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Quesito
Caro Padre Angelo,
mi rivolgo a Lei per un consiglio.
Mi ritrovo spesso per vari motivi in ambienti frequentati da non credenti e spesso capita di intrattenersi in dialoghi su questioni etiche. So bene che la Chiesa condanna la contraccezione in quanto è un comportamento irresponsabile e malvagio perché la contraccezione considera la fertilità al pari di una malattia, ma mi vengono poste frequentemente delle obiezioni sui dei suoi possibili effetti positivi. Ovvero l’uso della contraccezione diminuirebbe la possibilità di gravidanze indesiderate perchè da quando esiste, come dimostrano le statistiche, c’è una diminuzione dei casi d’aborto, quindi in pratica sarebbe anche un bene l’utilizzo degli anticoncezionali. E comunque anche se non ci fossero leggi regolatrici per l’interruzione di gravidanza ci sarebbe anche la pratica dell’aborto illegale, ampiamente utilizzata nella storia. Lei come risponderebbe a queste illazioni? Spero che mi potrà aiutare
Sergio
Risposta del sacerdote
Caro Sergio,
non puoi pensare che la Chiesa non si sia posta questo problema. L’obiezione che tu fai non è di oggi.
Ecco la risposta di Giovanni Paolo II in Evangelium vitae:
“Si afferma frequentemente che la contraccezione, resa sicura e accessibile a tutti, è il rimedio più efficace contro l’aborto. Si accusa poi la Chiesa cattolica di favorire di fatto l’aborto perché continua ostinatamente a insegnare l’illiceità morale della contraccezione.
L’obiezione, a ben guardare, si rivela speciosa. Può essere, infatti, che molti ricorrano ai contraccettivi anche nell’intento di evitare successivamente la tentazione dell’aborto. Ma i disvalori insiti nella mentalità contraccettiva – ben diversa dall’esercizio responsabile della paternità e maternità, attuato nel rispetto della piena verità dell’atto coniugale – sono tali da rendere più forte proprio questa tentazione, di fronte all’eventuale concepimento di una vita non desiderata.
Di fatto la cultura abortista è particolarmente sviluppata proprio in ambienti che rifiutano l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione. Certo, contraccezione ed aborto, dal punto di vista morale, sono mali specificamente diversi: l’una contraddice all’integra verità dell’atto sessuale come espressione propria dell’amore coniugale, l’altro distrugge la vita di un essere umano; la prima si oppone alla virtù della castità matrimoniale, il secondo si oppone alla virtù della giustizia e viola direttamente il precetto divino ‘‘non uccidere’.
Ma pur con questa diversa natura e peso morale, essi sono molto spesso in intima relazione, come frutti di una medesima pianta. (…). In moltissimi casi tali pratiche affondano le radici in una mentalità edonistica e deresponsabilizzante nei confronti della sessualità e suppongono un concetto egoistico di libertà che vede nella procreazione un ostacolo al dispiegarsi della propria personalità. La vita che potrebbe scaturire dall’incontro sessuale diventa così il nemico da evitare assolutamente e l’aborto l’unica possibile risposta risolutiva di fronte ad una contraccezione fallita.
Purtroppo la stretta connessione che, a livello di mentalità, intercorre tra la pratica della contraccezione e quella dell’aborto emerge sempre di più e lo dimostra in modo allarmante anche la messa a punto di preparati chimici, di dispositivi intrauterini e di vaccini che, distribuiti con la stessa facilità dei contraccettivi, agiscono in realtà come abortivi nei primissimi stadi di sviluppo della vita del nuovo essere umano” (EV 13).
Secondo l’insegnamento della Chiesa, pertanto, la mentalità contraccettiva è la premessa logica della mentalità abortiva. L’obiettivo della contraccezione è quello di escludere del tutto la procreazione. Non la si accetta, non la si vuole. E nel caso di mancata efficacia del metodo si è talmente avversi al concepito che non di rado si pensa subito all’aborto. Sicché la mentalità anti-vita della contraccezione si prolunga in quella abortista.
Nella continenza periodica invece si accetta il rischio del figlio. E nell’accettazione del rischio, i coniugi si mantengono reciprocamente nella logica del dono, non in quella dell’uccisione del concepito.
Ti ringrazio del quesito che mi hai posto.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo