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Quesito
Gentile padre Angelo,
Sono un ragazzo di 2… anni, di famiglia cattolica osservante. Attualmente studio all’università e, a parte i miei impegni in facoltà, la mia vita è fin troppo tranquilla essendo tuttora privo di impieghi e single. Mio padre è degno di nota, un vero cristiano: non un individuo che si limita ad andare la messa alla domenica, ma basa i suoi valori morali secondo la parola di Cristo, legge la Bibbia e fa volontariato). Un qualsiasi figlio che si dichiari vero cristiano non potrebbe non amarlo come padre.
Non senza vergogna, fino a qualche mese fa ho condotto una linea di condotta deprecabile secondo l’etica cristiana, "(…) fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria" (Colossesi 3,5). Sebbene battezzato e cresimato, da anni avevo abbandonato il sentiero dell’uomo timorato di Dio.
Riconosco in me vari peccati, di cui ho avuto modo di confessare ma che rimorso e vergogna non mi permettono tuttora di abbandonarli completamente alle spalle (…), e, sebbene io sia vergine, in moltissime occasioni mi dilettavo a pervertire i miei occhi e la mia mente con la pornografia e la masturbarzione, cercando piacere e sollievo dei sensi.
Il "cambiamento" è avvenuto poco prima di Natale: mi sono visto i propositi che avevo cercato di conseguire l’anno scorso, e quelli che avrei voluto compiere l’anno successivo, quando un pensiero mi ha improvvisamente schiacciato con l’orrendo peso della realtà: sono umano, sono un mortale. Un giorno morirò e sarà la fine di tutto. (…).
Per mia fortuna ho conosciuto un gruppo di ragazzi cattolici nella mia università; partecipo alla messa universitaria, a volte studio con loro, e organizzano anche una "scuola di fede" dove ci si vede una volta a settimana per discutere di argomenti di fede. Frequento inoltre una seconda chiesa la domenica, dove sono solito confessarmi (e liberarmi di pesi che stavo trascinando dentro di me da anni), e gradualmente leggo la Bibbia e sto cercando imparare a recitare il Santo Rosario da solo.
In quanto amante della logica nonché studente universitario, mi riesce difficile accettare "per resa incondizionata" la verità rivelata, il misticismo, la resurrezione di Gesù Cristo e la vita dopo da morte. Davvero, vorrei tanto crederci sinceramente, ma temo che il mio cuore sia tuttora indurito dalle cose di questo mondo. Perché dopotutto sono un uomo, e non posso non farmi domande; l’anima esisterà davvero? il cristianesimo dice la verità? Non si tratta di uno di quei culti che si sono originati per sincretismo? E la Bibbia è davvero un testo sacro che recita la realtà? Se Gesù Cristo non fosse realmente esistito, o che perlomeno hanno voluto deificarlo senza esibire prove concrete sulle loro affermazioni? E se invece esiste perché non me ne dà prova, così da non avere più dubbi? (…).
Da bambino mi riusciva quasi con naturalezza accettare l’esistenza di Dio e la promessa di Gesù, sulla vita retta da percorrere in questo mondo e la beatitudine eterna quando morirò, e allora scoprire che la morte NON è la fine.
Voglio tornare ad essere quel bambino. Voglio che non solo la mia mente, ma anche il mio cuore, accetti la verità dell’amore di Gesù. Sto cercando di astenermi nel ricadere nei miei peccati e continuare a pregare, per avere la rivelazione del mistero della vita, dell’amore di Dio e della promessa della vita dopo la morte.
Preghi per me, la prego.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. all’antivigilia di Natale sono giunto finalmente alla tua.
Ti domando scusa per il grave ritardo.
Sono contento del tuo ritorno a una fede più viva, scandita dalla frequentazione dei sacramenti (Eucaristia e confessione) e alimentata dalla preghiera, specie da quella del Santo Rosario.
È una grazia inestimabile quella di aver incontrato una comunità cristiana con la quale condividi la tua fede.
Ti auguro di perseverare e di essere anche tu – a tua volta e per molti altri – luce del mondo e sale della terra come questi tuoi amici lo sono stati per te.
2. Alla fine dalla tua mail mi parli delle tante domande e dubbi che ti sorgono sulla fede.
Potrei dirti di cliccare le varie voci sul motore di ricerca del nostro sito e puoi trovarvi una risposta.
Ma queste risposte, per quanto fatte tue, da sole non sono ancora sufficienti per rendere più robusta e soprattutto più limpida la nostra fede.
3. Ciò che soprattutto è necessario per la solidità e la limpidezza della nostra fede è vivere in grazia e cioè in comunione col Signore.
Se non si vive in grazia manca ancora quell’esperienza che è fondamentale perché Gesù Cristo non venga trasformato in un pensiero, in un’idea o anche in un ideale.
Non che Gesù non debba essere il nostro modello.
Ma la vita cristiana non consiste semplicemente nel prendere Gesù come modello, come altri prendono altri personaggi.
Ma consiste piuttosto nel vivere con Lui e per Lui.
Finché Gesù non diventa il punto di partenza e il punto di arrivo dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e delle azioni sei ancora in periferia. Non sei giunto al dunque e all’essenza della vita cristiana.
Giungi al dunque quando ti senti unito a Lui come i tralci alla vite, quando i tuoi pensieri sono un’irradiazione dei suoi pensieri e della sua luce, quando i tuoi sentimenti sono un prolungamento dei suoi sentimenti e del suo amore.
E questo non è possibile senza una grande intimità con Lui, senza il raccoglimento, il silenzio, la meditazione, la preghiera.
E soprattutto non è possibile senza la purezza nella tua vita.
4. E qui tocchiamo un altro tasto che è fondamentale per la vita cristiana: la purezza di pensieri, di fantasia, di emozioni, di parole, di sguardi, di azioni!
Se non c’è questa purezza tutto rimane sfuocato.
Penso a san Tommaso d’Aquino, il grande teologo e dottore della Chiesa.
Chi ascoltò la sua ultima confessione lo trovò puro e semplice come un bambino di cinque anni.
Quando si fissa l’occhio su uno specchio d’acqua puro e calmo, si vede bene nel fondale: tutto è chiaro, tutto è certo.
Ma quando le acque sono mosse si vede in confusione o anche nulla.
Così analogamente per la vita cristiana: se vivi nella purezza, Gesù non viene trasformato in un’idea, ma facilmente diventa l’interlocutore principale della tua vita perché te lo senti davanti, sempre presente e dentro il cuore.
Allora diventa essenziale e insopprimibile il bisogno di stare con Lui e di mettere in pratica quanto ha detto: “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4).
Questo è il cuore dell’esperienza e della vita cristiana.
5. Rimanere in Lui, dentro il suo cuore.
E accogliere Gesù dentro il proprio cuore.
Vivere con Lui e per Lui.
Ti auguro di vivere così e per questo ti assicuro volentieri la mia preghiera, tanto più che me l’hai chiesta insistentemente.
Ti benedico e ti auguro un Natale santo, ricco di grazia e di pace.
Padre Angelo