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Quesito

Carissimo Padre,
ho dei dubbi in merito ad una questione; a me piace una ragazza e penso di essere ricambiato ma non è ancora successo nulla: so chiaramente cosa non è giusto fare ma scambiarsi effusioni anche prima di fidanzarsi senza chiaramente arrivare al rapporto o a qualcosa di eccessivo è peccato?
Inoltre questa ragazza è ortodossa, che ne pensa la chiesa di due ragazzi con fede diversi per quanto siamo entrambi Cristiani?
La ringrazio di cuore


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. scambiarsi effusioni prima di un qualche legame, come il fidanzamento, è come mettersi su un piano inclinato, dove, anche se non lo si vuole, la concupiscenza può diventare trascinatrice delle proprie azioni.
E allora ne verrebbe pregiudicata la possibilità di amare in maniera vera, e cioè pura.

2. Tuttavia devo precisare che anche nel fidanzamento l’amore vicendevole deve conservarsi puro.
Il rapporto sessuale prima del matrimonio è il segno più eloquente che quella vita affettiva non è vissuta in maniera pura.
Infatti prima del matrimonio il rapporto sessuale è intrinsecamente menzognero, perché ci si dona in maniera contraffatta. E pertanto non ci si dona affatto.

3. Quando poi ci si lascia completamente accecare dalla concupiscenza scambiando l’amore con l’attrazione erotica non si capisce neanche più dove stia il male.
Ed è quello che succede a molti.
Oltre al rapporto sessuale prima del matrimonio vi sono tante altre impurità che alterano la purezza dell’amore.
Ma tutto ciò che inquina, poco per volta corrode.
È come la carie di un dente. Se non si rimedia subito, procura dolore e alla fine bisogna togliere il dente.
Questa è la fine di tanti amori, che si pensava fossero i più puri e i più durevoli di questo mondo.

4. Mi dici infine che la ragazza che ti piace è di religione ortodossa.
Certamente è cristiana come noi, ha i sacramenti come noi, ha la devozione a Maria come noi.
Tuttavia le mancano tante cose che costituiscono la ricchezza della Chiesa cattolica.
Nella Chiesa cattolica infatti si conserva l’integrità della fede su tutti i punti, quella purezza e integrità della fede di cui è garante Pietro, al quale Cristo ha dato il compito di confermare i fratelli (Lc 22,32).

5. Ora va detto che su alcuni punti, tanto della fede e soprattutto della morale, la Chiesa ortodossa si discosta dall’insegnamento della Chiesa Cattolica come ad esempio sulla possibilità delle seconde e delle terze nozze, sulla contraccezione e alcuni temi della bioetica.
Il fatto è che la Chiesa ortodossa non ha elaborato una teologia così come l’ha elaborata la Chiesa cattolica. E questo probabilmente anche per aver trascurato il rapporto tra fede e ragione, tra fede e scienza.
La teologia ortodossa si è espressa nei monasteri. È rimasta, potremmo dire, una teologia monastica, spirituale, ma ancora insufficiente a portare la linfa evangelica in tutti gli ambiti della vita umana.

6. Il Magistero della Chiesa cattolica costituisce una delle sue perle più preziose ed è uno dei segni inconfondibili della sua divina costituzione: si esprime nell’insegnamento del Romano Pontefice, nei dogmi sanciti dai concili, dalle encicliche e da tutte le altre forme di Magistero.
Toccando tutti i punti della dottrina e della vita cristiana è in perenne sviluppo e senza contraddizioni. Ed è cosa davvero mirabile!
È come una cattedrale perfetta in tutti i suoi aspetti, una cattedrale che subisce continui perfezionamenti in armonia con quelli precedenti.

7. È un Magistero santo nelle verità che esprime e nello stesso tempo santificante perché porta alla santità attraverso tutti gli ambiti della vita: da quella coniugale a quella del lavoro e dell’impegno nella società.
Come non ricordare a questo proposito la ricchezza della dottrina sociale della Chiesa, che ha illuminato non  solo le menti dei cattolici ma anche i Parlamenti, i partiti politici, i sindacati e le associazioni?
Basti pensare agli influssi della Rerum Novarum di Leone XIII 81891), la Quadragesimo anno di Pio XI (1931), la Mater et Magistra (1961) e la Pacem in terris (1963) di Giovanni XXIII, la Gaudium et spes (1965) del Concilio Vaticano II, la Populorum progressio di Paolo VI (1967), le tre encicliche sociali di Giovanni Paolo II: la Laborem exercens (1981), la Sollicitudo rei socialis (1987), la Centesimus annus (1991).

8. Per questo i matrimoni con gli ortodossi, sebbene di comune fede cristiana, rimangono sconsigliati per le lacune presenti nella Chiesa ortodossa.
Basti solo dire che le manca la presenza di Pietro, il segno visibile dell’unità della Chiesa e il garante della purezza della fede.
Solo a Pietro Gesù Cristo ha detto: “E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Mt 16,18).
Solo a Pietro ha detto: “A te darò le chiavi del regno dei cieli” (Mt 16,19).
Solo a Pietro ha detto: “Conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).
Solo a Pietro ha detto: “Pasci i miei agnelli” (Gv 21,15) e “Pasci le mie pecore” (Gv 21,16).

9. Tuttavia la Chiesa concede la dispensa per poter sposare una persona di fede ortodossa, alle condizioni che si leggono nel Codice di diritto canonico, can. 1125:
“L’Ordinario del luogo (vescovo), se vi è una causa giusta e ragionevole, può concedere tale licenza; ma non la conceda se non dopo il compimento delle seguenti condizioni:
1° la parte cattolica si dichiari pronta ad allontanare i pericoli di abbandonare la fede e prometta sinceramente di fare quanto è in suo potere perché tutti i figli siano battezzati ed educati nella Chiesa cattolica;
2° di queste promesse che deve fare la parte cattolica, sia tempestivamente informata l’altra parte, così che consti che questa è realmente consapevole della promessa e dell’obbligo della parte cattolica;
3° entrambe le parti siano istruite sui fini e le proprietà essenziali del matrimonio, che non devono essere escluse da nessuno dei due contraenti”.

Ti auguro una fruttuosa quaresima, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo