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Quesito

gentile padre,
riflettevo sui motivi della mia fede, e ho trovato che essa, la mia fede, (almeno cosi mi pare, poiché poi c’è anche il fatto che credo perché questo mi ha consegnato la mia cultura..) è basata sulla Parola di Dio. in che senso?
ho capito che il motivo per cui io credo è che sperimento nella mia vita che quello che c’è scritto nella Bibbia è vero. come può essere un inganno, o come può provenire da un semplice uomo ciò che riporta il vangelo, visto che davvero mi sento indirizzato verso la pienezza, verso la felicità, (fermo restando le lotte e le sofferenze)?
vedo che io non è che credo tanto per qualche segno o qualche miracolo (che pure sono utili per confermare la mia fede), bensì è il costatare che la Bibbia deve essere per forza di origine divina, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che davvero ha senso, che davvero mantiene le promesse di pace e gioia e pienezza. davvero l’albero si vede dai frutti e visto che la Bibbia dà frutti buoni nella mia vita allora non può essere opera umana ma divina.
La mia domanda è: va bene questo per dare ragione della speranza che è in me? può essere una buona testimonianza per gli altri? va bene fondare cosi la propria fede? 
e ancora? è questo quello che dice il vangelo nella parabola del povero lazzaro e del ricco quando al ricco viene risposto che i suoi fratelli hanno Mosè e i profeti  e che se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi nemmeno se un morto risuscita? quello che la parabola intendeva dire coincide con quello che vi ho detto io all’inizio?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. hai cercato di esprimere il motivo per cui credi e l’hai trovata l’assoluta fedeltà tra quanto viene detto nella Scrittura e (potrei aggiungere) nella predicazione della Chiesa e quanto sperimenti dentro di te.
Penso alla risposta che mi diede un ragazzo cresciuto in famiglia atea che ad un certo momento ha cominciato ad essere interessato alla fede e a chiedere i sacramenti della Chiesa. In prossimità della prima Comunione gli ho chiesto: ma perché vai dietro a Gesù Cristo?
La risposta che mi ha dato è stata questa: perché sento che le sue parole sono vere.

2. Desidero precisare che qui non si tratta semplicemente di una sensazione interiore o psicologica, ma di un passare anche sotto il vaglio della ragione l’oggetto della nostra fede.
La ragione ce l’ha data Dio e proprio passando attraverso il vaglio della ragione possiamo comprendere da che parte si trova la verità.

3. Va detto che il Vangelo presenta verità di ordine soprannaturale e queste di per sé non sono  immediatamente conoscibili e passabili sotto il vaglio della ragione, come ad esempio la presenza reale di Gesù sotto le apparenze del pane e del vino.
Tuttavia, come mostra ampiamente la teologia, la ragione riesce a dirci che quanto ci presenta la fede non è una realtà assurda, non ripugna alla nostra ragione ed è credibile.

4. Ma c’è ulteriormente un altro motivo per cui noi aderiamo ed è quel motivo per il quale San Giovanni dice che coloro che credono hanno la testimonianza di Dio dentro di sé (1 Gv 3,10).
In altre parole, Dio ha toccato loro il cuore e li ha aiutati ad aderire a Lui.
Ecco che cosa scrive San Tommaso: “L’uomo che esteriormente annuncia il Vangelo non causa la fede, ma la causa Dio, l’unico che può mutare la volontà.
Dio causa la fede nel credente inclinando la volontà e illustrando l’intelletto, affinché non opponga un rifiuto alle cose proposte dal predicatore; questi invece dispone esteriormente alla fede” (De Veritate, 27, 3, ad 12).
E “se lo Spirito Santo non è presente al cuore di chi ascolta, sarà ozioso il discorso di chi insegna, al punto che lo stesso Figlio di Dio con la sua parola umana non sarebbe efficace se Egli stesso non agisse interiormente per mezzo dello Spirito Santo” (Commento al Vangelo di San Giovanni,XIV,lez. 6, 6).

5. Per questo la tua fede, sebbene tu trovi tutto chiaro e corrispondente alla realtà e a quello che vivi dentro di te (ed è verissimo), è primariamente un dono soprannaturale di Dio, un intervento di Dio dentro il nostro cuore, che illumina tutto e ci fa sentire e toccare con mano che tutto è perfettamente corrispondente alla verità.
Scrive S. Giovanni d’Avila, l’ultimo santo ad essere stato proclamato dottore della Chiesa: “La fede che Dio infonde si poggia sulla verità divina, e fa credere ben più fermamente che non vedendo con i propri occhi e toccando con le proprie mani, e con certezza maggiore della nozione che quattro è più di tre, o altre cose consimili, le quali sono viste dall’intelletto con tale chiarezza da non avere la minima esitazione e da non poterne dubitare anche se volesse” (Audi, filia, c. 43).

6. Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: “La fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire. Indubbiamente, le verità rivelate possono sembrare oscure alla ragione e all’esperienza umana, ma «la certezza data dalla luce divina è più grande di quella offerta dalla luce della ragione naturale» (S. Tommaso, Somma Teologica, II-II, 171, 5, ad 3). «Diecimila difficoltà non fanno un solo dubbio» (J. H. Newman, Apologia pro vita sua)” (CCC 157).

Ti ringrazio di avermi presentato il tuo ragionamento, che approvo e che mi ha dato la possibilità di aggiungervi qualche altro elemento.
Ti ricordo al Signore per ché la tua fede diventi sempre più luminosa e sempre più affascinante anche per i tuoi amici.
Ti benedico.
Padre Angelo