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Quesito

Caro Padre Angelo,
più volte ho letto nelle sue illuminanti risposte che la vocazione al matrimonio è una via buona per seguire il Signore, che ha una grandissima dignità agli occhi di Dio, ma che la via del celibato consacrato al Signore è migliore.
Devo ammettere che ci ho messo un po’ per accettare la cosa. Prima infatti consideravo le due strade grossomodo uguali di fronte al Signore. Semplicemente chiamava alcune persone a seguirlo tramite una via ed altre tramite quell’altra.
Pian piano ho approfondito la cosa e devo dire che si appoggiava su affermazioni magisteriali che non lasciavano adito a dubbi. Certamente sbagliavo io nei miei ragionamenti!! Per cui col tempo, invitandomi la fede all’obbedienza al magistero infallibile della Chiesa, anche la mia ragione è arrivata a confermare la veridicità di questo importante concetto.
Ora arrivano le domande. Lei ha chiarito bene che non si tratta di paragonare il matrimonio al celibato ma di paragonarlo al celibato consacrato al Signore, per cui mi domando:
– Quali sono i modi oggigiorno attraverso cui un maschio possa consacrare il proprio celibato nel caso non si sentisse chiamato nè al sacerdozio (ad es. San Filippo Neri), nè al diaconato permanente (San Francesco), nè a far parte di qualche ordine religioso pur non essendo sacerdote (San Salvatore da Horta)?
– Una via del genere può essere considerata una vocazione a tutti gli effetti (molto spesso certe guide spirituali ragionano secondo i vecchi schemi della vocazione al matrimonio o al sacerdozio e considerano altre vie come surrogati)?
Mi vengono in mente alcuni esempi come il medico San Giuseppe Moscati consacratosi al Signore e alla Vergine nella preghiera ma anche Giovanna d’Arco consacratasi grosso modo nella stessa maniera.
La ringrazio anticipatamente per il suo umile servizio
Un abbraccio nel Signore
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. le vie di consacrazione della propria vita affettiva al Signore rimanendo nel mondo sono essenzialmente due: una è istituzionalizzata e riconosciuta dalla Chiesa, l’altra è in forma privata.

2. Quella istituzionalizzata è quella che grosso modo passa attraverso gli Istituti secolari.
I membri degli Istituti secolari emettono i voti nelle mani della Chiesa e sono consacrati da parte della Chiesa.

3. I membri degli Istituti secolari sono laici che rimangono nel mondo e svolgono i vari compiti che un laico svolge nel mondo, come ad esempio il compito di sindaco, di avvocato, di medico, di sindacalista, di parlamentare, di operaio…
Il loro compito è di stare nel mondo e di svolgere le attività del mondo, ma introducendovi lo spirito delle beatitudine evangeliche.
In una parola hanno il compito di lievitare il mondo dall’interno.
Tra questi mi piace ricordare Giorgio La Pira, che sindaco di Firenze e parlamentare.
I sacerdoti e religiosi invece devono dedicarsi strettamente alle cose di Dio per portare a Dio il culto degli uomini e per donare agli uomini i doni di Dio.

4. Chi entra in un Istituto secolare deve fare tutti i passaggi canonici prescritti per i voti e osservare le regole dell’Istituto.

5. L’altra forma di consacrazione è quella privata che uno può fare da solo o nelle mani del proprio confessore.
Qui non ci sono Regole particolari da seguire se non quelle che uno si dà da se stesso con il consiglio del proprio confessore o direttore spirituale.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di rendere presente per molti queste forme di consacrazione, che sono meno visibili, ma che sono ugualmente preziose per il Regno di Dio e la salvezza delle anime.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo