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Dagli atti del processo di canonizzazione di San Domenico
(deposizione di fra Rodolfo, in Acta canoniz. S. P. Dominici, n. 30 ss. MOPH XVI, 1935, p. 147 ss.)
Il teste asserì che fra Domenico aveva l’usanza di passare molto tempo della notte in chiesa e che pregava molto e, pregando, piangeva e mandava gemiti. Interrogato in qual modo sappia ciò, rispose che moltissime volte lo seguiva in chiesa e lo vedeva. Molte volte, anzi, passò con lui la notte, sicché poté vederlo pregare a quel modo e udirlo piangere. Sovente lo vide pure pregare ritto, in punta di piedi con le mani alzate in atteggiamento di orante. Essendogli stato chiesto come abbia fatto a vederlo, se era notte, il teste rispose che in chiesa c’era sempre un lume acceso; per di più, per pregare si metteva accanto al beato fra Domenico, dato che usava con lui molta dimestichezza.
Affermò, inoltre, che il predetto fra Domenico era molto devoto e molto più assiduo nella preghiera di qualunque altro da lui conosciuto. Attestò, anche, che egli portava sempre alle carni, attorno ai lombi, una catena di ferro e che la porto fino alla morte.
Richiesto di come lo sappia, rispose di averlo, dopo morto, trovato ancora cinto di quella catena. Lui stesso gliela tolse e se ne impossessò, ma poi la diede al Maestro dell’Ordine, ossia a Maestro Giordano.
Disse pure che fra Domenico anche alla notte dormiva vestito come il giorno quando era in viaggio, fatta eccezione per le scarpe che se le toglieva. Alle volte si metteva a giacere per terra, altre volte usava coricarsi sopra un graticcio, sul quale il teste voleva stendere qualche panno; ma più spesso dormiva da seduto. Per le molte veglie e le notti passate in preghiera, assai di frequente si addormentava a tavola.
Aggiunse pure che egli era assiduo all’ufficio e interveniva sempre agli atti comuni, sia in coro che in refettorio e mangiava il cibo comune che veniva servito alla comunità. E quando il teste, nella sua qualità di economo, faceva servire ai frati qualche pietanza speciale, fra Domenico lo faceva chiamare e sottovoce gli diceva: «Tu uccidi i frati, dando loro queste pietanze».
Dichiarò, pure, che fra Domenico osservava scrupolosamente la Regola e le Consuetudini dell’Ordine dei Frati Predicatori, sia in ciò che lo riguardava, sia in quello che riguardava gli altri, quanto alle vesti, al cibo, al bere, ai digiuni e in tutto il resto.
E ciò (il teste) lo sa, perché convisse con lui e, così, spessissime volte poté vedere di persona le cose che ora racconta.