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Quesito

Gentile Padre,
innanzitutto mi complimento con Lei per la Sua rubrica e La ringrazio per il tempo che dedica alle persone che hanno dei dubbi.
Avrei alcune domande, se non Le dispiace:
1. La Trasfigurazione di N.S. è un evento realmente accaduto oppure è simbolico e con esso gli evangelisti hanno voluto trasmettere un concetto teologico profondo?
2. Se è un evento reale, per quale motivo Giovanni, unico ad averla vista dei quattro evangelisti e ultimo ad aver scritto il Vangelo, non ne parla?

La ringrazio anticipatamente per queste e per le altre domande che seguiranno. Mi scuso con Lei se Le faccio perdere tempo coi miei dubbi, ma è da un po’ che ho queste domande in testa.
Simone


Risposta del sacerdote

Caro Simone,
1. non abbiamo alcun motivo per dire che non sia un fatto realmente accaduto. San Luca dice nel prologo del suo Vangelo che ha fatto accurate ricerche.
Pertanto i vangeli sono anche un documento storico.
Che abbiano nello stesso tempo un grande significato teologico è fuori di dubbio.

2. Mi chiedi perché San Giovanni non ne parli. Qui si apre un altro discorso che investe il motivo per cui Sn Giovanni ha scritto il suo Vangelo.
È assodato che il Vangelo di Giovanni fu scritto alcune decenni dopo i sinottici.
Lo stesso S. Giovanni stesso al capitolo 20,31-31 indica chiaramente
quale scopo si sia prefisso nello scrivere il suo Vangelo.
Dopo aver infatti affermato che Gesù fece molti altri prodigi che non sono registrati nel libro che egli ha scritto, soggiunge: “Queste cose poi sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo Figlio di Dio, e credendo abbiate la vita nel nome di lui”.
Da
queste parole si deduce chiaramente che S. Giovanni nello scrivere il suo Vangelo si propose
di confermare i suoi lettori nella fede della Messianicità e della Divinità di Gesù Cristo.
A
questo scopo mirano tutte le pagine del suo libro. Fin dal prologo, egli presenta Gesù
Cristo come il Verbo e il Figlio unico di Dio.
Il Battista appena lo vede proclama che Egli è
l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
Nei suoi discorsi con Nicodemo, con la
Samaritana, con i Farisei di Gerusalemme, con le folle e con i discepoli, Gesù afferma di essere il
Messia e il Figlio di Dio. Parla delle ineffabili relazioni che lo uniscono al Padre,
dell’identità di natura, di intelletto, di volontà, che come Dio, ha col Padre.
Attesta che i suoi
miracoli sono prova della verità delle sue affermazioni, domanda una fede sincera e pratica senza
alcuna tergiversazione o timore.
Vuole essere creduto e amato come Dio e la
confessione dell’Apostolo S. Tommaso “Signore mio e Dio mio” è la confessione cui S.
Giovanni vuole portare tutti i suoi lettori.

3. Non si può negare però che S. Giovanni sia stato indotto a scrivere il suo Vangelo anche da uno
scopo polemico.
Sant’Ireneo e con lui molti antichi Padri riteneva che S, Giovanni avesse la
mira di combattere gli errori di alcuni eretici come gli Ebioniti e i Nicolaiti che negavano la
divinità di Gesù Cristo.

4. È pure parere comune degli antichi scrittori che S. Giovanni abbia voluto anche completare la narrazione
dei tre Sinottici, sia raccontando avvenimenti anteriori all’imprigionamento di S. Giovanni
Battista, sia scrivendo “un Vangelo spirituale”, mettendo in speciale rilievo quanto si
riferiva all’intima natura di Gesù Cristo.
L’esame intrinseco del libro conferma anche su questo punto i dati della tradizione, poiché è
fuori di dubbio che il IV Vangelo suppone i tre sinottici e lì completa perfettamente. Così ad esempio al cap. 3,24, si legge “Giovanni non era ancora stato messo in carcere”. Ora
l’incarcerazione di Giovanni è narrata solo dai Sinottici.
Ugualmente al cap. 11,1 parlando di Lazzaro dice “che era di Betania, villaggio di Maria e di Marta sua sorella”, senza prima aver fatta alcuna menzione di queste due donne che perciò si suppongono conosciute dai lettori.
Spesso si parla dei dodici Apostoli,
eppure non si descrive la loro elezione.
Di tutti i miracoli di Gesù narrati dai Sinottici ne sono ricordati solo due: la moltiplicazione dei pani e il camminare di Gesù sulle acque. Questi due miracoli poi
vengono narrati da S. Giovanni perchè furono una preparazione alla grande promessa
dell’Eucaristia ricordata dal solo IV Vangelo, il quale però omette di parlare della sua
istituzione ampiamente descritta dai Sinottici.

Ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di ricordare tutto quello che ho scritto.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo