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Quesito
Salve Padre,
sono nuovamente qui a domandarle alcune cose sul vostro ordine.
Vi potrei chiedere come è composta la giornata tipo del frate domenicano? (in particolare quello giovane)
Grazie!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la vita di un domenicano è scandita sui quattro pilastri che sostengono la vita dell’Ordine.
Questi quattro pilastri sono i mezzi concreti che un domenicano mette in pratica per conseguire l’obiettivo: la predicazione del Vangelo per la salvezza delle anime.
2. Questi quattro mezzi sono: la vita comune, la vita regolare con i voti e le “osservanze”, la celebrazione solenne e comunitaria della Liturgia, lo studio della Verità sacra.
3. Pertanto la vita di ogni domenicano presenta le seguenti caratteristiche.
Come primo atto della giornata vi è il raduno della comunità in coro: ci si raccoglie tutti insieme attorno a Cristo per dare voce e prolungamento alla sua preghiera per la vita e le necessità di tutti gli uomini.
È per loro che ci si è fatti domenicani, per le loro necessità materiali e spirituali e principalmente per la loro eterna salvezza.
Poi, attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, si riceve l’istruzione di Cristo e si offre il suo sacrificio per la redenzione del mondo.
4. Riordinata la cella e fatta la colazione, i giovani domenicani frequentavano le lezioni previste.
In noviziato le lezioni vertono principalmente sulla spiritualità, sulla storia e sulla legislazione del nostro Ordine.
Ascoltando quelle lezioni ci si appropria di tesori preziosissimi che hanno aiutato molti a diventare apostoli e santi. Nello stesso tempo si comincia a vivere una comunione con la parte più bella della famiglia domenicana, quella che si trova in Cielo, di cui quasi ogni girono si ricorda in particolare il nome di qualche santo o beato.
Negli anni successivi, prima del sacerdozio, i giovani domenicani attendono agli studi filosofici e soprattutto teologici.
Studiando la filosofia imparano a riconoscere in ogni filone di pensiero i semi del Verbo, le insufficienze e gli errori del pensiero umano. Nello stesso consolidano la loro mente perché sia ben attrezzata a penetrare in maniera scientifica e nello stesso tempo piena d’amore nella verità rivelata.
5. A metà giornata si raccolgono di nuovo tutti insieme, professori e studenti, intorno a Cristo per la liturgia dell’Ora media e dell’Ufficio delle letture.
Poi vanno a ristorare le loro forze fisiche e psichiche in refettorio e nella ricreazione. Qui danno prova di spirito fraterno, sapendo che è un debito di giustizia e di carità vivere insieme agli altri in maniera gioiosa.
6. Nel pomeriggio riprende l’attività di studio, scandita dalla preghiera individuale o anche comunitaria, dalle frequenti visite a Gesù presente nel Sacramento, da letture spirituali, da qualche momento di sollievo.
7. In serata vi è un altro grande impegno comunitario che vede tutti raccolti per la celebrazione del Vespro e per la meditazione personale.
A questo segue la cena e la ricreazione comune.
L’ultima attività della giornata è per la celebrazione di Compieta, che si conclude con il canto della Salve Regina e la processione davanti all’immagine di Maria.
Quando si arriva alla parole “Eja ergo advocata nostra” (Orsù dunque avvocata nostra), tutti i frati si inginocchiano. Pensano in quel momento ad alcune apparizioni della Madonna ai primi frati e a quanto Ella ha garantito: che a quelle parole Lei stessa si inginocchia davanti all’Eterno Padre, supplica per la conservazione dell’Ordine e poi benedice singolarmente ogni domenicano.
Fatto questo ognuno prende la strada della propria cella per il meritato riposo.
8. Evidentemente i sacerdoti dedicano lo spazio che i giovani danno alla scuola all’esercizio del loro ministero, che è il più svariato, secondo l’indole di ciascuno e le necessità della Chiesa e delle anime.
Tuttavia sanno che lo studio permanente è una condizione indispensabile per essere apostoli preparati alle necessità e alle domande di tutti.
9. Per favorire questo clima di unione con Dio, di raccoglimento e di studio la vita conventuale è condotta nell’esercizio dei voti religiosi.
La povertà evangelica rimedia ad ogni preoccupazione materiale. Solo un frate viene delegato alle necessità materiali, garantendogli tuttavia il tempo di preghiera, di studio e di un congruo ministero.
La castità tiene il cuore libero per stare uniti a Dio, essere santi nel corpo e nello spirito, e per ricevere la grazia di una predicazione efficace, come ha garantito il santo Padre Domenico.
L’obbedienza ricorda che non si è domenicani per se stessi, ma per Cristo e per le anime. Chi osserva quanto prescrive la legislazione della Chiesa e dell’Ordine e fa sacrificio di se stesso e della propria volontà a Dio sa che con l’obbedienza guadagna molte anime.
10. Questo clima religioso, comunitario e apostolico viene favorito anche da alcune pratiche particolarmente preziose, come l’essere vestiti dell’abito religioso che è segno visibile e permanente della nostra consacrazione a Dio, la custodia del silenzio e nell’aver spazi riservati ai soli religiosi, per essere liberi da qualsiasi disturbo.
11. Ecco dunque come si vive la propria giornata in un convento di domenicani.
Quello che ti ho presentato è il quadro generale che, a seconda delle necessità dei singoli conventi, sposta in un momento o nell’altro le varie celebrazioni liturgiche o gli impegni scolastici.
Accanto a questo menage quotidiano ci sono gli incontri comunitari (chiamati capitoli) con varia scadenza. Si tratta di approfondimenti dei problemi inerenti alla vita religiosa, alla vita della Chiesa, al ministero, allo studio e a varie necessità.
12. In una parola la vita giornaliera dei domenicani mira a rivestirsi di San Domenico, e rivestiti tutti insieme di lui, con un cuore solo e un’anima sola, si vive insieme con Cristo per essere costantemente mandati da lui a servizio degli uomini e condurli alla salvezza.
Ti saluto, ti ringrazio del quesito che certamente attirerà l’attenzione di molti.
Ti ricordo al Signore e al Santo Padre Domenico e ti benedico.
Padre Angelo