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Quesito

Padre,
ringraziandola per il suo servizio, le vorrei porre tale domanda.
Nella Bibbia sta scritto che solo Dio può perdonare i peccati.
Cosa si intende?
E il nostro perdonare?
L’invito di Gesù a perdonare?
La ringrazio sempre!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. il peccato è essenzialmente un’offesa fatta a Dio.
Anche se viene compiuto nei confronti del nostro prossimo o nei confronti di noi stessi, è sempre e innanzitutto un torto fatto a Dio.
Davide, che aveva peccato con Betsabea e contro Uria, quando si pente del peccato dice a Dio: “Contro di te, contro te solo ho peccato: quello che hai male ai tuoi occhi io l’ho fatto” (Sal 51,6).
In ogni caso si tratta sempre o di un rifiuto di un dono di Dio oppure di una profanazione di un dono di Dio, oppure di una sottrazione di un dono di Dio al nostro prossimo.

2. In quanto tale, solo Dio lo può perdonare.
Per questo, quando Gesù dice al paralitico che era stato calato dal tetto dice: “Figlio, ti sono perdonati i peccati” (Mc 2,5) gli scribi cominciarono a dire tra sé e sé: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?” (Mc 2,7).
Di fatto Gesù si attribuiva un’autorità che compete solo a Dio come emerge da Es 34,7: “(Il Signore) che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato” e in Is 43,25: “Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati”.

3. Allora possiamo notare che cosa c’è di diverso tra il perdono di Dio e il perdono dell’uomo.
Quando l’uomo perdona il suo prossimo non gli toglie il peccato, non lo elimina perché è un torto fatto innanzitutto a Dio.
Che cosa fa allora quando perdona?
Elimina dal proprio cuore il risentimento e supplica Dio perché venga concessa al suo debitore la grazia del pentimento e della riparazione.
In tal modo si dispone a ricevere misericordia da parte di Dio.

4. Nessuno, infatti, è in grado di riparare i propri peccati.
Persa la grazia di Dio, l’uomo non è più compiere un’azione che abbia un valore soprannaturale, proporzionato a meritare il bene soprannaturale della grazia e del perdono.
Solo il sangue di Cristo, che ha un valore divino perché è il sangue di Dio fatto uomo ha questo potere espiatorio soprannaturale.

5. Perdonando i torti ricevuti dal prossimo, l’uomo comincia ad accogliere gli impulsi soprannaturali che Dio gli manda e lo dispongono a ricevere la grazia santificante.
Per questo Dio dice: “Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati
Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore?
Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati?” (Sir 28,2-5).

6. Commenta Giuseppe Girotti: “Un uomo fragile e proclive al peccato non ha misericordia di un altro uomo fragile e proclive al peccato al pari di lui, e pur tuttavia osa pregare per i suoi peccati, che sono molto più gravi perché commessi contro Dio!
L’autore sacro carica il suo pensiero mettendo in rilievo la pochezza, il nulla spregevole dell’uomo che è carne, e afferma che il non voler perdonare è cosa talmente intollerabile che l’uomo non solo si rende degno di essere esaudito quando prega, ma non troverà neppure chi voglia o possa intercedere per lui”.
E riporta poi quanto ha scritto Bossuet, grande autore spirituale: “Quale indegnità e quale ingiustizia! Noi vogliamo che Dio sopporti tutto da noi, e noi non possiamo soffrire niente da nessuno. Fuor di misura le colpe che si commettono contro di noi, e l’uomo, verme della terra, crede che sfiorarlo anche solo con la punta del piede sia un attentato enorme, mentre stima un nonnulla ciò che superbamente macchina contro la sovrana maestà di Dio e contro i diritti del suo impero” (Discorso sulla carità fraterna, terza parte).

7. In conclusione, il nostro perdono non cancella il peccato compiuto da chi ci ha offeso, ma ci dispone ricevere il perdono da parte di Dio.
Il nostro perdono non evita l’inferno al nostro prossimo qualora non si pentisse, ma dispone noi ad evitare l’inferno e a meritare il paradiso.

Ti ringrazio per il quesito.
Con l’augurio di un buon Avvento, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo