Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre,
poiché sono interessato all’Ordine domenicano mi potrebbe illustrare quale sia praticamente lo stile di vita dei domenicani, quali gli obblighi, quale la strada da compiere per entrare nell’ordine stesso, come cambia la vita di una persona nell’ordine, e quant’altro potrebbe essermi utile per una prima valutazione.
Di cuore assicuro la mia preghiera per la vs. persona e le vs. intenzioni ed il vs. ministero.

In Jesu et Maria


Risposta del sacerdote

Carissimo,
rispondo a puntate alle tue domande sull’Ordine domenicano.

1. dal momento che il Profeta Isaia dice: “Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51,1), si potrebbe rispondere alla tua domanda proprio guardando a san Domenico. Nessuno più di lui ha incarnato lo stile dell’Ordine da lui fondato.

2. E per evitare di dare visioni parziali di san Domenico, mi pare che sia giusto guardarlo con l’occhio stesso di Dio, vale a dire nei termini con cui Dio stesso lo presentò a Santa Caterina da Siena, che di quest’Ordine è figlia illustrissima.

3. Nel capitolo 156 del Dialogo, l’opera che Lei stessa dettò ai suoi segretari sotto immediata dettatura di Dio, troviamo l’elogio di san Domenico fatto dall’Eterno Padre.
Quanto vi si legge non ha certo il peso della Sacra Scrittura, alla quale si aderisce con fede divina.
Si tratta di parole trasmesse da una Santa, dottore della Chiesa, e per questo vi aderiamo con fede umana.
Tuttavia non possiamo mettere in dubbio che il profilo di san Domenico e del domenicano sia perfettamente azzeccato.

4. Eccone dunque i contenuti.
San Domenico si caratterizza anzitutto come uno che “attende solo all’onore di me e salute dell’anime col lume della scienzia”.
Non solo san Domenico, ma anche il domenicano è uno che ha dentro di sé una grande passione: l’amore di Cristo e la salvezza delle anime.
San Domenico disse al vescovo di Cracovia che gli chiedeva frati per evangelizzare il resto della Polonia: “Datemi degli uomini e io li trasformerò in apostoli”.
Il padre Lacordaire osserva che san Domenico accese nei due uomini che gli furono presentati un tale amore per il Signore che quell’amore li rese apostoli. Quei due apostoli della Polonia furono il beato Ceslao, di cui si celebra la memoria il 17 luglio, e san Giacinto, la cui memoria si celebra esattamente un mese dopo, il 17 agosto.

5. Se nel domenicano manca questa passione, se non lo vediamo incessantemente unito a Cristo nella preghiera, nello studio, nella carità fraterna, nell’esercizio dell’apostolato è come un corpo senz’anima, e cioè un cadavere. Avrà la parvenza esterna del domenicano, come il cadavere ha la parvenza della persona, ma non è un vero domenicano.
Ceslao e Giacinto quando si presentarono a san Domenico non avevano ancora dentro di sé questa passione. Ma nell’anno in cui stettero con San Domenico, questa passione, come per contagio, entrò dentro di loro.
Anche tu potresti essere nella condizione iniziale dei due polacchi. Ma non temere. Se entri nell’Ordine, san Domenico farà di tutto per accendere in te questa passione. Lo farà servendosi di ogni evento e di ogni persona, purché tu tenga lo sguardo fisso su nostro Signore, che attraverso tutte le vicende e tutti gli incontri, ha sempre qualcosa di prezioso da dirti e da darti per renderti interiormente ricco.

6. Chi entra nell’Ordine domenicano vuole stare unito a Cristo attraverso una serie di esercizi particolari: la vita comune, lo studio, la preghiera liturgica e le osservanze dei voti e della regola.
Ma tutte queste pratiche hanno come obiettivo primario lo stare uniti al Signore, l’essere trasformati in Lui e diventare apostoli, come vasi traboccanti per pienezza di vita interiore.

7. Tu saprai bene che San Tommaso ha coniato il motto dell’Ordine domenicano con queste parole: “Contemplari et contemplata aliis tradere” (contemplare e comunicare agli altri le realtà contemplate).

8. La parola contemplazione va spiegata. E io non trovo spiegazione più bella che quella presentata dal Catechismo della Chiesa Cattolica quando dice che essa è “sguardo di fede fissato su Gesù, ascolto della parola di Dio, silenzioso amore, unione con la preghiera di Gesù e con i misteri della sua vita” (CCC 2724).

9. Mi pare di vedervi tutta la vita di san Domenico.
Aveva sempre lo sguardo fisso su Gesù e per questo – come dicono i suoi primi biografi – non parlava se non con Dio o di Dio. Viveva in comunione continua con lui.
Era sempre in ascolto della sua Parola. Già da giovane ascoltava avidamente la parola del Signore. Non si accontentava di tenerla a memoria, ma si sforzava subito di metterla in pratica. In questo modo divenne in breve un uomo evangelico. E proprio per questo nella sua predicazione non fu mai un semplice propagandista del Vangelo, ma un testimone, un esempio di vangelo vissuto.
Viveva in silenzioso amore. Era amante del silenzio, inteso come una pratica ascetica imprescindibile per vivere l’unione col Signore. Non era un’ingiunzione mal sopportata, ma un’esigenza del cuore, come quella che provano due persone quando in fusione d’amore non vogliono essere disturbate da nessuno.
Viveva in unione con la preghiera di Gesù e con i misteri della sua vita. Pregava sempre, soprattutto la notte. E la sua preghiera era un’unione viva con i vari eventi salvifici della vita di Gesù, di cui si sentiva protagonista. Sentiva che il Signore li metteva nelle sue mani perché fossero il suo prezzo da presentare al Padre per la conversione dei peccatori.
Come non vedere in questa preghiera di san Domenico  l’abbozzo del Santo Rosario che la tradizione fa risalire a lui come forma di predicazione e di preghiera, e che troverà poi la sua stesura definitiva ad opera dei suoi figli, in particolare il beato Alain de la Roche e San Pio V?

10. Che cosa portasse nella vita di san Domenico questo stile di vita ce  lo dice san Tommaso, il quale certamente descrive anzitutto la propria esperienza personale ma, indirettamente, anche l’esperienza di san Domenico e del domenicano.
Ebbene san Tommaso dice che nella contemplazione “l’amore dello Spirito Santo che fa irruzione nell’anima come un torrente impetuoso, perché la sua volontà è così efficace che nessuno può resistergli; non si trattiene un torrente. Gli uomini spirituali sono inebriati di delizie perché tengono la loro bocca aderente alla sorgente della vita” (s. tommaso, In Ps. 35,9 volgata).

 

11. Dice anche che la contemplazione inizia in questa vita ciò che sarà reso perfetto in Paradiso. La definisce come “un certo inizio della beatitudine” è (“inchoatio quaedam beatitudinis”, Somma Teologica, II-II, 180, 8), e cioè di quello stato di vita cui nulla manca, e afferma che “il godimento che si prova in essa, non solo per l’esperienza in se stessa ma soprattutto per l’amore verso Dio, sorpassa qualsiasi gioia umana” (Ib., II-II, 180, 7). È un godimento che fa “ardere dal desiderio di vedere il volto di Dio”.

Ecco lo stile di vita del domenicano. Non ti ho ancora descritto come vive all’esterno, ma ti ho fatto vedere e, mi auguro, anche sentire quello che prova all’interno.
È il gusto o sapore interiore ed è ciò che rende bella e appetibile questa forma di vita.

Ti ringrazio della preghiera che fai per me e volentieri ti assicuro la mia perché la forma di vita domenicana possa diventare anche la tua.
Ti ricordo volentieri al Santo padre Domenico e a San Tommaso.
Ti benedico anche in loro nome.

Padre Angelo