forza che gli derivava dal peggiore dei demoni, da Beelzebul.
Gesù stesso dice che “sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24,24).
Anche San Paolo parla di questi prodigi compiuti per opera di satana, soprattutto verso l’approssimarsi della fine del mondo: “Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri” (2 Ts 2,9-10).
Ugualmente nell’Apocalisse “Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi” (Ap 16,13-14).
Dunque secondo la Sacra Scrittura i demoni possono fare prodigi.

2. Va detto inoltre che talvolta si pensa che un determinato evento sia miracoloso, invece è in atto solo l’abilità di chi ha agito. È il caso dei cosiddetti illusionisti o anche di chi è particolarmente destro in certe operazioni, come avvenne nel caso di don Bosco, ingiustamente accusato di pratiche magiche.

3. Il problema più grosso nasce dal fatto che Gesù ha presentato il miracolo come segno che certifica l’autenticità del Vangelo e conseguentemente della dottrina e della santità della vita dei suoi.
Nascono allora due due problemi.
Il primo: in che modo possano compiere segni e prodigi.
Il secondo: come possiamo distinguere i segni che vengono da Cristo da quelli operati dai demoni.

4. Prima però di dare una risposta a questi due problemi, ti rendo edotto della consapevolezza degli antichi sulla possibilità che alcuni per propria virtù o per virtù derivante dai demoni potessero compiere prodigi.
Ecco che cosa riferisce Jacopo fa Voragine, domenicano e arcivescovo di Genova del sec. XIII nella sua famosa “Legenda aurea” a proposito dei prodigi compiuti a Roma da Simon mago.
“Frattanto Simon mago era così amato da Nerone, da essere ritenuto colui che teneva in mano il destino dell’intera città. Dice il papa Leone che un giorno mentre stava dinanzi a Nerone, Simone cominciò a trasformarsi nel volto ed ora sembrava un vecchio, ora un fanciullo: vedendo tal meraviglia l’imperatore credette che fosse veramente il figlio di Dio. Un’altra volta disse Simon mago a Nerone: «Ottimo imperatore, perché tu sappia che sono veramente il figlio di Dio comanda che venga decapitato: risusciterò nel terzo giorno». Nerone ordinò al carnefice di decapitarlo ma il carnefice, ingannato dalle arti magiche, credendo di decapitare Simone decapitò un ariete; dopo di chè Simone nascose le membra dell’ariete e lasciò sull’impiantito le macchie di sangue. Dopo tre giorni si mostrò a Nerone e gli disse: «Fai pulire le tracce del mio sangue perché io sono già risorto». a A tal vista Nerone preso da meraviglia credette fermamente che Simone fosse il figlio di Dio.
Un altro giorno mentre il mago si trovava con Nerone nelle sue camere, un demone ne prese l’aspetto e parlò al popolo nel foro.
Infine i Romani presero ad onorare Simon mago egli elevarono una statua con questa iscrizione: «A Simone, dio santo».
Secondo la testimonianza di Leone, Pietro e Paolo si recarono dall’imperatore per rivelargli le male arti di Simone. Spiegò Pietro a Nerone che, come in Cristo vi sono due nature, l’umana e la divina, così in Simone si sono congiunte la natura umana e quella diabolica.
Disse Simone: «Non sopporterò più a lungo questo nemico e comanderò ai miei angeli di vendicarmi di lui». Pietro: «Non temo i tuoi angeli ma essi mi temono». Disse Nerone: «Come puoi non temere Simone che dimostra la propria divinità con le sue stesse azioni?». E Pietro: «Se veramente la divinità è in lui, mi dica che cosa penso o faccio in questo momento; io ti rivelerò in segreto il mio pensiero cosicché non osi mentire». Disse Nerone: «Vieni qua». Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Comanda che mi sia dato di nascosto un pane d’orzo!». Quando Pietro ebbe il pane lo benedisse e lo nascose dentro una manica, poi esclamò: «Dimmi Simone che ti dichiari Dio, che cosa ho pensato, che cosa ho detto e cosa ho fatto». Allora Simone indignato disse: «Vengano i cani feroci e lo divorino!». Subito apparvero dei grandissimi cani che si avventarono contro Pietro, ma questi mostrò loro il pane benedetto e li mise in fuga; disse poi a Nerone: «Ti ho dimostrato con i fatti e non a parole di conoscere il pensiero di Simone. Aveva promesso di mandare contro di me i suoi angeli e ha mandato dei cani dimostrando così di non avere alcun potere sugli angeli di Dio!». Disse Nerone: «Ascoltate Pietro e Paolo: io non posso far niente qui contro di voi e per oggi vi risparmio, ma ci ritroveremo in un luogo ove possa giudicarvi».
Simone crescendo sempre più in superbia, osò vantarsi di sapere rendere la vita ai morti. Accadde ora che un giovane morisse; per volere di Simone fu fatto venire Pietro e decretato che sarebbe stato ucciso colui che non avrebbe saputo rendere la vita al morto. Simone cominciò a fare i suoi incantesimi e il morto cominciò a muovere la testa cosicché tutti volevano lapidare Pietro, Pietro disse: «Se il morto è ritornato in vita si alzi, cammini e parli, altrimenti è chiaro che è stato uno spirito infernale a fargli muovere la testa. Allontanate intanto Simone dal letto, per svelare meglio ogni suo diabolico inganno». Simone fu allontanato dal letto e il giovane tornò immobile. Allora Pietro si mise in preghiera ed ordinò da lontano: «Fanciullo risorgi in nome di Gesù Cristo nazareno!» Subito il giovane risorse e camminò. Il popolo voleva lapidare Simone, ma Pietro disse: «Abbastanza grande è già il suo castigo poiché si è visto superato. Il mio Maestro mi ha insegnato a rendere bene per male». Disse allora Simone: «Sappiate Pietro e Paolo che io non adempirò il vostro desiderio e non mi degnerò di incoronarvi della corona del martirio». Risposero i due santi: «Che noi possiamo ottenere quanto desideriamo, ma che tu non abbia in sorte che male perché ogni tua parola è menzogna».
Allora Simone si recò da Marcello suo discepolo e gli legò un cane alla porta di casa dicendo: «Ora vedrò se Pietro, che ha l’abitudine di venire a visitarti, vorrà entrare!» Dopo poco venne Pietro e con un segno di croce sciolse il cane che mansueto verso tutti si lanciò furioso contro Simone, lo gettò a terra e voleva strangolarlo. Accorse Pietro e comandò al cane di non fare a Simone alcunché di male: il cane non morse Simone ma ne fece a pezzi i vestiti cosicché il mago rimase nudo. Allora la popolazione e sopratutto i fanciulli si misero ad inseguire il mago e lo scacciarono dalla città come se fosse un lupo. Costui per un anno non osò più farsi vedere; frattanto Marcello, convinto dai miracoli di Pietro, ne divenne discepolo. Quando Simone tornò a Roma fu amichevolmente accolto da Nerone; allora convocò la popolazione e dichiarò di essere stato gravemente offeso dal galileo e di volere ormai abbandonare la città che fino allora aveva protetta con la sua presenza. Aggiunse anche che ben presto di lì sarebbe salito al cielo perché la terra non era più degna di portarlo. Nel giorno stabilito il mago salì su di un’alta torre, o come dice Lino, sul Campidoglio e di là si mise a volare con la testa coronata di alloro. Disse Nerone a Pietro e Paolo: «Voi siete due impostori e quest’uomo è veritiero!». Disse allora Pietro a Paolo: «Paolo alza la testa e guarda». Paolo alzò la testa e vide Simone volare onde disse a Pietro: «Pietro perché indugi? Porta a termine l’opera cominciata perché il Signore ci chiama». Disse Pietro: «Angeli di Satana, che portate nell’aere quest’uomo io vi comando in nome di Cristo di non sostenerlo più e di lasciarlo precipitare». Subito il mago precipitò a terra si ruppe la testa e morì. Quando Nerone seppe questa notizia fu molto addolorato per aver perso un tal uomo e disse agli apostoli che li avrebbe puniti. Li consegnò ad un alto funzionario chiamato Paolino perché li chiudesse nel carcere mamertino sotto la guardia di Processo e Martiniano. Pietro convertì i due soldati che gli aprirono le porte del carcere: per la qual cosa subito dopo il martirio dei due apostoli, ebbero anch’essi la testa tagliata”.

5. Ti presento adesso il commento di San Tommaso a quanto il Signore ha detto in Mt 24,24: faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24,24).
“ecco il problema: forse i demoni possono fare miracoli?
Si deve dire di no, se la parola miracolo viene intesa in senso proprio: perché non è propriamente miracolo ciò che viene fatto contro l’ordine di qualche causa particolare, ma quando viene fatto al di fuori dell’ordine di tutta la natura. E ciò viene fatto solo per virtù divina.
Tuttavia è possibile perché la creatura superiore non venga trattenuta nell’ordine di una creatura inferiore; perciò qualcosa che non viene compiuto per virtù di elementi inferiori, può essere compiuto in virtù di elementi superiori: così tra gli uomini ve ne è qualcuno che fa per abilità o astuzia qualcosa che agli altri sembra miracoloso.
Così avviene per i demoni, perché sono di intelligenza più sottile; e perciò come alcune persone abili fanno qualcosa che sembra miracoloso agli altri, così anche i demoni possono fare naturalmente qualcosa che a noi sembra miracoloso.
Ma in che modo questo viene fatto?
Va osservato che nelle realtà naturali vi sono determinati germi adatti a generare qualcosa, come rane e cose del genere: e queste virtù sono meglio conosciute dai demoni che da noi.
Sant’Agostino prova questo dicendo che il fuoco che discese sulle pecore di Giobbe fu un fuoco naturale. Si possono infatti muovere artificiosamente alcuni elementi in modo che compiano tali miracoli.
Ma non si possono compiere i miracoli, come ad esempio risuscitare un morto, che non procedono da alcune virtù di realtà naturale.
Perciò cose simili non possono essere compiute se non come prodigio, come avvenne per Simone mago che fece muovere il capo. Ma le cose che non avvengono per virtù naturale, nessuno le può compiere. Per questo si dice che faranno “grandi segni”, vale a dire cose che gli uomini reputano grandi”.

6. Per questo non possono esserci fuori della religione cristiana veri miracoli. Si tratterà al massimo di prodigi.
I maghi africani o di religioni idolatre con le loro arti magiche possono compiere qualche prodigio, ma finora non sono ancora riusciti a risuscitare un morto.
E se fanno qualche bene con l’aiuto dei demoni, lo fanno per portare alla rovina le anime.

7. La Bibbia di Gerusalemme ricorda ancora un’altra diversità: i miracoli compiuti nella religione cristiana sono sempre ordinati a qualcosa di ordine spirituale: “Differenti per la loro semplicità dai prodigi meravigliosi dell’ellenismo o del giudasimo rabbinico, i miracoli di Gesù se ne distinguono soprattutto per il significato spirituale e simbolico
Gesù li compie per motivi ben precisi, reclamando il segreto da coloro ai quali viene incontro e riservandosi di fornire, più tardi, il miracolo decisivo della propria risurrezione.
Questo potere di guarigione Gesù l’ha comunicato agli apostoli inviandoli a predicare il regno; per questo Matteo ha fatto precedere le consegne della missione da una serie di dieci miracoli (Mt 8-9) come segno del vero inviato o missionario”.

8. Nulla nega che Dio, che sua bontà e nell’intento di condurre a salvezza tutti gli uomini conceda grazie e grazie speciale anche persone di altre religioni, a sostegno della loro buona fede e dell’integrità della loro condotta morale e come segno della sua vicinanza. Ma anche qui non si tratta di autentici miracoli.

Ti ringrazio del quesito, ti sono vicino in questi tempi in cui stai sostenendo l’esame di maturità e ti benedico.
Padre Angelo