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Quesito
Salve Padre,
sono A. abito in un comune della Sicilia e ho 17 anni, ho fatto la Cresima la settimana scorsa. Una frase di Papa Francesco detta nella sua visita in Egitto mi ha fatto molto riflettere “meglio essere non credenti che credenti ipocriti” e come se l’avesse detta a me personalmente… mi sono detto, ma io sono un vero credente o un ipocrita? da una parte sono quello che dopo tre anni di lontananza dalla chiesa si è riavvicinato, ha partecipato al catechismo e alla messa domenicale per ricevere il sacramento della cresima, che prega tutte le sere un Ave Maria, un Padre Nostro e un eterno riposo, e che difende la chiesa fino a litigare su facebook… dall’altra invece sono quello che non si confessa se non invogliato da qualcuno (sacerdote catechista) che prende la comunione pur avendo compiuto peccati mortali, che risponde in malo modo a suo padre e che nel segreto della sua stanza si lascia andare al peggio della pornografia (anche omosessuale) che chiaramente va insieme ad atti sessuali solitari, e che si lascia andare a pensieri perversi nei confronti anche di altre persone… giustificandosi con “in fondo non faccio male a nessuno” “c’è gente che uccide o stupra in fondo il mio peccato non è poi così grave” ecc… tutte queste “giustificazioni” me le do solo poco prima o durante la visione di tale materiale pornografico o la pratica della masturbazione, perché subito dopo mi pento, mi pento sinceramente, mi sento uno schifo, un rifiuto umano. solo una volta ho avuto il coraggio di confessare questo peccato, ed è stato il giorno prima della mia cresima, anche se ho accennato soltanto a dei generici “atti impuri” ho sentito una sensazione liberatoria, indescrivibile! il problema è che già dopo due giorni ci sono ricascato… non so davvero più che fare, questa situazione ha influenzato tutti gli aspetti della mai vita, e come se in ogni azione che compio la facessi come un ipocrita, come se prendessi in giro le persone che mi circondano che mi credono “un bravo ragazzo” e che non hanno idea di quello che realmente faccio, è come se li tradissi, li prendessi in giro, ho preso in giro tutti facendomi credere quello che non sono, pure Dio ho cercato di prendere in giro… ci sto veramente male! ma non so come fermarmi, è come se ormai fosse una dipendenza per me, sono in una situazione di totale malessere psicologico, ho addirittura pensato di stare impazzendo e pensavo di dovermi rivolgere ad uno psicologo, purtroppo non sarei mai capace di dire queste cose a nessuno, solo su internet in anonimo ci riesco… cosa posso fare? mi dia un consiglio, cosa ne pensa della mia situazione? non abbia peli sulla lingua, mi dica quello che deve, perché DEVO CAMBIARE! altrimenti ho il serio dubbio di rischiare di impazzire… la supplico di pregare per me!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Sant’Agostino dice che il peccato è un maleficio che uno fa a se stesso.
Tu sai bene che cosa è un maleficio e sai anche che la gente appena sospetta di maleficio fa di tutto per liberarsene. Sa che gli porta male.
Purtroppo non rare volte molti ricorrono a pratiche superstiziose che non hanno altro esito che aggravare ancor più l’influsso del nostro avversario.
L’unica via liberatoria è la confessione sacramentale con l’impegno di conservarsi in grazia.
2. Ormai è da troppo tempo che non ti confessi e, se ti confessi, ti confessi male non volendo buttar fuori attraverso la tua bocca alcuni peccati.
Santa Caterina da Siena diceva che nella confessione sacramentale noi espettoriamo i nostri peccati.
L’espressione “espettorare” è bella perché rimanda a chi è pieno di catarro e solo espettorando si sente un po’ liberato e sollevato.
D’altronde poiché la confessione veniva paragonata dai Santi Padri ad un secondo Battesimo e poiché nel Battesimo si attua un primo esorcismo, anche la confessione sacramentale è a suo modo un esorcismo perché liberando dal peccato libera anche dal potere del demonio.
Se uno non provvede a liberarsene rimane soggiogato.
3. Pertanto il primo consiglio che ti do è quello della confessione regolare e frequente e fatta sempre dal medesimo sacerdote.
Non aver paura di confessare i tuoi peccati specificando la loro specie, distinguendo ad esempio pornografia e atti impuri.
Il Santo Curato d’Ars diceva che i sacerdoti confessori sanno già più meno i peccati che ha compiuto chi si presenta per la confessione.
Molte volte capita che il sacerdote esca dalla confessione persuaso che chi si è presentato per la confessione abbia taciuto volontariamente qualche peccato. Egli ha dato l’assoluzione, ma sa che quella confessione vale poco, anzi nulla, per non dire che può aggravare ulteriormente la situazione di quella persona.
4. Solo con una confessione ben fatta si prova nella propria vita quanto scrive a tal proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica: “In coloro che ricevono il sacramento della Penitenza con cuore contrito e in una disposizione religiosa, ne conseguono la pace e la serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito” (CCC 1468).
Questa pace e serenità e anche la vivissima consolazione dello spirito non sono semplicemente il frutto di un atto liberatorio, ma sono effetto della grazia che Dio infonde nell’anima.
Questa grazia, mentre libera dal peccato, guarisce interiormente e comunica forza.
Senza questa forza non puoi venirne fuori e rimani costantemente sotto la schiavitù della pornografia e del demonio.
E, come ti accorgi, si tratta di una schiavitù pesantissima, che sembra portarti all’impazzimento.
5. Nella confessione poi il sacerdote, man mano che ti conosce, sa darti tanti utili indicazioni pratiche per superare tentazioni e peccati.
6. La seconda cosa che ti consiglio è la preghiera.
È vero che tu preghi tutte le sere dicendo un Padre nostro, un’Ave Maria e un Eterno riposo, ma questa preghiera è ancora troppo scarsa.
Tu hai bisogno di una preghiera che ti porti a sentire la presenza del Signore nella tua anima e che permetta al Signore di lavorare dentro di te plasmando gli affetti e suscitandone dei nuovi.
In altre parole hai bisogno di una preghiera che ti aiuti a stare con Lui, a conversare con Lui, a sentire la sua parola, a ricevere il suo affetto e a dargli il tuo.
Questa preghiera è il Rosario, che non è semplicemente ripetizione di Padre Nostro e di Ave Maria, ma è uno stare con il Signore che sentirai accanto a te, che ti aiuta a ricostruire la scena del mistero (evento della sua vita) menzionato,
a dirgli grazie per quello che ha fatto per te con quell’evento e che adesso viene a ripetere nella tua vita,
e infine ti sollecita a domandargli grazie in virtù dei meriti conseguiti con quell’evento.
Con il Santo Rosario tu gli chiederai insistentemente e quotidianamente la purezza.
Vedrai che te la darà e con essa ti darà anche tutti gli altri beni, perché Lui stesso ha detto che la purezza si porta dietro il segreto di tutte le altre grazie (Sap 7,11).
Fai dunque così.
Mettiti a pregare quando sai che la tentazione sta per sopraggiungere.
Ti auguro un Santo Natale ricco di grazia e di serenità.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo