Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Caro Padre,
perché invece che fare mille preghiere diverse, una per la fede, una per la carità, quella di lode, quella per la pace nel mondo, quella per chiedere una grazia (es. La salute), quella per riuscire a pregare con il cuore, il rosario, la coroncina alla Divina Misericordia, e i salmi, e il pentimento sincero… Non si fa una sola preghiera, per esempio “Dio, si compia la tua volontà”.
Visto che spesso le preghiere sono inesaudite e si tirano fuori mille scuse, da “non hai pregato col cuore” a “non hai abbastanza fede”, “ma tu devi cercare l’intimità con Dio”, “devi aspettare i tempi di Dio”, “chiedi cose che non ti fanno bene”, “sei ancora legato a tale peccato”, “Dio non è una bacchetta magica” (ma non diceva “chiedete e vi sarà dato, e Gesù uomo, lo stesso che sta nel tabernacolo, non guariva addirittura solo se toccato?), “non è secondo la volontà di Dio”.
Ah, per non dimenticare “tu chiedi per ottenere, è un do ut des” (e certo, perché dovrei chiedere se non per avere qualcosa in cambio?!).
Orbene, visto che tanto ha sempre ragione Dio, ed è più facile che sbagli io che l’onnisciente, perché non ripetere all’infinito “Dio sia fatta la tua volontà”, così c’è tutto e non si rischia di sbagliare?
Se mi manca la fede, mi arriva quella, se serve che stia in salute mi arriva la guarigione, se mi devo pentire, mi arriva la contrizione, se serve la rassegnazione eccomela servita, se serve l’intercessione della Madonna ecco che implicitamente chiedo che preghi anche lei, se devo perdonare ecco che il rancore si volatilizzerà.
Ricordo almeno due esempi di “monopreghiere”. Quella del pellegrino russo e quella di fra Lorenzo della Resurrezione (“oh Dio d’amore che io vi ami con tutto il cuore”).
Che ne pensa?
Grazie.
Alessandro
Caro Alessandro,
1. Gesù che è il maestro di preghiera per eccellenza avrebbe potuto dire: quando pregate dite sempre e solo: “Dio, si compia la tua volontà”.
Invece nel Padre nostro ci ha insegnato una preghiera articolata in sette petizioni.
2. Il Signore stesso nell’orto degli ulivi, pur concludendo sempre la sua preghiera dicendo “Non sia fatta la mia ma la tua volontà”, ha premesso: “Padre, se è possibile allontana da me questo calice” (Mt 26,39).
Prima della risurrezione di Lazzaro pregando ha detto: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato” (Gv 11,41). Ciò significa che il Signore aveva chiesto la grazia della risurrezione.
Inoltre Gesù ha pregato in particolare perché la fede del capo degli Apostoli non venisse meno nella tentazione: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).
Nella lettera agli ebrei si legge che Gesù “nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà” (Eb 5,7).
3. Nel suo insegnamento Gesù ha detto: “Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto” (Mc 11,24).
Ciò significa che nella preghiera si può domandare qualsiasi grazia, per quanto si debba sempre concludere con l’abbandono in Dio: “Sia fatta la tua volontà”.
Sul domandare qualche cosa in particolare ha anche detto: “In verità vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 21,21).
4. Inoltre va ricordato che non c’è solo la preghiera di domanda, ma anche quella di lode e di rendimento di grazie.
Gesù stesso ha lodato e ringraziato: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). “Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato” (Gv 11,41). “Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: Bevetene tutti perché questo è il mio sangue” (Mt 26,27).
5. Infine – come ha osservato Sant’Agostino – la preghiera non serve “per istruire Dio” ma “per costruire (spiritualmente) noi” (De gratia N. Testam., 29).
Per questo san Tommaso sottolineando la perfezione della preghiera del Padre nostro dice che “la preghiera del Pater è perfettissima… perché non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell’ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti” (Somma Teologica, II-II, 83, 9).
6. Ecco dunque perché è giusto e doveroso esprimere a Dio le specifiche grazie di cui abbiamo bisogno.
Questa preghiera – che talvolta Dio non esaudisce prontamente – serve a domandarci se in noi ci sono le premesse per poter ricevere quelle grazie e se siamo disposti ad usarne ai fini della nostra santificazione.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore per tutte le tue necessità e ti benedico.
Padre Angelo