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Quesito
Buona sera padre,
la ringrazio per il suo apostolato! Mi perdoni se metto a prova la sua bontà…
Purtroppo non mi sono chiari alcuni punti del Sillabo (Pio IX): XV – LVXXIII.
Potrebbe brevemente illustrarmi il loro significato.
Le auguro ogni bene.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. a vantaggio dei nostri visitatori desidero ricordare che il Sillabo di Pio IX raccoglie una serie di proposizioni che sono state condannate dal magistero della Chiesa.
Sillabo significa catalogo.
Fu pubblicato l’8 dicembre 1864.
Gli errori condannati sono 80, raccolti in 80 proposizioni.
Di fatto raccoglie errori già condannati dal Magistero precedente.
2. La proposizione numero 15 del Sillabo di Pio IX suona così: “Ogni uomo è libero di abbracciare professare quella religione che, guidato dal lume della ragione, ciascuno avrà ritenuto vera”.
3. Ci si può domandare dove sia nascosto l’errore in questa affermazione che a tutta prima sembra ragionevole.
L’errore che viene condannato è il soggettivismo per cui ognuno stabilirebbe con i criteri della sua ragione quale sia la religione vera.
Ora i criteri della ragione non sono sufficienti per discernere quale sia la religione vera perché la ragione da sola non può cogliere la realtà che la superano, vale a dire la realtà di ordine soprannaturale, quali sono ad esempio la risurrezione di Cristo, il mistero della Santissima Trinità, la presenza reale di Gesù nell’eucaristia, eccetera eccetera.
4. Dio di fatto ha donato all’uomo una nuova luce di ordine soprannaturale che gli permette di discernere quale sia la ragione vera.
Questa luce di ordine soprannaturale è la fede.
Pertanto è Dio stesso che conferma nella certezza della verità della fede, agendo nell’anima umana.
A tal proposito scrive San Tommaso: “L’uomo che esteriormente annuncia il Vangelo non causa la fede, ma la causa Dio, l’unico che può mutare la volontà. Causa la fede nel credente inclinando la volontà e illustrando l’intelletto, affinché non opponga un rifiuto alle cose proposte dal predicatore; questi invece dispone esteriormente alla fede” (De Veritate, 27, 3, ad 12).
5. Sant’Agostino dice la stessa cosa commentando l’espressione “la sua unzione vi insegnerà ogni cosa” (1 Gv 2,27),
Scrive: “Il suono delle nostre parole percuote le orecchie, ma il vero maestro sta dentro. Non crediate di poter apprendere qualcosa da un uomo.
Noi possiamo esortare con lo strepito della voce ma se dentro non v’è chi insegna, inutile diviene il nostro strepito. Ne volete una prova, o miei fratelli?
Ebbene, non è forse vero che tutti avete udito questa mia predica?
Quanti saranno quelli che usciranno di qui senza aver nulla appreso?
Per quel che mi compete, io ho parlato a tutti; ma coloro dentro i quali non parla quell’unzione, quelli che lo Spirito non istruisce internamente, se ne vanno via senza aver nulla appreso.
L’ammaestramento esterno è soltanto un ammonimento, un aiuto.
Colui che ammaestra i cuori ha la sua cattedra in cielo.
Egli perciò dice nel Vangelo: Non vogliate farvi chiamare maestri sulla terra: uno solo è il vostro maestro: Cristo (Mt 23, 8-9)” (Commento alla prima lettera di Giovanni).
6. La proposizione 78 condannata del Sillabo dice: “In modo lodevole, quindi, in alcune regioni cattoliche, è stato stabilito per legge che è lecito agli uomini che lì sono andati ad abitare, avere il pubblico esercizio del culto proprio di ciascuno”.
L’errore sta nel fatto che si afferma che sarebbe la legge civile a rendere lecito il culto ai cattolici.
Mentre il diritto di professare la propria fede al cristiano deriva dalla propria coscienza che è antecedente a quanto determina l’autorità civile.
E poiché la coscienza non è altro che il vicario di Cristo, il diritto di professare la fede viene da Cristo stesso, e pertanto da Dio e non dall’autorità umana, che invece ha il compito di riconoscere questo diritto, in quanto a lei preesistente.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo