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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
qualche anno fa sono entrato in massoneria per questioni di natura professionale, ma anche perché volevo entrare a far parte di una istituzione elitaria.
So che dal punto di vista della Chiesa io mi trovo in stato di peccato grave, se non addirittura in scomunica.
E’ possibile una redenzione, un perdono?
In attesa di suo riscontro la ringrazio.
Un caro saluto
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sì è possibile ad una condizione: che tu esca dalla massoneria.
Questo è il segno concreto della tua volontà di riavvicinarti a Cristo.
L’appartenenza alla massoneria è apertamente condannata dalla Chiesa. L’ultimo documento che ne fa riferimento è la Dichiarazione sulla massoneria Quaesitum est del 26 novembre 1983 nella quale si legge: “Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
2. Trattandosi di una scomunica “nemini reservata” (e cioè non si deve ricorrere ad alcuna autorità particolare) è sufficiente rivolgersi a qualsiasi sacerdote per ricevere l’assoluzione sacramentale e la rimozione della scomunica.
Poi potrai fare la Santa Comunione.
3. Vivendo in grazia e facendo la Santa Comunione puoi ricevere un aiuto professionale immensamente più grande e duraturo di quello che ti possono dare dei poveri uomini, che infine preferiscono ricevere aiuto illusorio da altre fonti.
E comprendi bene quali.
Ho scritto: poveri uomini, perché i giudizi del mondo che considerano grandi gli uomini secondo i criteri dell’apparenza o dell’appartenenza sono una “grandisima mentira” (una grandissima menzogna), come diceva Santa Teresa d’Avila.
4. Inoltre vivendo in grazia entri a far parte dell’associazione più elitaria e più nobile che esista: la comunione dei Santi, che ti rende grande agli occhi di Dio per tutta l’eternità.
Il Salmo 138,17 nella formulazione della Volgata recitava così: “Nimis honorificati sunt amici tui, Deus” (Sono molto onorati, o Dio, i tuoi amici).
San Giovanni Crisostomo osserva la grande dignità che Dio ha dato all’uomo: “Considera quanta felicità ti è largita, quanta gloria ti è concessa nell’orazione: parlare familiarmente con Dio, conversare da amico con Cristo, scegliere quello che vuoi, domandare ciò che desideri” (Gen. Hom. XIII).
5. Ringrazia il Cielo per averti dato il tempo e la forza di pentirti e tornare umilmente alla più grande dignità e al più grande potere: quello di essere amico di Dio, suo intimo e confidente.
Anch’io lo ringrazio insieme con te.
Per questo ti assicuro il mio ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo