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Caro Padre Angelo,
approfitto ancora una volta della sua disponibilità per un quesito che penso possa essere utile anche ad altri fedeli: Una mia cara amica è divorziata, non per sua scelta e ha due figlie che vivono con lei.
E’ una fervente cristiana e convinta credente; ha conosciuto una persona con cui ha una relazione e a cui vuole bene, va a messa ma mi ha detto che non può ricevere l’eucarestia perché nessun sacerdote la può assolvere perché considerata dalla Chiesa concubina e quindi secondo i dettami della dottrina cattolica in peccato non sanabile. E’ vero questo? A me pare assurdo perché Gesù Cristo su cui si basa la nostra fede è Amore ed è venuto come dice anche il Vangelo di Matteo di oggi (9,9 – 13) (21 settembre tra l’altro San Matteo 2018), “Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Ringraziando per l’attenzione e in attesa di una sua puntuale risposta le auguro una buona giornata
Andrea
Sia lodato Gesù Cristo
Caro Andrea,
1. è vero: “Dio è amore” (1 Gv 4,16).
E dal momento che Gesù è “è immagine del Dio invisibile” (Col 1,15) possiamo benissimo dire che Gesù è Amore.
2. Come giustamente ricordi dal vangelo della festa di san Matteo, Gesù non è “venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13).
Nel Vangelo di Luca troviamo la stessa affermazione ma con un’aggiunta preziosa: “Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano” (Lc 5,32).
3. San Giovanni Crisostomo commenta: “Ora, il Signore ribalta il loro discorso, mostrando che non c’è nessun peccato nel trattenersi con i peccatori, ma anzi ciò una cosa consona con la misericordia; perciò prosegue: Gesù rispondendo disse loro: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati, dove il Signore ricorda loro la comune malattia e mostra che anch’essi appartengono al numero dei malati, mentre nascostamente egli si presenta come medico soggiungendo: non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (In Mt, Omelia 31).
E San Gregorio Nisseno: “Come se dicesse: Non detesto i peccatori, perché sono venuto solo per loro amore, non perché restino peccatori, ma perché si convertano e diventino buoni”.
4. Ugualmente Sant’Agostino: “Perciò aggiunge: a convertirsi, che serve bene a spiegare il discorso affinché qualcuno non pensi che Cristo ami i peccatori per il fatto stesso che sono peccatori; poiché quella similitudine degli ammalati suggerisce chiaramente che cosa Dio vuole chiamando i peccatori, come fa il medico con gli ammalati: perché siano salvati dal peccato come da una malattia” (De Cons. Evan., 2,27).
5. Spesso ci si dimentica che cosa significhi celebrare il sacramento del matrimonio. Si pensa ad una protezione e benedizione del Cielo. E questo è certamente una gran bella cosa.
Ma col matrimonio cristiano si riceve anche una grazia e un incarico per potere manifestare col proprio comportamento come sia fatto l’amore di Dio per l’uomo e di Gesù Cristo per la Chiesa.
Proprio come dice San Paolo: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, (…)
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” (Ef 5, 25-27.32).
6. Se l’amore di Dio per l’uomo rimane intatto anche se questi è infedele e ugualmente l’amore di Cristo per la Chiesa, la stessa cosa sono chiamati a fare i coniugi anche nei casi dolorosi del divorzio subito.
7. Gesù va incontro a questa tua cara amica non perché venga meno al patto sancito col marito (anche se il marito è venuto meno a quanto aveva pattuito) ma perché anche in questa dolorosa situazione riceva forza per essere “segno dell’instancabile fedeltà con cui Dio e Gesù Cristo amano tutti gli uomini ed ogni uomo” (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio 20).
8. Spesso ci dimentichiamo che l’obiettivo della vita presente è la santificazione e che la vita presente ha senso perché ci prepara alla vita trascendente.
Se si dimentica l’obiettivo della santificazione, tutto diventa incomprensibile e duro.
Inevitabilmente ci si dice: perché non posso rifarmi una vita?
9. Infine il peccato di questa tua amica non è insanabile.
Non c’è nessun peccato che sia insanabile a meno che l’uomo non abbia la determinazione di rimanervi.
Il Signore incessantemente viene a chiamare tutti perché ci convertiamo.
Ti auguro una felice festa della Visitazione di Maria, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo