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Quesito
Buona Domenica padre Angelo e la ringrazio (seppur in ritardo) per la delucidazione.
Volevo farle un’altra domanda in merito alla forma esteriore della corona del Rosario. Attualmente nel 99% dei casi si trovano in commercio le corone da 50 grani, di conseguenza la medesima corona va utilizzata per 3 volte al fine di completare tutto il Rosario di 15 misteri. Ho notato però in alcuni isolati contesti l’utilizzo di corone più grandi con 150 grani. Da un punto di vista meramente esteriore…quale delle due tipologie di corone può esser vista come la più tradizionale o se vogliamo la più ‘logica’ da un punto di vista manifatturiero?
Inoltre, leggendo le opere del Beato Alano, mi sono imbattuto in una bellissima serie di illustrazioni di Fra Alberto da Castello risalenti al 1500 circa e desunte dagli stessi scritti del beato Alano, dove l’intero salterio veniva suddiviso in 15 misteri maggiori (i grani del Pater) e 150 misteri minori (grani della Ave).
Con riferimento a questi ultimi, con grande gioia mi sono accorto come i cosiddetti misteri della luce fossero già meditati all’epoca, più precisamente erano “spalmati” tra il quinto mistero gaudioso e il primo mistero doloroso. Non ho mai compreso bene il criterio con il quale si operò la sintesi ai soli 15 misteri maggiori “omettendo” gli importantissimi misteri della luce (poi riproposti da Giovanni Paolo II). Probabilmente per una questione di privilegio agli episodi del vangelo con una presenza mariana maggiore.
Al di lá di ciò mi sono reso conto come sia possibile meditare davvero tutto il vangelo, includendo la vita pubblica di Gesù pur rimanendo nel numero fondamentale di 150 ave.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ti rispondo oggi 9 settembre, giorno in cui si ricorda il beato Alain de la Roche (Alano della rupe), il grande apostolo del Rosario, domenicano francese.
Questo grande domenicano francese, della Bretagna, ha presentato il Santo Rosario come il Salterio mariano in analogia con il Salterio della Sacra Scrittura.
E poiché i salmi sono 150, anche il Salterio mariano è costituito da 150 Ave Maria.
2. Noi domenicani portiamo alla cintura il Rosario intero che riporta i 15 misteri del Rosario.
Di fatto però per contare meglio sia i misteri sia le dov’è Maria portiamo in tasca la corona di cinque misteri, che corrisponde ad una terza parte del Rosario.
3. Mi chiedi quale delle due tipologie corrisponda meglio alla tradizione.
Posso dire tutte e due perché tutte e due sono state usate fin dall’inizio.
Quella dei 15 misteri, appesa alla cintura dell’abito.
Quella dei cinque misteri nella tasca perché è più maneggiabile e anche perché aiuta a ricordare meglio a quale punto si è giunti.
4. Colgo l’occasione per ricordare l’origine della corona del Rosario.
Si tratta di una storia molto antica che risale addirittura al V secolo d.C.
Sullo stile di quello che facevano gli eremiti in Oriente, anche in Occidente precisamente in Irlanda si iniziò a far uso di strumenti che aiutassero a contare il numero delle preghiere.
Inizialmente si trattava di pietruzze o di grani legati fra di loro con un filo formando una cordicella.
Non si tardò a chiudere la cordicella dando origine ad una corona.
Quel modo di contare le preghiere dall’Irlanda passò presto in Europa.
5. Queste cordicelle venivano usate in modo particolare dai monaci conversi nei monasteri i quali al posto della recita dei 150 salmi di Davide recitavano 150 Pater.
Nelle Antiche costumanze di Cluny (verso l’anno 1000) si legge che per la morte di un monaco di un altro monastero ciascun monaco sacerdote doveva celebrare una Messa, mentre gli altri monaci dovevano recitare o 50 salmi o 50 Pater.
Queste cordicelle o corone venivano chiamate Pater noster.
6. Nel secolo 12º si diffuse rapidamente la preghiera dell’Ave Maria, chiamata Salutazione Angelica, che consisteva solo nella prima parte dell’attuale Ave Maria.
Con le cordicelle del Pater noster si contavano anche le Ave Maria: 150 oppure 50.
Non era ancora il Rosario perché non c’erano i misteri.
7. Ai tempi di San Domenico, siamo all’inizio del secolo 13º, sappiamo con certezza che il popolo cristiano e anche i frati facevano ampiamente uso di queste cordicelle. E proprio a questo uso sarebbe ricorso san Domenico per intramezzare la predicazione che durava ore o anche un’intera giornata. È un primo abbozzo del Rosario. Il Pater noster e le Ave Maria erano intercalati dalla predicazione che favoriva la riflessione e la contemplazione durante la recita delle successive preghiere.
8. Sarà con il domenicano bretone Alain de la Roche (Alano della Rupe) verso la fine del 1400 che compare il Salterio mariano che ha 15 Pater e 150 Ave Maria. In Alano i misteri sono addirittura 150 misteri e vanno dall’annunciazione alla morte di Maria Santissima fino al giudizio universale.
9. Con San Pio V nel 1569 i misteri vengono stabiliti il numero di 15, divisi in tre classi: misteri gaudiosi, misteri dolorosi e i misteri gloriosi. E alla Salutazione Angelica verrà aggiunta la seconda parte dell’attuale Ave Maria.
I misteri della luce già presenti in Alano della rupe scomparvero molto probabilmente perché e 15 misteri divisi nelle tre classi suddette in ordine cronologico fossero più facilmente memorizzabili
10. Giovanni Paolo II aggiunge opportunamente i cinque misteri della luce che possono sostituire una classe dei misteri tradizionali in modo che il Rosario risulti ancora composto di 150 Ave Marie e di 15 Padre nostro.
In Rosarium Virginis Mariae Giovanni Paolo II ha scritto: “Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria” (RVM 19).
Ti ringrazio delle preziose notizie che ci hai fornito sui misteri del beato Alano.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo