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Gentilissimo Padre Angelo
la contatto in quanto desidererei avere un chiarimento su un dubbio che ho da tempo sulla conversione degli altri: ho letto che la Madonna a Fatima ha detto “molti vanno all’inferno perché non ci sono coloro che pregano per loro” ma in certo senso questo non è un limite all’onnipotenza di Dio?
Mi spiego meglio:
Fermo restando che Gesù è morto in croce per la salvezza di tutti (quindi è suo interesse salvare tutti anche i più lontani) perché ha bisogno delle nostre preghiere per la loro salvezza?
Se Lui è onnipotente ed il suo primo interesse è quello si salvare tutti a rigor di logica dovrebbe pensarci lui senza aver bisogno di far dipendere la loro salvezza dalle nostre preghiere. In un certo senso è un limite alla sua onnipotenza.
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta e per le sue preghiere che contraccambio.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
Carissimo,
1. la salvezza non consiste nell’essere trasferiti da un posto all’altro, come avviene quando noi mettiamo in salvo un oggetto.
La salvezza consiste nell’amare il Signore, nello stare uniti a Lui e nel possederlo.
Ora nessuno ama se non apre il proprio cuore alla persona amata. E questo presuppone la libertà.
Non c’è niente di più libero del nostro amore.
Proprio in forza della libertà scegliamo di aprire la porta del cuore e di farvi entrare le persone con le quali desideriamo condividere dei beni.
2. Dio è onnipotente, sì. Ma ci ha creati liberi e ci tratta rispettando la nostra libertà.
Certo fa di tutto per entrare nel nostro amore. Cerca di farsi conquistare in maniera infinitamente più grande di quella con cui le persone di questo mondo cercano di conquistare vicendevolmente i loro cuori.
Di fatto però Dio non viene amato se non gli apriamo il cuore.
3. Leggiamo nell’Apocalisse: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).
In un suo sermone Sant’Agostino dice: “Chi ha creato te senza di te, non ti giustifica senza di te: ha creato chi non sapeva di essere creato, non giustifica chi non vuole essere giustificato” (Sermo 169, 11, 13).
4. Se questo è comprensibile quando parliamo di noi stessi, ci possiamo domandare in che modo la nostra preghiera possa aiutare il nostro prossimo ad aprire la porta del proprio cuore a Dio.
La risposta viene da San Tommaso, il quale ci ricorda che noi non siamo come delle isole a sé stanti o delle monadi senza porte e senza finestre, come diceva Leibniz, ma siamo una cosa sola mediante la carità.
Ora proprio la carità fa sì che lo Spirito Santo possa rendere intercomunicanti i meriti degli uni con altri, sicché quando preghiamo siamo un corpo solo ed un’anima sola.
E così aiutiamo il nostro prossimo ad aprire la porta del suo cuore a Dio.
5. Può capitare che il nostro prossimo opponga resistenza alle mozioni della grazia.
Dice San Tommaso: “Capita talora che la preghiera fatta per gli altri non impetri (la grazia), anche se è fatta con pietà, con perseveranza, e per cose relative alla salvezza (eterna), a causa dell’impedimento esistente da parte dell’interessato. In Geremia infatti si legge: “Anche se Mosè e Samuele stessero in preghiera davanti a me, io non mi volgerei verso questo popolo” (Ger 15,1).
Tuttavia la preghiera rimane meritoria per chi prega mosso dalla carità.
Infatti a proposito delle parole del Salmo: “la mia preghiera riecheggiava nel mio petto” (Sal 35,13) la Glossa commenta: “cioè sebbene essa non abbia loro giovato, io tuttavia non ho perduto la mia mercede”” (Somma teologica, II-II, 83, 7, ad 2).
6. In questo caso la nostra preghiera pia, umile e perseverante ha la capacità di ammassare sulle persone ostinate nel peccato “carboni ardenti”, come dice San Paolo in Rm 12,20.
Questi carboni ardenti sono simbolo di un dolore cocente – dice la Bibbia di Gerusalemme – e cioè del rimorso che porta il peccatore alla conversione.
E sono simbolo anche di “amore di carità” – così interpreta San Tommaso – per cui Dio per vie misteriose porta il peccatore alla grazia.
7. Pertanto conviene consumare il nostro tempo pregando per la salvezza di tutti, in modo particolare per coloro che come è stato insegnato a Fatima sono più bisognosi della misericordia divina.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo