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Quesito
Caro Padre Angelo,
sto leggendo il ‘compendio di Teologia ascetica e mistica’ di Tanquerey, il quale parlando del castigo in cui sono incorsi i nostri progenitori dice che furono privati della grazia abituale ma, nello stesso tempo, con la grazia attuale erano sollecitati al pentimento.
Potrebbe farmi capire, tramite qualche esempio pratico, la differenza che c’è tra i due tipi di grazia? Ed inoltre è possibile avere la grazia attuale anche senza quella abituale, come sembrerebbe dal testo citato?
Ho letto una Sua risposta sulla tematica della grazia abituale ma non riesco ad ‘immaginarla’. Avrei bisogno di una risposta come quella che si dà ad un completo principiante.
Grazie per l’attenzione e per la possibilità che dà a tutti di poter capire meglio ed approfondire la nostra fede.
Le auguro una buona giornata.
Daniele
Risposta del sacerdote
Caro Daniele,
1. la Grazia non è altro che la partecipazione alla vita di Dio per cui si vive in comunione con lui: in sintonia di pensieri, di desideri, di volontà.
È un’elevazione gratuità all’ordine soprannaturale.
Proprio perché è gratuita e perché è un dono, viene chiamata grazia.
2. Questa elevazione all’ordine soprannaturale viene donata da Dio perché sia in noi una disposizione permanente.
Per questo viene anche chiamata grazia abituale. Viene data infatti a modo di habitus, di disposizione stabile, permanente che permette di vivere e di agire in comunione con Dio.
Pertanto la grazia santificante e la grazia abituale sono la stessa cosa.
3. La grazia attuale invece è un intervento divino che viene dato sul momento.
Può essere dato a chi è in peccato mortale per disporlo al pentimento e alla conversione.
Certamente Dio ha soccorso Adamo ed Eva dopo il peccato originale con questa grazia attuale.
E continuamente fa la stessa cosa con tutte le persone che si sono allontanate da lui suscitando in esse dispiacere per il peccato commesso e per le conseguenze che ne possono derivare.
4. Il Magistero della Chiesa esprime in termini molto chiari questo concetto quando col concilio di Trento dice: “Quella contrizione imperfetta che si dice attrizione, che si concepisce comunemente o dalla considerazione della bruttezza del peccato o dal timore dell’inferno e delle pene, se esclude la volontà di peccare con la speranza del perdono, non solo non rende l’uomo ipocrita e maggiormente peccatore, ma è un dono di Dio e un impulso dello Spirito Santo, che certamente non abita ancora nell’anima, ma soltanto muove; con l’aiuto di tale impulso il penitente si prepara la via della giustizia. E benché l’attrizione senza il sacramento della penitenza per sé non possa portare il peccatore alla giustificazione, tuttavia lo dispone ad impetrare la grazia di Dio nel sacramento della penitenza. Infatti i niniviti, scossi utilmente da questo timore per la predicazione terrorizzante di Giona, fecero penitenza e impetrarono misericordia dal Signore (cfr. Giona 3)” (DS 1678)
5. Queste grazie attuali possono consistere anche in aiuti dati da Dio per superare determinate difficoltà, per sciogliere determinati problemi, oppure per vincere alcune tentazioni.
In questo senso anche la preghiera e le opere buone di chi è in peccato mortale possono ottenere grazie da parte di Dio.
6. Tuttavia questi medesimi aiuti Dio li accorda in maniera ancor più abbondante a chi vive in grazia.
A questi aiuti si possono aggiungere anche quelli prettamente di ordine soprannaturale come particolari illuminazioni nell’ambito della fede, consolazioni e gioie di ordine soprannaturale, progressi e crescita nella via della santificazione.
In questo caso le grazie attuali sono accompagnate dalla grazia santificante o abituale.
Ecco dunque la risposta a quanto chiedi.
Perché il Signore sia sempre munifico con te sia nelle grazia attuali sia nella grazia santificante ti assicuro un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo