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Quesito

Caro Padre Angelo,
scusi se le reco disturbo, ma avevo bisogno di porle una domanda.
Durante un giorno feriale ho deciso di andare alla Santa Messa presso una parrocchia vicino casa mia.
Quello che è accaduto è che al momento della Comunione il sacerdote ha deciso di conferire la pisside ad una signora, lasciando a lei, totalmente, il compito di consegnare il Corpo di Cristo a noi fedeli. Questo nonostante il fatto fossimo in una decina.
Sebbene avessi potuto andare a prendere l’Eucaristia non me la sono sentita perché vedevo che il corpo di Cristo veniva trattato come se fosse un semplice pezzo di pane.
Ho sbagliato Padre a comportarmi così?


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. la normativa della chiesa in merito a quanto chiedi è chiara.
Il concilio di Trento afferma in proposito: “Per ricevere il sacramento della Comunione è sempre stata tradizione della Chiesa di Dio che i laici la ricevessero dai sacerdoti, mentre i sacerdoti celebranti si comunicano da sé.
Questo uso deve a buon diritto e con ragione essere conservato in quanto deriva dalla tradizione apostolica” (DS 1548).

2. Nell’Istruzione Redemptionis sacramentum della Congregazione per il culto divino si legge: “Spetta al Sacerdote celebrante, eventualmente coadiuvato da altri Sacerdoti o dai Diaconi, distribuire la Comunione e la Messa non deve proseguire, se non una volta ultimata la Comunione dei fedeli. 
Soltanto laddove la necessità lo richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il Sacerdote celebrante” (n. 88).
Una decina di fedeli presenti alla Messa non costituiscono una necessità a meno che il sacerdote non abbia problemi di salute o di deambulazione.

3. San Tommaso porta in proposito tre motivazioni teologiche:
Primo: perché Cristo, di cui il sacerdote è immagine visibile, ha fatto così
Ecco le testuali parole: “Perché egli consacra in persona di Cristo. Ora, Cristo, come consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Quindi come al sacerdote appartiene la consacrazione del corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo” (Somma teologica, III, 82, 3).

Secondo: perché il sacerdote per sua stessa natura è intermediario tra Dio e gli uomini. In particolare nella celebrazione dell’Eucarestia è immagine viva di Cristo “unico mediatore fra Dio e gli uomini” (1 Tm 2,5).
Ecco le parole di San Tommaso: “Perché il sacerdote è costituito intermediario tra Dio e il popolo. Perciò come spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così tocca a lui dare al popolo i doni santi di Dio” (Ib.).

Terzo: perché le mani del sacerdote sono state consacrate. Proprio per questo sono più conformi a toccare e ad amministrare le realtà consacrate.
Dice San Tommaso: “Per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote per poter toccare questo sacramento. A nessun altro, quindi, è permesso toccarlo fuori di un caso di necessità: se, per esempio, stesse per cadere a terra, o in altri casi simili” (Ib.).

4. Ora è stata fatta la riforma liturgica perché i segni con i quali si celebrano i sacramenti siano più leggibili e il popolo cristiano attraverso le realtà visibili possa più facilmente ascendere a quelle invisibili.
Ricevendo la Santa Comunione dalle mani del sacerdote viene meglio espresso che la si riceve dalle mani di Nostro Signore.
Purtroppo, però, non pochi sacerdoti sembrano avere smarrito il senso del sacro, come se questo fosse stato l’intendimento del Concilio Vaticano II.

5. Comprendo pertanto il tuo disappunto perché il sacerdote deve essere il primo a dare l’esempio di fedeltà alle disposizioni della Chiesa.
Tuttavia se io fossi stato in te avrei fatto la Santa Comunione.
Privandoti della Comunione ti sei privato di molti beni.
San Tommaso dice che “l’effetto che la passione di Cristo produce nel mondo, questo sacramento lo produce nel singolo uomo. Per cui San Giovanni Crisostomo commentando il testo evangelico “subito uscì sangue e acqua” (Gv 19,34) scrive: “poiché di là hanno inizio i sacri misteri, quando ti accosti al tremendo calice, accostati come se tu dovessi bere allo stesso costato di Cristo”. Il Signore medesimo afferma: “questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26,28)”.
Santa Faustina Kowalska riferisce che il Signore le ha detto: “Sappi, figlia Mia, che quando nella santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all’anima, ma le anime non Mi prestano nemmeno attenzione” (Diario, 1385).

6. Se il comune avversario voleva privarti della grazia di questo sacramento bisogna convenire che vi è riuscito.
Dio ci ricorda che “Satana si traveste da angelo di luce” (2 Cor 11,14).
La tua indignazione è stata legittima a motivo del comportamento del sacerdote.
Ma non doveva esserlo al punto da privarti di un bene così grande.
Proprio perché è un bene così prezioso per noi stessi e per le persone che affidiamo al Signore vale qualsiasi sacrificio.

Con l’augurio di un fruttuoso avvento 2024, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo