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Leggi quanto un nostro giovane visitatore ha vissuto nel giovedì santo 2008 e il commento di padre Angelo

Caro padre,
Oggi è stato un Giovedì Santo molto bello, a differenza dell’anno scorso ho avuto l’opportunità di partecipare alla messa “in coena Domini” officiata dal Vescovo. E lo Spirito mi ha toccato proprio durante la celebrazione.
Durante l’omelia, pensavo alla mia avventura dopo la conversione. E la cosa che mi rende più soddisfatto e più felice interiormente è che questa passione, questo ideale cristiano che ho vissuto in questi anni, sia stato così vivo accanto a me.
Prima di ritornare a seguire Cristo avevo delle idee, magari alcune anche buone. Ma erano, per così dire, astratte. In questi anni di alti e bassi, di difficoltà, di travaglio, di ricerca, di maturazioni, di importanti scoperte e consapevolezze nuove, ho avuto invece Gesù vicino. E’ proprio questo Gesù vicino, padre, che ha permesso alle mie idee cristiane di non rimanere vuote di significato.
E’ per Lui che non mi sono scoraggiato, che nei momenti peggiori mi sono sentito trascinato avanti, e che ora sono qui.
E’ davvero una forza nascosta che mi ha accompagnato, che non riesco a spiegare con nessun ragionamento fisico o puramente umano. Ma c’è stato quel qualcosa, e quel qualcosa si chiama “Eucarestia”.
Mai come oggi penso di aver capito il termine “vita eucaristica”: è la Comunione trasposta nello sforzo di testimonianza, di sequela, di ricerca quotidiana. E nonostante i miei difetti e il poco che ho fatto come cristiano in questi anni, trovo tutto quello che Dio mi ha fatto vivere infinitamente bello e infinitamente superiore a tutto il resto che ci possa essere nel mondo.
E poi, l’altro grande tema di oggi: i sacerdoti. Mentre osservavo il Vescovo vestito di bianco, ho provato un grande sentimento filiale, e al contempo di gratitudine immensa al Signore per questo dono.
Avere degli uomini, in tutto il mondo, che pur con i loro difetti non fanno altro che rappresentare Cristo, la dottrina, la Chiesa, l’Amore di Dio. Averceli accanto, in carne ed ossa, come guide e pastori. Sì, nonostante purtroppo ci siano le “mele marce”, sono contentissimo di avere la gerarchia ecclesiastica, a tutti i livelli.
Non è vero che si perde libertà a sottomettersi all’autorità dei pastori! E’ una cosa che ti dà al contrario sicurezza, ti libera dalla superbia, ti permette di sentirti un figlio guidato da Dio Padre attraverso i Suoi vicari.
E’ proprio invece la tanto conclamata “libertà”, da tutto e da tutti, che ti spegne la luce sul cammino, ti fa seguire il nulla delle tue voglie, e alla fine ti lascia a terra.
Scommetto che Gesù, se si incarnasse una seconda volta ai giorni nostri, farebbe una piena sottomissione all’autorità del clero. E non perché ne abbia il dovere, ma per farci vedere la strada da percorrere, a noi che siamo tanto bravi, spesso e volentieri, a criticare e a ribellarci alla madre Chiesa… Veramente, quando ho visto il Vescovo predicare, ho sentito la gioia che porta l’essere umili e obbedienti alle persone che Dio ha scelto per la missione di presiederci, il fascino dell’affidamento alla Chiesa. Ed è stata toccante la scena della lavanda dei piedi: il capo della diocesi, che si abbassa a fare il gesto umile di Gesù; come fece quella notte il Re dei re, che si abbassò a lavare i piedi di persone che non erano neanche un granché, degli uomini fragili e codardi che lo avrebbero rinnegato e tradito.
Questa è la novità del cristianesimo. E non puoi dire mai di aver capito tutto della fede, di aver scoperto tutto, perché ogni volta ti sorprende e ti fa rimanere senza parole.
Le ho scritto quest’ultima riflessione proprio per farle gli auguri in maniera speciale, e per ringraziarla in maniera particolare tra tutti i sacerdoti che conosco. Lei davvero mi ha insegnato tanto in questo anno, e se non ci fosse stato, avrei commesso probabilmente tanti altri errori all’interno del mio percorso cristiano, che forse mi avrebbero portato su vie sbagliate.
Sono convinto che con la sua guida potrò fare molti passi avanti in futuro. E grazie anche per tutte le risposte che dà alle persone che scrivono ad Amici Domenicani: scommetto che sono in molti che le devono qualcosa.
Le assicuro che la ricorderò certamente nella preghiera, perché Dio le permetta di fare sempre più del bene e perché faccia sorgere molti sacerdoti secondo il suo cuore.
Tanti auguri di una Santa Pasqua nel Signore, filialmente.
Lorenzo


Commento del sacerdote

Carissimo Lorenzo,
1. grazie per la bella riflessione e testimonianza che mi hai mandato.
Sono contento di renderne partecipi anche i nostri visitatori.
Su quanto hai scritto desidero sottolineare due cose.

2. La prima: dici che la forza nascosta che ti ha accompagnato in questi anni dopo la conversione, che non riesci a spiegare con nessun ragionamento fisico o puramente umano, è qualcosa si chiama “Eucarestia”.
Ne sono convinto.
Cristo nell’eucaristia ci comunica la potenza della sua passione e morte e ci comunica anche la potenza della sua risurrezione.
Nell’eucaristia si riproduce tutto quanto è avvenuto al momento del sacrificio di Cristo. E quando Cristo morì sulla croce ci fu un terremoto, le rocce si spezzarono, il velo del tempio si squarciò in due, il centurione e gli altri che se ne tornavano insieme con lui si batterono il petto dicendo: davvero Costui è il Figlio di Dio.
Ogni Messa realizza misticamente (e cioè segretamente, in maniera nascosta) tutte queste realtà.
L’eucaristia ci comunica anche la potenza con la quale Cristo è risuscitato dai morti.
San Tommaso dice: “tutti gli effetti che il cibo e la bevanda materiali producono nella vita del corpo, cioè sostentamento, sviluppo, riparazione e gusto, li produce anche questo sacramento nella vita spirituale” (III, 79,1, ad 2).

3. La seconda realtà che desidero sottolineare riguarda i sacerdoti.
Osservi: “Mentre osservavo il Vescovo vestito di bianco, ho provato un grande sentimento filiale, e al contempo di gratitudine immensa al Signore per questo dono”.
E poi dici: “Scommetto che Gesù, se si incarnasse una seconda volta ai giorni nostri, farebbe una piena sottomissione all’autorità del clero”.
Per clero in senso lato tu intendi il Magistero del Chiesa.
Il Santo Curato d’Ars diceva: “A che servirebbe uno scrigno ricolmo d’oro se non vi fosse chi lo pare? Il Sacerdote ha la chiave dei tesori celesti”.
Il sacerdote rende sacramentalmente presente Gesù, mette il suo sacrificio a disposizione dei fedeli sui nostri altari, dà la remissione dei peccati e rende pura la nostra coscienza attraverso l’assoluzione sacramentale, conferisce l’unzione degli infermi, comunica la benedizione di Dio, quella benedizione che secondo la Sacra Scrittura è una effusione efficace di doni da parte di Dio.
Per questo il medesimo Santo Curato d’Ars diceva che “dopo Dio, il Sacerdote è tutto”.
Si tratta dunque di un grande dono che Dio ha dato all’umanità. Attraverso i sacerdoti abbiamo tra noi e a nostra disposizione coloro che possono maneggiare la chiave dei tesori celesti.

Ti ringrazio ancora, anche a nome dei visitatori che ti leggeranno, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo