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Caro padre Angelo,
desidererei conoscere la sua preziosa riflessione sul responsorio (custodi nos Domine ut pupillam…) del salmo 16,8 che sto meditando con profondo interesse.
Mi scuso per il disturbo e La ringrazio di cuore.
Annamaria
Cara Annamaria,
1. il versetto cui rimanda quel responsorio è il seguente: “Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi” (Sal 17,8)
L’invocazione che viene fatta è molto alta: si chiede a Dio nientemeno che di essere custoditi come la sua cosa più preziosa.
La pupilla degli occhi o anche semplicemente gli occhi sono un bene così prezioso che comunemente si dice: “sono pronto a pagarli un occhio della testa”.
Ebbene, tutto questo con particolare audacia Davide lo chiede a Dio.
D’altra parte Davide non era uno qualunque.
Era un consacrato, una persona scelta dal Signore per un particolare incarico.
2. Dal momento che col Battesimo diventiamo consacrati a Dio dobbiamo riconoscere nell’invocazione di Davide l’invocazione di ogni battezzato, anzi di ogni uomo. Perché tutti sono chiamati a diventare figli di Dio e Dio ama tutti con amore di Padre.
3. Ma addentriamoci ora più a fondo nel significato di questa invocazione: “Custodiscimi come pupilla degli occhi”.
La pupilla dell’occhio viene custodita infatti con grande diligenza.
Istintivamente si cerca di impedire tutto ciò che può nuocerle. Talvolta ci si scansa. Talaltra vi si mette di mezzo la mano o il braccio.
4. Ebbene, Dio ha fatto così con i suoi servi.
Di Israele che ha liberato dall’Egitto e trasportato nel deserto si legge: “Lo custodì come la pupilla del suo occhio.
Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali” (Dt 32,10-11).
5. Israele era così prezioso e caro a Dio che chi lo toccava o lo spogliava dei suoi beni era come se toccasse la pupilla degli occhi del Signore.
Per questo il profeta Zaccaria dice: “Il Signore degli eserciti… dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi, tocca la pupilla dei miei occhi” (Zac 2,12).
6. Inoltre come la pupilla degli occhi avverte un certo refrigerio quando è nell’ombra piuttosto che sotto i dardi infuocati del sole, così ognuno viene custodito da Dio come sua pupilla quando è sottratto dalle molestie e dagli intrighi degli uomini e gode in pace dei beni che gli sono stati destinati.
7. Sicché quando diciamo a Dio “Custodiscimi come pupilla degli occhi” gli chiediamo di essere difesi dal maligno, di impedirci ogni male, di compiere ogni peccato per quanto piccolo.
8. Questo versetto merita di essere ripetuto frequentemente durante la giornata, anche nel disbrigo delle nostre faccende.
È il Signore stesso che ci chiede di pregare così.
Questo ci riempie di fiducia perché come potrebbe non esaudirci il Signore dopo averci suggerito di pregare proprio con queste precise parole?
9. Nell’invocazione quotidiana si potrebbero aggiungere anche le altre parole riferite nel Salmo: “nascondimi all’ombra delle tue ali”.
“Le ali di Dio”, dice San Tommaso, “sono la carità e la misericordia, e con esse ci difende dalla rapacità dei demoni” (Commento al Salmo 17,8).
Ebbene, niente ci difende dalla rapacità dei demoni quanto l’essere in grazia di Dio ed essere a Lui graditi amando, perdonando e facendo del bene per amor suo.
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di avere detto tutte queste cose.
Sono certo che gioveranno per la vita spirituale di molti.
A te un ricordo particolare nella preghiera e una benedizione.
Padre Angelo