Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Inglese
Carissimo Padre Angelo,
Innanzitutto le porgo i miei più sentiti e sinceri complimenti per le sue risposte, sempre esaustive e molto chiare. Leggo spesso i quesiti che le vengono posti dai vari visitatori del sito, in quanto sono affascinato dagli argomenti che riguardano la Teologia Morale.
Mi chiamo Daniele, e nel corso della mia vita sono sempre stato un ragazzo particolarmente tranquillo e buono, frequento regolarmente la chiesa e mi confesso con frequenza. Quando possibile svolgo anche attività di volontariato. Dedico almeno un’ora del giorno alla preghiera. Ma come ogni essere umano ho anch’io delle debolezze. E quale altra debolezza poteva essere se non quella dell’autoerotismo?
Parlando con i miei amici, ma anche con una stragrande maggioranza delle persone, masturbarsi regolarmente risulta essere per loro un’attività quotidiana normalissima. Se solo sapessero quanto perdono! Da quando sto frequentando più assiduamente la chiesa ed ho rafforzato la mia fede, io non la vedo più così, in quanto commettendo tale atto mi sento immediatamente pentito, impuro ed indegno dinnanzi a Dio.
Anch’io in passato non ero perfettamente al corrente su tale argomento, ed ero ignaro di quanto ho peccato in negli anni passati!
Da quando ho preso coscienza di tutto ciò, sto cercando di vivere in maniera più casta evitando di cadere in errore ed in tentazione, e devo dire che ci sto riuscendo abbastanza bene e di questo ne sono compiaciuto.
La mia domanda è la seguente: Quando io non ero al corrente del fatto che masturbarsi rappresentasse peccato, ho comunque offeso Dio in maniera così grave?
Inoltre voglio ancora approfittare della sua sapienza. Cercando di approfondire il rapporto tra Religione e Sessualità, mi sono imbattuto in un passo delle scritture che recita così: “L’uomo che avrà avuto un’emissione seminale, si laverà tutto il corpo nell’acqua e resterà impuro fino alla sera.
Ogni veste o pelle su cui vi sarà un’emissione seminale dovrà essere lavata nell’acqua e resterà impura fino alla sera.
La donna e l’uomo che abbiano avuto un rapporto con emissione seminale si laveranno nell’acqua e resteranno impuri fino alla sera” (Lv 15,16-18)
Nel versetto 16 si parla di emissione seminale non proveniente da un rapporto quindi vi è un riferimento esplicito alla pratica dell’autoerotismo. A tal proposito il testo dice soltanto “va a fare un bagno” e ad esso non è interpretato nessun sentimento di vergogna. Come si può interpretare questo passo delle scritture?
Grazie mille anticipatamente Padre!
Carissimo,
1. sono contento di mettere in evidenza che preghi mediamente un’ora al giorno.
Sono certo che per te pregare è come andare a dissetarti e a rifocillarti.
L’incontro con Dio per mezzo di Gesù Cristo è sempre saziativo.
2. A questo proposito mi piace ricordare quanto insegnava il santo Curato d’Ars ai suoi parrocchiani:
“La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio.
Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente.
In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare.
Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura!
È una felicità questa che non si può comprendere.
Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui.
La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.
Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio.
La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza.
Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce” (A. Monnin, Esprit du Curé d’Ars, pp. 87-88).
3. Desidero sottolineare anche un’altra cosa della tua mail.
Scrivi: “Parlando con i miei amici, ma anche con una stragrande maggioranza delle persone, masturbarsi regolarmente risulta essere per loro un’attività quotidiana normalissima. …
Da quando sto frequentando più assiduamente la chiesa ed ho rafforzato la mia fede, io non la vedo più così, in quanto commettendo tale atto mi sento immediatamente pentito, impuro ed indegno dinnanzi a Dio”.
4. Ebbene, commento le tue parole con quelle del Magistero della Chiesa espresse nella Dichiarazione “Persona humana” (29.XII.1975) della Congregazione per la dottrina della fede:
“sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazioneche la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato.
La ragione principale è che, qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua finalità.
A tale uso manca infatti la relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza in un contesto di vero amore l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana (Gaudium et spes 51).
Soltanto a questa relazione regolare dev’essere riservato ogni esercizio deliberato della sessualità” (PH 9).
5. Il Magistero della Chiesa dà riscontro alle tue parole “commettendo tale atto mi sento immediatamente pentito, impuro ed indegno dinnanzi a Dio” affermando che senza esitazionequell’atto viene percepito così dal senso morale dei fedeli.
Come vedi, viene precisato “dei fedeli”, e cioè di coloro che hanno cominciato a vivere l’unione con Dio mediante la grazia.
Capita infatti che altri non avvertano niente.
6. Mi chiedi se hai comunque offeso gravemente Dio quando non eri al corrente che tali azioni fossero un peccato.
Ti rispondo con l’insegnamento di Giovanni Paolo II: “Il male commesso a causa di una ignoranza invincibile, o di un errore di giudizio non colpevole, può non essere imputabile alla persona che lo compie; ma anche in tal caso esso non cessa di essere un male, un disordine in relazione alla verità sul bene.
Inoltre, il bene non riconosciuto non contribuisce alla crescita morale della persona che lo compie: esso non la perfeziona e non giova a disporla al bene supremo” (Veritatis splendor 63).
7. Vengo infine alla domanda di carattere biblico.
Ebbene va detto che qui si parla della purezza rituale, non di quella morale.
Il testo che mi hai riferito parla la mondezza per la celebrazione del culto e non già di peccati.
Per gli antichi ebrei anche qualsiasi emissione di sangue, come ad esempio quella della mestruazione, rendeva impuri.
Anche toccare i cadaveri rendeva impuri fino alla sera.
Tuttavia non si trattava di impurità morale, e cioè di peccato, ma semplicemente di mondezza rituale, di norme disciplinari per accedere al culto.
L’emissione seminale di cui qui si parla è quella dell’intimità coniugale o dei fenomeni naturali di polluzione che per gli antichi ebrei rendeva inadatti al culto, per cui bisognava purificarsi. L’autoerotismo non c’entra.
Tutte queste determinazioni sono cadute col Nuovo Testamento perché la purezza che il Signore vuole è quella del cuore.
Ti ringrazio per le preziose testimonianze che ci hai offerto.
Ti auguro molti beni dal Signore risorto, ti ricordo a Lui nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo