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Quesito

Carissimo Padre,
sono un ragazzo di 21 anni e sono credente praticante, mi confesso regolarmente tutti i mesi e cerco di applicare il più possibile la parola di Dio con il prossimo, perchè fare la comunione e poi uscire fuori senza applicare nel quotidiano l’insegnamento di Dio, di non fare al prossimo quello che non vuoi che sia fatto a te, non ha senso.
Ora però vengo al mio problema che vivo tristemente e con un pò di rabbia perchè ero quasi riuscito a superarlo.
Purtroppo saltuariamente mi capita di cedere alla tentazione della masturbazione e di questo argomento non intendo cercare scuse o attenuanti. E’ totalmente sbagliato quello che faccio e la cosa che mi fa rabbia è che l’anno scorso ero riuscito a non cadere alla tentazione per tanti mesi ed ora mi sta ricapitando di sbagliare.
Io appena cado in errore la domenica successiva sento il bisogno di confessarmi. Ho purtroppo capito che quello che faccio non basta ancora per superare il problema ed è per questo che mi rivolgo a Lei padre in cerca di aiuto e se vogliamo di orientamento spirituale, perchè io credo che alla mia età spiritualmente siamo ancora come un bambino a cui la maestra o il genitore dice "questo non si fa" ma puntualmente dopo poco ci si dimentica della lezione e si è di nuovo pronti a sbagliare.
Spiritualmente il maestro lo vedo nelle figure spirituali della chiesa perciò mi chiedo quando si è in tentazione, o meglio ancora quotidianamente cosa posso fare per prevenire che la tentazione mi assalga, mi riferisco anche nell’imparare a pregare bene e quali preghiere mi consiglia di recitare giornalmente per trovare la forza di superare questo problema di cui molti sono artefici e soltanto pochi ne conoscono gli effetti devastanti che può provocare.
Le chiedo scusa se mi sono dilungato però sono in un momento di tristezza che spero di colmare al più presto con il perdono di nostro Signore.
La saluto e ringrazio con affetto.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. quello che mi hai scritto rende onore alla tua coscienza che non solo sa discernere nettamente tra il bene e il male, ma è consapevole anche delle conseguenze delle azioni che compiamo.
Bene e male lasciano sempre il segno.
Più macroscopico è il segno del peccato perché per esso ci si sente come incatenati e divisi in noi stessi.
Ma anche il compimento del bene e il vivere in grazia lascia il segno perché conferisce alla persona una libertà interiore che le permette di elevarsi e di unirsi a Dio come vuole.
Penso che questa sia la tua esperienza. E proprio per questo avverti che il peccato grave ti toglie la libertà interiore e la capacità di elevarti a Dio. Ti senti come schiacciato, svuotato e privo della forza della grazia.

2. La prima cosa che si deve fare per superare definitivamente il problema dell’autoerotismo consiste nel tenere la nostra mente occupata in altre cose.
Don Bosco attuava con i ragazzi dell’oratorio il metodo preventivo. Questi ragazzi li teneva sempre impegnati, perché l’ozio (e nel nostro caso anche la solitudine) è il padre principale di questo vizio.
È stato notato che quando il ragazzo viene caricato di responsabilità ed è integrato socialmente non conosce questo fenomeno.

3. Una prima risorsa consiste dunque nell’essere integrati in qualche comunità cristiana che ti impegna a mettere in atto la Parola che ascolti.
Non si tratta solo di non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te, ma di amare gli altri e di farsi prossimo con il cuore stesso di Cristo.
Domandati dunque in che cosa puoi donarti agli altri all’interno della comunità cristiana e passa dalle parole ai fatti.

4. Ma la risorsa migliore consiste nel vivere unitamente al Signore, nel sentirlo vivo e operante nella tua vita e attraverso la tua vita.
Il metodo migliore per attuare questa unione è la preghiera del Santo Rosario, che Giovanni Paolo II ha raccomandato così insistentemente.
Questa preghiera ti tiene occupato giornalmente per circa un quarto d’ora.
Durante il Rosario dovrai fare tre cose.
La prima consiste nel riprodurre la scena del mistero che hai menzionato e di sentire che il Signore in quel momento ti chiama non solo a rievocare un veneto, ma a viverlo da protagonista.

5. La seconda cosa consiste nel ringraziare il Signore per l’evento salvifico che ha compiuto e che ti stai riproducendo nella tua mente.
Chiediti anche che cosa quell’evento possa significare per te e per la vita degli altri.

6. La terza cosa consiste nel supplicare Dio di darci forza e grazia in virtù dei meriti infiniti che Cristo ha conseguito con quell’evento e che nel corso della preghiera del Rosario mette nelle tue mani.
Qui puoi chiedere in ogni decina la grazia di essere liberato dal male che ti assedia per i meriti di nostro Signore.

7. Al termine della preghiera del Rosario proverai grande pace e grande serenità. Questa sensazione è dovuta al fatto che hai introdotto Cristo vivo e operante nella tua vita. E insieme con Lui hai introdotto anche la Beata Vergine Maria, che mette in fuga tuti i tuoi nemici.

8. La corona del Rosario tienila sempre in tasca. Il santo curato d’Ars diceva agli uomini che andavano a confessarsi da lui che dovevano essere sempre muniti del Rosario, di portarlo in tasca.
A chi non l’aveva diceva di andarselo a comperare e poi di tornare da lui che l’avrebbe benedetto e che gli avrebbe comunicato quelle indulgenze di cui gli uomini hanno tanto bisogno a motivo delle loro scarse penitenze.

9. La Madonna a Lourdes a Fatima comparendo a giovani e a bambini ha chiesto di recitare il santo Rosario ogni giorno.
Non ha parlato direttamente della purezza. Ma consegnando questa preghiera ha dato la risorsa per eliminare il problema alla radice.
È una buona pedagoga la Madonna, anche in questo tema.

10. Ti raccomando anche la Confessione frequente, possibilmente col medesimo confessore.
Se ne hai la possibilità anche ogni settimana, indipendentemente dal fatto che tu abbia commesso dei peccati gravi. La confessione conferisce sempre un aumento di grazia, di forza e di merito per la vita eterna.

Ti assicuro il sostegno della mia preghiera, soprattutto nella preghiera del S. Rosario.
Ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo