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Quesito

Caro padre Angelo,
Sono un giovane che dopo un periodo di "distacco", o meglio, indifferenza nei confronti della chiesa, sto compiendo un cammino di riavvicinamento a Dio e alla sublime bellezza della sua Santa Chiesa. Desidererei confrontarmi con lei a riguardi di alcuni aspetti della confessione e della preparazione alla confessione.
In particolare: E’ lecito, o addirittura consigliato, chiedere perdono nella santa Confessione di alcuni peccati che in cuor nostro non sentiamo come peccati?
Mi spiego meglio, senza entrare nei particolari, vi sono alcune azioni, opere, o omissioni che la Chiesa ci insegna essere peccati di fronte a Dio. Alcune volte può capitare che nella nostra ignoranza non riusciamo a capire perchè siano peccati. Ora per obbedienza alla Chiesa e a Dio cerchiamo di evitare di commettere tali peccati. Se però a volte non riusciamo nel nostro intento e pecchiamo di questi peccati succede che ci troviamo nella condizione di sapere di essere nel peccato (perchè ce lo insegna la chiesa) però di non sentirci in cuor nostro peccatori perchè non capiamo il male che possiamo arrecare a Dio con quel peccato. A questo punto le chiedo; è giusto chiedere perdono di quel peccato nella Confessione oppure rischia di diventare una specie di "falsità"?
La ringrazio per la risposta.
Con affetto e stima.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. è giusto chiedere perdono dei peccati commessi anche se a noi non sembrano peccati, ma lo sono agli occhi della Chiesa e soprattutto agli occhi di Dio.
Dice il Concilio Vaticano II che talvolta la nostra coscienza potrebbe essere invincibilmente erronea (certe azioni non ci sembrano peccato) e tuttavia questo errore di valutazione potrebbe essere colpevole.
E può esserlo perché “non ci si cura di cercare la verità e il bene”.
Oppure perché la coscienza “diventa quasi cieca in seguito all’abitudine al peccato” (Gaudium et Spes 16).

2. Ora stante la tua precedente situazione di lontananza da Dio e dalla Chiesa, probabilmente ti puoi portare dietro senza saperlo dei convincimenti sbagliati.
Oppure certi peccati possono aver in qualche modo annebbiato la tua coscienza al punto che in certe zone non riesci a distinguere il bene dal male.

3. Dobbiamo dunque confessare i nostri peccati secondo quello che sono davanti agli occhi di Dio e non soltanto per quello che sono davanti ai nostri occhi, che possono essere miopi.

4. Ricorderai quello che il Signore ha detto nella parabola evangelica degli invitati a nozze. Tutti dovevano passare prima dal guardaroba, dove il re stesso provvedeva alla veste nuziale.
Ma un tale osò presentarsi nella sala per il pranzo senza veste. Forse avrà pensato che non fosse poi così obbligatorio passare dal guardaroba. Ma il re quando passò a salutare i commensali “scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti” (Mt 22,11-13).

5. È interessante notare anche come Davide, domandando perdono al Signore, abbia chiesto perdono anche dei peccati commessi a motivo della sua ignoranza.
Nel testo latino del Salmo 25,7 questo concetto risulta molto bene: et ignorantias  meas ne memineris Domine (non imputarmi i peccati commessi a motivo della mia ignoranza).

6. Fai bene dunque a confessarti di tutto ciò che è peccato in obbedienza alla Chiesa e a Dio.
È un atteggiamento di umiltà che ti rende onore e ti permette poco per volta di riuscire a far chiaro nella tua vita e vedere ciò che davanti alla santità di Dio è bene o male.

7. Infine una precisazione. Scrivi: “perchè non capiamo il male che possiamo arrecare a Dio con quel peccato”.
Più che far male a Dio, sono la causa della morte di Nostro Signore Gesù Cristo, che viene continuamente crocifisso nelle nostre coscienze e nell’umanità.
Inoltre i peccati lo offendono: non tanto perché possono decurtare la perfezione divina, ma perché vengono profanate e depauperate le sue opere, tra le quali in primo luogo ci siamo noi.

8. Ti auguro di avanzare sempre più nel “cammino di riavvicinamento a Dio e alla sublime bellezza della sua Santa Chiesa”.
Sebbene gli uomini sembrino far di tutto per offuscare davanti al mondo il volto della Chiesa, in realtà essa, come Sposa santa di Cristo, risplende sempre della sua “sublime bellezza”.

Ti assicuro la mia preghiera.
Fra due giorni celebreremo la festa della visitazione di Maria.
Che la Madonna ti visiti nello stesso modo in cui ha visitato la cugina Elisabetta!
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo