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Quesito
Buongiorno padre Angelo,
In anzi tutto grazie per il tempo che dedicherà al mio quesito .
Rileggendo, per l’ennesima volta il Vangelo di Giovanni, mi sono soffermata sulla figura di Ponzio Pilato, in particolare quando con decisione si è opposto al cambio dell’iscrizione posta sulla croce di nostro Signore.
Mi sono chiesta: questa fermezza è stata un ispirazione dello spirito Santo , perciò in qualche modo Pilato è stato “ convertito “ o comunque il Signore ha toccato il suo cuore .
Forse sono un po’ azzardata.
Potremmo considerare Pilato un pagano che in qualche modo è stato toccato dalla misericordia di Dio?
Scusi se la mia domanda è inopportuna o infantile, ma mi è uscita dal cuore.
Sia lodato Gesù Cristo
Buona giornata
Aurelia
Risposta del sacerdote
Cara Aurelia,
1. dai riferimenti evangelici Pilato non ne esce molto bene. Aveva manifestato una particolare crudeltà come emerge da Lc 13,1: “In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici”.
2. In occasione della morte del Signore, nonostante fosse stato avvisato dalla moglie a motivo di un sogno in riferimento a Gesù che l’aveva turbata e sebbene avesse riconosciuto Gesù innocente e fosse persuaso che glielo avevano consegnato per invidia, lo fece flagellare e poi condannare a morte.
3. Anche l’episodio da te riportato, più che un segno di ravvedimento, è stato interpretato come un dispetto fatto ai giudei.
Ecco che cosa scrive il padre Marie-Joseph Lagrange: “Pilato, per proprio conto, meditava contro gli Ebrei, piuttosto che contro il giusto da lui condannato, un sarcasmo feroce.
Aveva domandato a questi posatamente se volessero far crocifiggere il loro re; ma essi, pur protestando di non aver altro re che Cesare, continuavano a volere la morte del loro compatriota.
Quando dunque si venne a chiedere a Pilato la causale del supplizio che era stato inflitto a Gesù, ordinò di scrivere: «Questi è Gesù di Nazaret, re degli Ebrei».
Un cartello portante tale dicitura venne subito preparato e fissato sopra il capo del condannato.
La frase era scritta in tre lingue: in ebraico, lingua del paese, in latino, lingua del governatore e in greco, lingua delle genti colte e della maggior parte degli Ebrei convenuti dalle varie parti del mondo a Gerusalemme per la Pasqua.
Gli Ebrei avevano più interesse di tutti gli altri a leggere lo scritto che attirava tutti gli sguardi, tanto più che il luogo del supplizio era vicinissimo alla città.
I sommi sacerdoti avvertirono il tiro ad essi giocato dal Procuratore e si lagnarono con lui dell’affronto: egli avrebbe dovuto mettere non semplicemente: re degli Ebrei, ma: sedicente re degli Ebrei.
Egli era ancora in tempo per metter riparo all’errore; ma siccome questo non era involontario, Pilato, soddisfatto d’aver toccato dove più doleva agli Ebrei, rispose freddamente: «Ciò che ho scritto ho scritto». Ho fatto ciò di mia mano!” (L’Evangelo di Gesù Cristo, p. 537).
4. Tuttavia Pilato ebbe modo di rientrare in se stesso.
Chissà quante discussioni deve aver avuto con la moglie perché “mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua” (Mt 27,19).
Ora va ricordato che a quei tempi il termine santo di dava solo a Dio. E per dire che una persona era retta e santa si diceva che era giusta.
Così viene detto di San Giuseppe, così del vecchio Simeone e infine anche di Gesù.
Pertanto la moglie l’aveva avvertito: non aver a che fare con quel santo.
E certamente gliene portava tutte le motivazioni.
È presumibile che Pilato abbia capito e si sia pentito della sua condotta.
5. È certo però che la Chiesa ortodossa venera la moglie di Pilato come santa.
È conosciuta col suo preciso nome Claudia Procula e la festa viene celebrata il 27 ottobre con il nome di Santa Procula.
6. Tuttavia mi piace ricordare che la Chiesa copta non venera come santa solo la moglie di Pilato, ma anche Pilato stesso.
Lo canonizzò nel sesto secolo e viene venerato come santo insieme alla moglie il 25 giungo, con i nomi di Santi Pilato e Procula.
Ti ringrazio di aver attirato l’attenzione anche su questa figura a tutti nota perché immortalata, oltre che nel Vangelo, anche nel Credo che ogni domenica recitiamo: “Patì sotto Ponzio Pilato”.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo