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Quesito

Padre Angelo buongiorno.
Vorrei farle delle domande: quanto è importante la Bibbia per la Chiesa?
Quanto è importante la Sacra Scrittura per un cristiano? E la Bibbia è un libro pericoloso? 
Io posso leggere il libro dell’Apocalisse? 
Io amo leggere la Bibbia e soprattutto i Vangeli e il libro dell’Apocalisse.


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. alla prima domanda ti rispondo con le parole del Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica Dei Verbum.
Sono affermazioni che hanno la massima autorevolezza.
Eccole: “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse, infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo.
È necessario, dunque, che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura.
Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell’anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio » (Eb 4,12), «che ha il potere di edificare e dare l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13)” (DV 21).

2. Certamente puoi leggere l’Apocalisse. Anche questo libro è una parola di amore del Signore per te per nutrire la tua vita.
Tuttavia il suo linguaggio è difficile.
Questo libro non ha bisogno soltanto di una spiegazione come gli altri libri del Nuovo Testamento ma anche di una interpretazione.

3. Alcuni dicono che l’intero contenuto di questo libro era comprensibile solo per le comunità asiatiche per le quali è stato direttamente composto.
Alcuni santi padri, come Dionigi alessandrino del III secolo, lo ritenevano addirittura incomprensibile.
Ma questo non è vero.

4. Il biblista A. Wikenhauser scrive: “L’Apocalisse non è un abbozzo profetico della storia del mondo e della Chiesa, ma tratta della fine di questo mondo e dell’inizio di quello avvenire; perciò va intesa in luce escatologica.
Nel capitolo 13 il veggente contempla la funesta attività dell’anticristo, il quale, secondo la rivelazione biblica precede immediatamente il ritorno di Cristo; a partire da 14,6 descrive il giudizio finale nelle sue varie fasi, e quindi il rinnovamento del mondo e il regno eterno di Dio.
Secondo questo metodo l’Apocalisse descrive le sofferenze, le tribolazioni e i giudizi che sopravverranno alla Chiesa di Dio e al mondo incredulo alla fine dell’epoca presente, e lo fa presentando ogni cosa in successione cronologica e in connessione causale” (L’Apocalisse di Giovanni, p. 31).

5. Soggiunge tuttavia: “L’interpretazione escatologica, tuttavia, da sola non spiega adeguatamente il libro, e questo per due ragioni.
Anzitutto, essa toglie allo scritto il suo carattere di attualità. L’Apocalisse infatti è stata composta per il suo tempo; essa mira a infondere coraggio, forza e consolazione non alle generazioni venture, ma ai cristiani del tempo, in vista delle dure lotte incombenti…
In secondo luogo è, poi, il libro contiene chiare allusioni a episodi storici e rispecchia la situazione politico religiosa del tempo dell’autore. La bestia che sale dal mare (13,1) simboleggia l’impero romano e Babilonia ne raffigura la capitale, Roma, come oggi riconosce la maggioranza dei commentatori, anche cattolici.
Perciò l’interpretazione escatologica va congiunta con quella storica, secondo la quale il veggente non contempla la fine in un remoto futuro, ma ne ravvisa i chiari segni premonitori in certe situazioni e in determinati avvenimenti del suo tempo” (pp. 31-32).

Mentre ti auguro un santificante colloquio con il Signore mentre leggi le Scritture, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo