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Quesito

Caro padre Angelo,
le chiedo una spiegazione sull’espressione “figlio dell’uomo” che Gesù si attribuisce nel Vangelo e dello stesso in Daniele 7,13. Mi chiedo se nostro Signore volesse evidenziare la Propria origine divina.
La ringrazio per la disponibilità.
Cordiali saluti.
Angelo


Risposta del sacerdote

Caro Angelo,
l’espressione figlio dell’uomo indica tanto la natura umana di Gesù quanto le sue origini celesti, come era stato predetto dal profeta Daniele.
Gesù la usa diverse volte, come ad esempio in Mt 8,20:
“Gli rispose Gesù: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
Ti riporto quanto dice al prestigiosa Bibbia di Gerusalemme a proposito di questa espressione:
Figlio dell’uomo: questo titolo appare solo nei Vangeli (eccetto At 7,56; Ap 1,13; 14,14); Gesù stesso se l’è certamente dato e con predilezione, ora per descrivere le sue umiliazioni (8,20; 11,19; 20,28), soprattutto quelle della passione (17,22, ecc.), ora per annunziare il suo trionfo escatologico della risurrezione (17,9), del ritorno glorioso (24,30) e del giudizio (25,31).
Questo titolo infatti, di sapore aramaico e che in origine significa «uomo» (Ez 2,1), per l’originalità della locuzione attirava l’attenzione sull’umiltà della sua condizione umana; ma nello stesso tempo, applicato da Dn 7,13 e in seguito dall’apocalittica giudaica (Enoch) al personaggio trascendente, d’origine celeste, che riceve da Dio il regno escatologico, esso suggeriva, in maniera misteriosa ma sufficientemente chiara (cf. Mc 1,34; Mt; 13,13), il carattere del suo messianismo. La dichiarazione esplicita, pronunciata davanti al sinedrio (26,64), doveva d’altronde dissipare ogni equivoco”.

Ti saluto, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo