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Quesito

Caro Padre Angelo,
la ringrazio per le sue risposte circa i miei dubbi sulla Cresima e mi piacerebbe porle un altra domanda frutto della mia semplice curiosità, noi cristiani senza distinzioni di confessione abbiamo fede nel fatto che Gesù è stato crocifisso ed è morto per redimerci dai nostri peccati, e accettando la crocifissione ci ha dato un grande segno della sua misericordia, ho anche letto però che sia in seno al Cristianesimo stesso sia nell’altra importante religione monoteista, l’Islam (ma forse anche nell’Ebraismo) esistono o sono esistite discordie riguardo l’episodio della crocifissione del Cristo, precisamente da quello che ho capito i musulmani negano che sia il Cristo colui che morì in croce insieme ai due ladroni, ma un altro che sarebbe stato reso "simile a lui", che Pilato per evitare un tumulto fingendo di accontentarli abbia fatto crocifiggere un suo sosia, oppure che il Dio fatto uomo fosse solo pura apparenza (docetismo). Si suppone che al suo posto sia stato crocifisso Simone di Cirene (che secondo noi cristiani portò semplicemente la croce) o anche Giuda Iscariota.
La mia domanda è semplice, quali prove e/o fonti esistono a conferma che invece chi morì in croce assieme ai due ladroni fu proprio Gesù?
Mi rendo conto che è una questione complessa, ma io di natura sono sempre stato un ragazzo curioso, con tanta voglia di sapere, non a caso frequento l’università, precisamente una facoltà umanistica (Lettere).
La ringrazio per la sua cortesia
Carmelo


Risposta del sacerdote

Caro Carmelo,
ci sono motivi di fede e di ragione per affermare che Gesù è stato crocifisso.

1. Partiamo dai motivi di fede.
Che significato ha credere nella risurrezione di Cristo se non fosse morto?
Avrebbe espiato i nostri peccati?
Il suo sacrificio sarebbe stato gradito a Dio?
Che senso avrebbe pregare Gesù Cristo e vivere in comunione con Lui se non fosse risorto?
Se non fosse risorto e vivente con noi, saremmo da compiangere più di tutti gli uomini. Passeremmo la nostra vita a vivere in comunione con un morto, pensando che sia vivo! Robe da pazzi, da manicomio!
Inoltre, sempre portando motivi di fede, che credito avrebbero i Vangeli che da noi sono ritenuti libri ispirati e cioè aventi per principale Autore lo Spirito Santo?

2. Ci sono motivi inerenti alle Scritture stesse.
Gesù attesta in continuazione che è venuto per adempiere le Scritture (evidentemente quelle dell’Antico Testamento), le quali parlano del sacrificio di Cristo e ad esso rimandano in continuazione come al loro sbocco naturale.
L’agnello pasquale, al quale non viene spezzato alcun osso e che gli ebrei mangiarono nella notte in cui furono liberato dall’Egitto, non è simbolo e prefigurazione del Vero Agnello che toglie i peccati del mondo, così come lo chiama Giovanni Battista?
Il sangue dell’agnello, tinto sulle porte delle abitazioni degli ebrei, in virtù del quale essi vengono risparmiati dall’angelo sterminatore, non è simbolo del Sangue di Cristo che ci libera dai nostri peccati?
Il sacrificio mattutino e vespertino di un agnello che ogni giorno veniva compiuto nel tempio di Gerusalemme non erano simbolo del sacrificio che avrebbe compiuto il vero Agnello, colui che Giovanni Battista indica dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio!” (Gv 1,29)?

3. Quando il profeta Isaia parla del servo sofferente non descrive forse la passione di Cristo?
“Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,e non aprì la sua bocca” (Is 53,3-8).
Per i musulmani Cristo non morì sulla croce perché un profeta, che è un prediletto di Dio, non può morire così.

4. Vi sono poi i motivi di ragione.
Essi si basano sulla storicità dei Vangeli, i quali narrano gli avvenimenti accaduti (Lc 1,1).
Se questo non fosse stato vero, perché gli apostoli avrebbero lasciato la Palestina e sarebbero andati fino agli estremi confini della terra a predicare tutti il medesimo vangelo e a dare tutti la vita per quanto predicavano?
Inoltre gli Apostoli erano popolani di estrazione. Sarebbe stato facile che nella predicazione gli uni contraddicessero gli altri. Invece questo on è mai capitato.
Dappertutto predicarono che Gesù è stato crocifisso ed è risorto il terzo giorno.
Magari la gente che ascoltava poteva non credere alla risurrezione, come avvenne a Corinto At 17,32). Ma nessuno ha messo in discussione la sua morte.

5. Molti ebrei rifiutarono l’annuncio della risurrezione mettendo in giro la diceria che gli apostoli erano andati di notte a sottrarre la salma. Ma non sconfessarono la morte di Cristo.
Se fosse stata anche questa una diceria, l’avrebbero impugnata. Invece di questo erano sicuri.

6. Il racconto del Corano, secondo il quale Cristo sarebbe stato sostituito da un altro all’ultimo momento, è fantasioso.
Non c’è alcun racconto dettagliato della passione del Signore nel Corano. Ma la nuda notizia che gli ebrei disse: “L’abbiamo ucciso”.
Mentre i Vangeli presentano una dettagliata descrizione, estremamente precisa nelle sue fasi di arresto, nel racconto del giudizio da parte del Sinedrio, nel deferimento ai Romani perché Gesù venisse crocifisso.
Gli ebrei lapidavano, ma non crocifiggevano. Per Cristo invece vollero la morte più infamante, quella della crocifissione, applicata appunto dai Romani.

Penso che basti così.
Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo