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Quesito
Buon pomeriggio padre Angelo Bellon.
Sono Giovanni da B. e vorrei farti una domanda circa il Maledetto Maligno.
Gesù ha vinto il duello con il Maligno, e non poteva essere diversamente. In quanto creatura angelica il maligno rimane sempre con un potere superiore all’essere umano.
Ma perché questo angelo cattivo ha tanto potere sulla terra pur essendo stato sconfitto da Dio?
Grazie e buon lavoro.
Pace e bene.
Risposta del sacerdote
Caro Giovanni,
1. nell’imminenza della passione Gesù ha detto: “Il principe di questo mondo sarà gettato fuori” (Gv 12,31).
San Tommaso commenta: “Dunque con la passione di Cristo il demonio perse il dominio del suo principato” (Commento alle Sentenze, III, 19,1, 2).
Inoltre Cristo fu vincitore come si legge nell’Apocalisse: “Ha vinto il leone della tribù di Giuda” (Ap 5,5)».
Anche qui san Tommaso dice: “Dunque tolse il potere ai demoni” (Ib.).
2. Come mai allora il potere del demonio è ancora presente?
La risposta è semplice: il demonio continua ad avere tanto potere sul mondo perché gli uomini continuano ad aprirgli la porta, nonostante la redenzione operata da Cristo.
Anche noi, con i nostri peccati, piccoli o grandi, gli apriamo la porta.
3. Anche un solo pensiero d’ira, conservato dentro il nostro cuore, gli apre la porta.
Ecco quanto dice San Paolo: “Nell’ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo” (Ef 4,26-27).
Si pensi che cosa succede quando si commette il peccato mortale. Si permette al demonio di introdurre distruzione in noi e anche nel mondo.
Dice Giovanni Paolo II: “Riconoscere che in virtù di una solidarietà umana tanto misteriosa e impercettibile quanto reale e concreta, il peccato di ciascuno si ripercuote in qualche modo sugli altri. È, questa, l’altra faccia di quella solidarietà che, a livello religioso, si sviluppa nel profondo e magnifico mistero della comunione dei santi, grazie alla quale si è potuto dire che “ogni anima che si eleva, eleva anche il mondo”. A questa legge dell’ascesa corrisponde, purtroppo, la legge della discesa, sicché si può parlare di una comunione nel peccato per cui un’anima che si abbassa per il peccato abbassa con sé la Chiesa e, in qualche modo, il mondo intero. In altri termini, non c’è alcun peccato, anche il più intimo e segreto, il più strettamente individuale, che riguardi esclusivamente colui che lo commette. Ogni peccato si ripercuote, con maggiore o minore veemenza, con maggiore o minore danno, su tutta la compagine ecclesiale e sull’intera famiglia umana. Secondo questa prima accezione, a ciascun peccato si può attribuire indiscutibilmente il carattere di peccato sociale” (Reconciliatio et paenitentia, 16).
4. “Il demonio prende posto in noi attraverso il peccato o il consenso”: questo è quanto dice San Tommaso a commento del versetto di San Giovanni: “quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo” (Gv 13,2).
5. Il potere che il demonio può esercitare sull’uomo è duplice: nell’assalire e nel vincere.
Gesù, dice San Tommaso, non distrusse del tutto il potere di assalire, “ma lo indebolì in quanto egli vinse il nemico, e fornisce agli uomini numerosi sussidi per resistere, come i sacramenti, una grazia più abbondante e altri mezzi simili” (Commento alle Sentenze, III, 19,1, 2).
Il diavolo vinse invece i nostri progenitori col peccato “in quanto egli li dominava e li aveva ridotti a far sì che nessuno varcasse la porta del paradiso.
Aveva anche assoggettato ciascuno individualmente inclinando al peccato”.
Ebbene, “il potere con cui il diavolo detiene i vinti, Cristo, con la passione, lo eliminò interamente… solo in coloro che accolgono la forza della passione con la fede, la carità e i sacramenti” (Ib.).
Pertanto l’uomo, purtroppo rimane libero di aprirgli al porta e di rimenare vinto.
Con l’augurio che tu vinca sempre il demonio quando ti assale e non ne rimanga mai vinto, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo