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sacerdote (c. 1183-1257) – memoria 17 agosto

Dagli Odrowaz che vantano un’antica tradizione di servizio nella Chiesa, nacque intorno al 1183 a Kamien (provincia di Opòle) in Slesia, Jacko; il nome, diminutivo di Giacomo, fu in seguito mutato in quello di Giacinto. Sceso in Italia probabilmente per motivi di studio, Giacinto conobbe san Domenico e ne abbracciò con entusiasmo l’ideale e sentì trasfondersi nella sua anima l’ardore evangelico del santo Patriarca morente. Dopo un breve noviziato, compiuto probabilmente a Bologna, e dopo il secondo capitolo generale ivi celebrato nel maggio 1221, fu da s. Domenico inviato in patria, col compagno fra Enrico di Moravia. Il lavoro che egli avrebbe dovuto svolgere in Polonia gli era stato certamente fissato con chiarezza dallo stesso fondatore: prima propagare e irrobustire l’Ordine con l’ammissione di nuovi elementi, e poi dedicarsi all’evangelizzazione dei pagani di Prussia, cosa che stava molto a cuore a s. Domenico. I due predicatori dovettero, durante il loro viaggio, sistemare e rafforzare la fondazione domenicana di Friesach in Carinzia, in difficoltà per l’inettitudine del priore locale. Essendo occorso un tempo abbastanza lungo per quest’opera, poterono arrivare a Cracovia solo poco prima della festa del 1° novembre 1222, accolti con grande gioia e con onori dal vescovo Ivo. Questi assegnò loro una chiesetta di legno, dedicata alla S.ma Trinità. Durante i restauri della chiesa e la costruzione del convento il vescovo li ospitò nel suo palazzo. La chiesa fu poi consacrata il 12 marzo 1223 dal legato apostolico, card. Gregorio Crescenzio. L’afflusso di nuovi religiosi permise al capitolo provinciale del 1225 di decidere la fondazione di cinque nuovi conventi in Polonia ed in Boemia. A Giacinto toccò in sorte il compito di dar vita ad una comunità a Gdansk (Danzica), ai confini della Prussia, col compito preciso di lavorare alla conversione di quelle popolazioni, come è detto nell’atto di fondazione del duca Svjatopolk di Pomerania. Nel 1227 tutti i conventi della provincia manifestarono la loro fiducia in Giacinto eleggendolo a loro rappresentante per il capitulum generalissimum, che doveva aver luogo a Parigi nel 1228. In qualità di definitore il santo partecipa nel 1228 al Capitolo Generalissimo, svoltosi a Parigi sotto la presidenza del beato Giordano. Ritornato a Danzica, si apre per Giacinto una nuova fase missionaria: con fra Floriano che sarà fino alla morte suo compagno inseparabile, punta su Kiev e nei quattro anni di permanenza trasforma una chiesa abbandonata in un operoso cenacolo di vita apostolica, soprattutto svolgendo tra gli scismatici un’attività la cui efficacia è testimoniata da documenti pontifici. Quando, nel 1233, ritorna a Danzica, san Giacinto si trova implicato in una complessa situazione politico-religiosa: il pontefice aveva affidato all’Ordine Teutonico la tutela dei cattolici contro i soprusi dei pagani spadroneggianti nel paese; tutta una delicata opera di incitamento all’azione e alla moderazione insieme, viene svolta dal santo Predicatore che ha la gioia di vedere ristabilita la pace e la libertà di culto. Nel 1238 Giacinto si stabilisce definitivamente a Cracovia. Le poche notizia di questi ultimi vent’anni ce lo mostrano tutto dedito alla predicazione, alla direzione delle anime, all’assistenza dei malati. Le testimonianze contemporanee sono unanimi nel rilevare dolcezza di tratto, candore verginale, tenera devozione a Maria. Ma del santo Fondatore, Giacinto ebbe soprattutto lo slancio apostolico, l’instancabile attività evangelizzatrice, la sete bruciante delle anime unitamente ad una travolgente eloquenza che ne ravvicina la figura a quella di san Vincenzo Ferrer.  

Dal punto di vista dottrinale la sua opera maggiore consiste nell’aver lavorato sotto la direzione di Papa Gregorio IX, regnante dal 1227 al 1241, alla riunificazione delle chiese di oriente e di occidente.

Morì il 15 agosto 1257. Fu canonizzato il 17 aprile 1594 da Clemente VIII e il suo corpo riposa a Cracovia. Teutonico la tutela dei cattolici contro i soprusi dei pagani spadroneggianti nel paese; tutta una delicata opera di incitamento all’azione e alla moderazione insieme, viene svolta dal santo Predicatore che ha la gioia di vedere ristabilita la pace e la libertà di culto. Nel 1238 Giacinto si stabilisce definitivamente a Cracovia. Le poche notizia di questi ultimi vent’anni ce lo mostrano tutto dedito alla predicazione, alla direzione delle anime, all’assistenza dei malati. Le testimonianze contemporanee sono unanimi nel rilevare dolcezza di tratto, candore verginale, tenera devozione a Maria. Ma del santo Fondatore, Giacinto ebbe soprattutto lo slancio apostolico, l’instancabile attività evangelizzatrice, la sete bruciante delle anime unitamente ad una travolgente eloquenza che ne ravvicina la figura a quella di san Vincenzo Ferrer. Morì il 15 agosto 1257. Fu canonizzato il 17 aprile 1594 da Clemente VIII e il suo corpo riposa a Cracovia.