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Quesito
Salve padre,
vorrei chiederle se per caso può aiutarmi a capire come meglio pregare per me e per gli altri; spesso infatti mi capita, nel raccoglimento che precede la preghiera, di riportare alla mente tutte quelle persone che porto nel cuore, e le loro necessità per le quali mi hanno chiesto di pregare, e la stessa cosa faccio con me, pur sapendo che il Padre comunque già sa di cosa abbiamo bisogno prima ancora che glielo chiediamo. In questo modo, prima di iniziare la preghiera, uso davvero molte parole per cercare di non dimenticare nessuno, e talvolta temo di essere in contraddizione con le parole di Gesù, quando si raccomanda di non fare come i pagani che usano tante parole pensando per questo di essere ascoltati da Dio.
Può darmi qualche consiglio a riguardo?
Sicuro di ricevere risposta la ringrazio in anticipo e la ricordo volentieri nella preghiera.
Buona giornata!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sebbene sia una cosa buona far memoria di tutte le intenzioni per le quali si vuole pregare perché tenendo davanti alla mente le necessità delle singole persone siamo stimolati a pregare di più e con maggior fervore, tuttavia farlo ogni volta mi sembra troppo macchinoso e infine anche stancante.
Giovanni Paolo II metteva tutte le intenzioni di preghiera in un cassetto del suo inginocchiatoio.
Ogni volta che pregava, tutte le persone che si erano raccomandate a lui era presenti in quel momento.
Qualche volta ne tirava fuori qualcuna e la leggeva per ricordare con maggiore devozione quella persona.
Questo più intenso fervore di fatto ridondava a beneficio di tutte le altre intenzioni che non poteva leggere anche per limiti di tempo ma che intendeva abbracciare e presentare al Signore.
2. Tu puoi dire al Signore che ogni volta che intendi pregare vuoi destinare i frutti della tua preghiera per tutte le persone che si sono raccomandate a te e che sono racchiuse nella tua memoria.
Anche quando la preghiera sembra essere esclusiva per te e per le tue personalissime intenzioni, il beneficio della preghiera non è mai solo per te.
Tu ricorderai che quando gli Apostoli hanno detto al Signore: “Maestro, insegnaci a pregare”, Gesù ha risposto: “Quando pregate dite: Padre nostro…”.
San Tommaso va voluto sottolineare perché il Signore non ci abbia comandato di dire Padre mio, ma Padre nostro: vuole che tutto il bene che chiediamo per noi stessi lo desideriamo contemporaneamente anche per tutti.
Tra questi tutti, ci sono in particolare quelli per i quali ci siamo impegnati a pregare.
3. Ti posso dire come faccio io, sebbene evidentemente io non faccia testo e ci possano essere mille maniere diverse e migliori.
La mia preghiera personale è il Santo Rosario.
Se posso, ma almeno in alcune circostanze, ne dico uno prima della Messa e un altro dopo.
In quel Rosario ci sono sempre alcune persone in particolare. Non le penso specificatamente prima del Rosario, ma compaiono nella mia mente durante il Rosario.
Le grazie che chiedo per me accompagnandole con i meriti infiniti dei vari misteri di Gesù Cristo le chiedo anche per alcuni, quelli che compaiono sul momento nella memoria.
È implicito che vi siano anche tutti gli altri perché questa è la mia volontà e perché il Signore sa che non possono menzionarli uno ad uno.
La stessa cosa faccio anche negli altri Rosari della giornata.
4. Qualche volta, preso dall’urgenza di una particolare grazia, dico un Rosario specificatamente per quella intenzione, magari accendendo anche la candela che la Chiesa distribuisce nel giorno della Presentazione al tempio di Gesù (la candelora) per unirmi maggiormente alla preghiera di Nostro Signore che nella sua preghiera teneva contemporaneamente presenti e in maniera distinta tutte le intenzioni degli uomini di tutti i tempi.
Quello che Gesù ha potuto fare quand’era sulla terra in forza della sua perfettissima conoscenza, lo posso fare in qualche modo anch’io.
Non potrò tenere presenti distintamente tutte le intenzioni di preghiera perché io sono solo un uomo.
Ma sul comando del Signore che ha detto di pregare contemporaneamente per il bene di tutti (“Quando pregate dite: Padre nostro” e non Padre mio) e in unione con la preghiera di Gesù che dà merito alla mia preghiera so che posso destinare la mia preghiera per tutte le intenzioni senza menzionarle esplicitamente.
5. Più o meno faccio la stessa cosa anche quando prego con la Liturgia delle ore (il Breviario).
So che con la Liturgia delle ore è una preghiera destinata al bene di tutta Chiesa.
Ma non di rado mi capita di portare in quell’ora qualche particolare intenzione che mi è stata raccomandata poco prima.
Non tolgo niente alla Chiesa intera. Anzi pregando più fervorosamente sotto la pressione di una determinata causa, giovo di più anche a tutte le altre cause sia generali che particolari.
La stessa cosa vale anche per la Messa.
Mi auguro che questa risposta possa giovare oltre che a te anche ad altri visitatori che mi hanno fatto domande analoghe.
Ti ricorderò in particolare Messa, nella Liturgia delle ore e nei Rosari di questa giornata.
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo