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Quesito
Buongiorno Padre,
come riportato dal titolo in oggetto, più passano i giorni, più mi rendo conto che Dio non è più con me.
I lutti, le guerre e tutto quello che succede nel mondo mi spinge a non credere.
Il dubbio più grande a questo punto è nell’esistenza dell’aldilà.
Invidio lei e chi crede, ma per il semplice fatto che credete senza aver visto, sentito e chi più ne vuole, più ne metta. San Tommaso lo teneva accanto e non credeva senza vedere.
Come si fa a credere in qualcosa solamente perché scritto in un libro di migliaia di anni fa?
L’ignoranza dilaga oggi, figuriamoci quanta ignoranza dilagava 2000 anni fa.
C’è gente che dice di vedere santi, madonne, di ricevere miracoli, anche io credevo in passato ai segni, ma mi rendo conto che i segni spesso fanno parte della nostra mente, del nostro inconscio, ognuno si da delle spiegazioni, ma prove tangibili zero.
Chiedo ogni giorno a Dio di darmi un segno della sua presenza per rimettermi in “carreggiata”, forse sono io a non percepirlo, forse non voglio, ma sta di fatto che i dubbi mi assalgono ormai.
Ho perso entrambi i genitori, ed un giorno come giusto che sia, andrò via anche io.
Chiuderò gli occhi in questo modo e non li aprirò mai più, o forse se di là c’è qualcuno ad aspettarmi vivranno di una nuova luce.
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la fede cristiana non è semplice adesione ad alcune verità di ordine soprannaturale.
Certamente è anche questo.
Ma perché queste verità le conoscono anche i demoni, se ne deduce che la semplice conoscenza non è sufficiente a salvarci.
2. Che cosa si richiede dunque?
Si richiede l’assaporamento della comunione con Dio, dell’unione con Gesù Cristo, della parola del Signore.
Ma questo non avviene se l’anima non è in grazia, e cioè purificata da qualsiasi peccato mortale.
Come certe malattie fanno perdere il gusto, così anche il peccato grave fa perdere il gusto delle cose di Dio.
3. Allora la fede non è pura conoscenza, ma è esperienza.
Finché non c’è il gusto di questa esperienza tutto rimane astratto, nebuloso e dubbioso. Ci si limita a dire: “Fortunati quelli che credono. Io questa fede non ce l’ho”.
4. In Gesù Cristo, nella comunione con lui e nelle sue parole è contenuta un’esperienza di ordine soprannaturale, proprio come si legge nella Sacra Scrittura: “Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto” (Sap 16,20).
5. Si può dire con tutta certezza che finché non avrai cominciato a gustare le delizie delle illuminazioni, dei tocchi del cuore, delle consolazioni spirituali e delle grazie del Signore, rimani ancora all’esterno della vita cristiana, come uno che si accontenta di guardare la buccia di un frutto ma non ne gusta la polpa.
Per questo puoi dire che più passano i giorni, più ti rendi conto che Dio non è con te.
Non è con te perché c’è un impedimento alla sua entrata.
6. Qual è il primo passo da fare? Quello di una sincera e integra confessione sacramentale.
La Sacra Scrittura dice che “Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato” (Sap 1,4).
È più o meno ciò che Nostro Signore ha detto a San Pietro durante l’ultima cena: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” (Gv 13,8).
Nel momento in cui sarai purificato, tutto diventerà luminoso.
7. Comincerà a prendere vita anche la comunione con i tuoi carissimi genitori. Sì, parlo di comunione, perché il rapporto con i nostri cari non viene interrotto dalla morte. Muta la relazione perché diventa esclusivamente spirituale, ma si continua ad amare, si continua a dare e a ricevere. In una parola, si continua a vivere insieme con loro.
Ti assicuro volentieri la mia preghiera perché l’esperienza e il gusto della comunione con Dio e con i tuoi cari arrivi ben presto.
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo