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Quesito
Caro padre Angelo,
La ringrazio per le mail che mi ha mandato e per i dubbi che mi ha chiarito.
Mi piace parlare con Lei e ho altre domande da farLe visto che è un periodo in cui sto attraversando una sorte di crisi e sono piena di pensieri e di dubbi su tutto e tutti.
Per prima cosa: quando vado a confessarmi molto spesso mi capita di non avere il coraggio di dire alcuni peccati… e non li dico perché mi vergogno da matti… se io sono pentita verrò perdonata lo stesso da Dio di questi miei errori oppure devo dirli in ogni caso al sacerdote che mi sta confessando?
Io Padre ho tanta paura di sbagliare e ho soprattutto paura che Dio non mi perdoni… Non mi sento perdonata e ho tanta paura di non essere salvata…
La ringrazio già per la risposta e La saluto tantissimo
M.
Risposta del sacerdote
Cara M.,
1. Il tuo pentimento è già una gran bella cosa. Ma, se si tratta di peccati gravi, insieme col pentimento è necessaria anche l’accusa.
L’accusa dei peccati è di istituzione divina. Gesù ha detto agli apostoli la sera del giorno della sua risurrezione: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23).
Da queste parole la Chiesa evince che gli apostoli e i loro collaboratori non potrebbero svolgere in maniera adeguata il loro compito di rimettere o non rimettere se non sapessero neanche che cosa sono chiamati a rimetterete e quali siano le disposizioni del penitente.
2. Ecco il testo del Concilio di Trento: “Dalla istituzione già spiegata del Sacramento della Penitenza, la Chiesa universale ha sempre inteso che è stata istituita dal Signore anche la confessione integra dei peccati, e che questa è necessaria per diritto divino a quanti sono caduti in peccato dopo il Battesimo, perché Nostro Signore Gesù Cristo mentre stava per ascendere dalla terra al cielo, lasciò i sacerdoti suoi vicari come presidi e giudici, ai quali siano deferiti tutti i crimini mortali, perché pronuncino in virtù del potere delle chiavi la sentenza di remissione o di retenzione dei peccati. Consta infatti che i sacerdoti non potrebbero né esercitare questo potere giudiziale senza conoscere la causa né osservare l’equità nell’imporre le pene se i fedeli stessi non dichiarassero prima i loro peccati non solo in genere ma anche in specie e singolarmente” (sess. 14,5). E nel can. 6 (l.c.) dichiara: “Se qualcuno affermasse che la confessione sacramentale non è stata istituita o non è necessaria alla salvezza di diritto divino; oppure che il modo di confessarsi in segreto al solo sacerdote, che la Chiesa cattolica ha sempre osservato e osserva, è contrario all’istituzione e al comando di Cristo, ed è un’invenzione umana, sia anatema” (DS 1706 ).
3. Non aver problemi per la vergogna. Il Santo Curato d’Ars diceva che il sacerdote sa già più o meno quali sono i peccarti dei fedeli.
Tu pensi che il sacerdote si faccia meraviglie. Ti garantisco che ormai è abituato a tutto.
Confessa dunque integralmente tutti i peccati gravi, perché diversamente ti esponi a rendere nulla l’assoluzione e a compiere un sacrilegio. Rendere nullo un sacramento è una profanazione verso un tesoro così grande che ci ha dato il Signore.
Inoltre, se manca l’accusa dei peccati gravi non puoi fare la Santa Comunione.
4. In questa linea giustamente il Catechismo della Chiesa Cattolica stabilisce: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione» (n. 1385).
Giovanni Paolo II a questo proposito ha detto: “Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell’apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell’Eucaristia, si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale” (Ecclesia de Eucharistia 36).
5. Fai così e ti troverai interiormente liberata e serena.
Nella prossima confessione dì pure al sacerdote che nelle precedenti confessioni avevi taciuto quel peccato per vergogna. Vedrai che ti tratterà con molta misericordia.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo